Remo Santini, 55 anni, giornalista professionista, consigliere comunale di SìAmoLucca ed ex candidato a sindaco, ha appena annunciato la decisione di non ricandidarsi a sindaco alle imminenti elezioni amministrative. Una scelta sofferta, ma che ha le sue buone ragioni. In questa intervista esclusiva affronta a 360° la situazione politica lucchese.
Santini buongiorno. Lei ha appena comunicato che non prenderà parte, in qualità di candidato a sindaco, alle elezioni amministrative di primavera. E' stata una decisione realmente convinta?
Arrivati a questo punto si. Dopo otto mesi di riunioni inconcludenti del tavolo dei partiti di centrodestra allargato alle liste civiche, ritengo che non ci fosse più tempo per poter svolgere una campagna elettorale vincente nonostante un sondaggio commissionato di recente da una parte della coalizione mi desse un grande consenso e la certezza di andare al ballottaggio con buone chance di vittoria o comunque di una partita giocabile. E' stata una decisione molto sofferta, ma inevitabile per rispetto della città e anche, se permette, della mia persona.
In che senso scusi?
Nel senso che io non ho mai ambito a rifare per forza il candidato sindaco tanto che la mia lista civica mi aveva inserito in una rosa di nomi insieme a quelli di Ilaria Del Bianco e Luca Leone. Poi il tavolo del centrodestra si è incartato in assurdi veti incrociati su qualsiasi nominativo venisse portato avanti rispetto a questa rosa che aveva anche il plauso di altri all'interno del centrodestra e quando mi sono accorto che, ormai, i tempi erano scaduti, e per la dignità delle persone e anche per questioni legate alla mia professione, ho preso la decisione di tirarmi fuori. Anche per vedere se questa mossa riusciva a scuotere lo schieramento.
Noi ci conosciamo da trent'anni e anche più e le sue parole ci danno la sensazione di una forte amarezza per non dire peggio. Noi abbiamo saputo che, ad un certo punto, lei sembra aessere il candidatio su cui la Lega, che aveva il diritto di scelta, puntava. Che cosa è accaduto per far saltare questa ipotesi su cui anche lei, visto che ha atteso così tanto prima di rinunciare, probabilmente faceva affidamento?
Non soltanto la Lega. Anche Forza Italia e una parte di Fratelli d'Italia erano disponibili a convergere sul mio nome. Poi, francamente, c'è stato evidentemente un ulteriore e improvviso corto circuito, che anche io non sono riuscito a spiegarmi e, quindi, un raffredamento repentino di questa ipotesi e mi sono reso conto che non valeva più la pena continuare a tenere aperta una finestra a questa possibilità.
Ci perdoni, ma non le sembra di essere stato preso per il culo?
No o quantomeno io non mi sono accorto di questa cosa né penso che sia effettivamente così. Forse, perché, come lei saprà, io ho sempre messo al primo posto Lucca e il fatto di essere rimasto fino in fondo a dare una mia disponibilità, lo prova perché sapevo benissimo che la coalizione ha potenzialmente grandi numeri, ma anche al suo interno qualche faida di troppo. Ma per l'affetto che provo per quesat città e la necessità che il centrosinistra venga scalzato dal suo governo, ho fatto tutti i tentativi possibili anche quelli che mi hanno fatto stare male per cose dette su di me.
Adesso il centrodestra non sa più che pesci prendere. A cominciare, proprio, dalla Lega che non ne sta combinando una che sia una di buono. Si parla di una candidatura di Umberto Quiriconi, presidente dell'ordine dei medici. Non le sembra una candidatura esageratamente debole? E, inoltre, qualora fosse il candidato, lei, come leader di SìAmoLucca, lo appoggerebbe?
Più che una questione di nomi è un problema di tempi. Qualsiasi candidatura presentata adesso è debole. Si sono persi troppi mesi preziosi e qualunque persona verrà scelta dal centrodestra sarà in enorme difficoltà ad affrontare la campagna elettorale visto che si voterà tra fine maggio e inizi giugno e tra l'altro, senza che nessuno abbia ancora accennato al programma che il centrodestra ha per rappresentare una svolta dopo dieci anni tragici di giunta Tambellini.
Lei, però, non ha risposto alle due domande.
Alla prima le ho già risposto. Quanto alla seconda, in questo momento non posso assicurare né una cosa né un'altra perché, come sempre, sarà il direttivo di SìAmoLucca a decidere quale sarà la strada migliore da intraprendere. Come le dicevo, è molto tardi e, soprattutto, non conosciamo quali possono essere le intenzioni della coalizione e del possibile candidato sindaco sui principali temi della città.
C'è solo un candidato, a quanto pare, che potrebbe permettersi - e si permetterà - di candidarsi anche senza bisogno di fare campagna elettorale. Secondo noi Giorgio Del Ghingaro sarà il candidato a sindaco che farà saltare il banco.
Può essere, sicuramente se Del Ghingaro dovesse candidarsi sindaco di Lucca, il quadro muterebbe radicalmente.
Santini, non giriamoci intorno. Diamo per scontato anche se di scontato nella vita non c'è nulla, che Del Ghingaro, anche alla luce della frattura insanabile a Viareggio col Pd, si candidi. Lei sarebbe disposto ad appoggiarlo?
Premesso che io non mi candiderò e che questa decisione è irremovibile, a questa domanda rispondo che non è che si sceglie di sostenere una persona soltanto per il cognome che porta, bensì, soprattutto, per quello che propone e finora, se non sbaglio, di proposte sui programmi non ne abbiamo sentite. Io, poi, lavoro come caposervizio a Viareggio e sto molto attento ai miei possibili conflitti di interesse, quindi questa sarebbe una partita che, al momento, non mi tange più di tanto.
Secondo lei perché il centrodestra non ha voluto puntare, unito, sul nome di Mario Pardini?
Perché Mario Pardini ha sbagliato il suo approccio. Ha sempre detto di volersi mettere a disposizione del centrodestra senza rivendicare la candidatura a sindaco, quando, in realtà, era quella la sua aspirazione senza la quale non avrebbe continuato a collaborare con la coalizione. E' questo che ha fatto, da subito, calare le sue quotazioni. Come vede, una cosa inversa rispetto a quella che ho fatto io ovvero mettersi a disposizione senza pensare che la scelta dovesse per forza ricadere su di me e, poi, però, dire che non sono più disponibile in modo da lasciare spazio ad altri. Però Mario Pardini ha dalla sua molte cose che apprezzo come la caparbietà, il coraggio e, comunque, l'amore per Lucca all'insegna del volersi sottrarre da logiche partitiche.
C'è da dire che essendo venuto via prima, Pardini si è sottratto a quel trattamento che, al contrario, ha ricevuto lei.
Può essere, però, ripeto, lui ha proprio sbagliato l'atteggiamento perché se il suo pensiero non fosse stato 'o io o io' probabilmente le cose sarebbero andate diversamente per lui. Senza dimenticare che, mentre noi consiglieri comunali stavamo affrontando i mesi più esaltanti della nostra opposizione, lui non ha mai preso posizione ed, anzi, ha lavorato per dividere i gruppi consiliari. Chi vuole costruire non può mettersi a dividere in quel modo prima ancora di essere designato candidato sindaco.
Si riferisce al passaggio dei consiglieri comunali di SìAmoLucca Torrini e Consani nelle file di Lucca 2032?
Anche, ma non solo. Detto che ognuno può fare le scelte che vuole e, quindi, anche i consiglieri comunali, se ritengono, possono cambiare gruppo o, addirittura, schieramento anche se io proverei imbarazzo fossi in loro, soprattutto perché si è stati eletti per una ben precisa posizione, Pardini ha dialogato sempre e solo con una parte dell'opposizione anziché coinvolgere tutti.
Il comportamento dei partiti di centrodestra e dei loro rappresentanti ha suscitato nei lucchesi una confusione e una sensazione di litigiosità incredibili. Massimo Mallegni, Elisa Montemagni, Fratelli d'Italia o, meglio sarebbe, Coltelli d'Italia, hanno a nostro avviso dato il peggio di sé politicamente parlando. Lei se dovesse dare una colpa e spiegare ai suoi elettori di cinque anni fa, come sia stato possibile arrivare a questo punto, cosa direbbe?
Che non è mai colpa delle persone o dei singoli, piuttosto di una assenza dal territorio e, quindi, del distaccamento dalla realtà. Io credo che, alla fine, tutti i nomi che anche lei ha citato, volessero davvero raggiungere un obiettivo importante e ci hanno sicuramente tanto impegno, ma le dinamiche nazionali tra i partiti del centrodestra e il non capire sul territorio quali erano le aspettative degli elettori, hanno provocato un mix micidiale che, sono certo, nessuno avrebbe voluto.
Francesco Raspini è partito decisamente in vantaggio in questa campagna elettorale. Adesso il Pd con Marcucci, Bonafè e Giani, ha dato a lui il compito di confermare il centrosinistra a Lucca. Lei con Raspini non è in buoni rapporti dopo che l'ha querelata - errore a nostro avviso - ma se la sente di fornire un giudizio politico alla luce della discesa in campo dell'ex sindaco di Viareggio?
Innanzitutto Raspini è un candidato molto debole, perché è spocchioso e rappresenta la continuità con questa amministrazione visto che da dieci anni è assessore della giunta Tambellini. Certo che se gli verrà lasciata di fronte una prateria, rischia di vincere per assenza di avversari.
Quindi, allo stato attuale delle cose, converrà che l'unica speranza di poter 'abbattere' Raspini e il centrosinistra, sia sperare che Giorgio Del Ghingaro scenda dal Quiesa?
Questa è una sua opinione, io confido ancora in un miracolo o del centrodestra o di una aggregazione di tutte le liste civiche della città che, insieme, possano trovare una sintesi ed esprimere un candidato sindaco qualsiasi sia il suo nome che riesca a catalizzare il dissenso verso il centrosinistra e recuperare quel 55 per cento di lucchesi che non vanno più a votare. I tempi sono stretti, ma le sorprese sono ancora possibili.