Poche seghe ragazzi. Questa è la più bella tra le intervista elettorali che abbiamo fatto. Tosta, sincera, intelligente, lucida, per niente politicamente corretta e capace di dare schiaffi, ovviamente, metaforici, alle truppe verniciate di rosso che si muovono come un gregge all'insegna dell'ignoranza e della superficialità. Comunque vadano queste elezioni, che hanno visto l'ex sindaco Tambellini colpito da una improvvisa allucinazione di fronte allo stadio Porta Elisa dove ha visto il nazismo risorgente, Lodovica Giorgi, che abbiamo avuto come avversaria in aula di tribunale, ha dimostrato che a sinistra qualcuno usa il cervello. Pochi, ma qualcuno lo fa e, quando lo fa, si erge di una spanna sopra tutti gli altri come nel suo caso.
Avvocato Giorgi buonasera. Sia sincera: quante gliene avranno dette per quel comunicato che ha appena scritto e che abbiamo pubblicato in cui dice, a chiare lettere, che del presunto fascismo di Andrea Barsanti non gliene frega più di tanto e che lo misurerà all'opera dei fatti?
Purtroppo in città si respira un clima molto pesante. Le hanno dette e scritte a me, e le hanno dette e scritte ad altri che hanno osato fare scelte in piena autonomia di pensiero. Pensi che contro di me è arrivato persino un editto: gettarmi addosso fango e discredito. Ed è arrivato dopo che, alla richiesta di “dissociazione” (eh si proprio così….) dall’apparentamento deciso da Lista Civile, ho risposto un chiaro no, quasi sdegnata. Ce lo vede un avvocato penalista che si “dissocia”? La sola idea mi fa orrore.
Certo che lei l'ha fatta grossa: conosciuta come una, da sempre, di sinistra, ha finito per appoggiare il candidato di centrodestra per di più, dopo l'apparentamento con quello che i radical chic definiscono il male assoluto o quasi.
Avevamo detto e scritto fin dall’inizio che la nostra novità stava nel porci in maniera trasversale rispetto alle opzioni politiche. Trasversale non significa moderato, né significa “né con l’uno né con l’altro”. La trasversalità, che io cerco di praticare, sta nell’ascoltare tutti senza pregiudizi e nel poter convenire su un concreto modello di gestione e di sviluppo della città anche con coloro che come personale formazione politica ci sono più distanti. Non è difficile da praticare. Certo esige reciproco rispetto e profonda lealtà. E senz’altro a Fabio Barsanti, per come l’ho conosciuto, non fanno difetto queste doti.
Perché Barsanti non le fa paura ammesso che uno come lui, persona tranquilla e conosciuta e stimata, possa impaurire, metaforicamente, qualcuno?
Per la ragione che ho scritto sopra. Perché è leale, o quantomeno è stato leale nel rapporto con me. Perché ha dimostrato un concreto rispetto per le istituzioni repubblicane. Perché è intelligente, e sa che, da leader, deve governare anche le sue frange più radicali. Mi pare peraltro che lo stia concretamente facendo.
Saremo presuntuosi, ma abbiamo netta la sensazione che lei, come noi, non ne possa davvero più, a distanza di 90 anni, di sentir parlare ancora di fascisti e antifascisti.
E’ singolare che a quel mio comunicato, che lei ha pubblicato ieri, nessuno, o almeno nessuno che io abbia letto, abbia replicato nel merito. Mi attendevo una qualche lezione di democrazia di segno diverso rispetto a ciò che io reputo essere il caposaldo di uno stato democratico. E invece niente. L’unica replica è: ma sono fascisti. Come se nei confronti di taluni una democrazia si potesse permettere di sospendere le proprie garanzie. Quindi si, senz’altro, non ne posso più di sentir agitare il “fascismo” come strumento di terrore, a maggior ragione da parte di coloro che utilizzano armi, come la minaccia, l’intimidazione, la delegittimazione, che “fasciste” lo sono davvero.
Lei è sempre stata una bastian contrario. Anche questa volta non si è smentita. Ci spieghi, allora, per quale ragione voterà Mario Pardini.
Voterò convintamente per Mario Pardini. In primo luogo abbiamo programmi elettorali quasi interamente sovrapponibili. E dunque la scelta viene da sé. In secondo luogo apprezzo il suo acume, il suo porsi nei confronti dei problemi in maniera lucida e razionale, identificando soluzioni mai banali. E poi, come me, crede nei cittadini lucchesi, crede che meritino di vivere in una città a misura di loro stessi, ma anche in grado di assurgere alla ribalta internazionale con iniziative che ne potenzino davvero l’identità, la bellezza ed il benessere delle persone. Da ultimo, e non è poco, mi piace la sua gentilezza, una dote antica e disconosciuta. La gentilezza di Mario è per me entusiasmante. Io credo di non esserlo affatto…
Lei è lucchese doc e nessuno può sospettare di sue presunte simpatie per l'estrema destra. Concorda che a sinistra, se non si è omologati, si è fascisti per definizione?
Purtroppo è così, il dissenso è criminalizzato. Per mia fortuna ho un’età in cui posso permettermi un pensiero libero e dubito che si tratti di un pensiero aberrante o criminale. Può essere che sia un pensiero criticabile, anzi io attendo critiche di concetto. E invece no, arriva solo fango, delegittimazione e offesa personale. Il Pd nostrano non sembra riuscire a comprendere che così facendo si sta scavando da solo la fossa.
Ha visto gli intellettuali mobilitati da Francesca Fazzi in favore di Raspini? Come mai i rossi hanno occupato tutti i posti della cultura a cominciare dalle cattedre universitarie e amano ritenersi gli intellettuali depositari della verità?
Gli intellettuali – ma diciamo meglio gli uomini di pensiero – sono indispensabili per lo sviluppo della società. Il loro contributo, qualunque opzione politica abbiamo scelto, ci consente la riflessione e il confronto, indispensabili affinchè una civiltà cresca e migliori. Detto questo l’occupazione dei posti da parte degli intellettuali di sinistra è solo una questione di potere: mentre la destra scontava un senso di vergogna nei confronti della società, la sinistra costruiva efficacemente una organizzazione di potere.
Se dovesse vincere Mario Pardini qual è la prima cosa che farà?
Farò un profondo respiro liberatorio.