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Scritto da aldo grandi
esclusiva
30 Settembre 2022

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Pardini se non altro è di parola. Aveva promesso che in caso di vittoria la prima intervista l’avrebbe concessa alla Gazzetta ed eccoci qua.

Un uomo vale quanto la sua parola, figuriamoci un sindaco.

In questi primi tre mesi di amministrazione che cosa ha capito facendo il sindaco?

Ho capito che ogni cittadino è un mondo a parte, con problemi e desideri. E che fare il sindaco di tutti vuol dire trovare una sintesi fra i bisogni delle persone, senza lasciare nessuno indietro.

A sinistra non perdono occasione per farle pesare l’alleanza con Barsanti, che definiscono “fascista”. Possibile che lei non se ne sia mai accorto?

Vede, caro direttore, non solo non me ne sono accorto io, ma neppure la stragrande maggioranza dei cittadini lucchesi. In sostanza, quando si amministra bisogna concentrarsi e pensare ai fatti concreti, lasciando da parte ogni tipo di ideologia. 

La sua ordinanza anti-bivacchi non è che abbia suscitato grandi effetti. In fondo in piazza San Michele i debosciati ubriachi ci sono sempre e nessuno ha visto, finora, sostanziali differenze.

Strumentalizzazioni e semplificazioni a parte, l’ordinanza ha momentaneamente colmato un vuoto nel Regolamento di Polizia Urbana, su cui stiamo lavorando per una revisione complessiva. Infatti ha prodotto già diverse sanzioni.

La gente e i suoi elettori hanno grandi aspettative, ma fino ad oggi sono rimasti a bocca asciutta. Colpa sua?

Il sindaco per definizione si assume sempre “la colpa”, fa parte del ruolo e del senso di responsabilità richiesto per ricoprirlo. Quelle che lei chiama “grandi aspettative” io le definisco “linee programmatiche” e realizzarle nell’arco del quinquennio non è utopia, ma ordinaria amministrazione di governo.

Lei, dicono, è un tipo pacato, politicamente un ex democristiano. Ma qualche lampo di genio no?

Il genio è passare da uno scenario di netto svantaggio ad uno di grande vantaggio in poche mosse. Solo il tempo ci dirà se io lo sarò o no, le lascio il piacere dell’attesa di una sorpresa.

L’Italia è nelle mani del centrodestra. Lei ha le spalle sicuramente più coperte adesso. Secondo lei perché la Lega è crollata?

Le dinamiche interne dei singoli partiti sono fuori dalla mia giurisdizione, quindi non mi permetto di giudicarle. Come eletto con il supporto del centrodestra voglio solo esprimere grande soddisfazione per il risultato elettorale raggiunto dalla mia coalizione.

Che cosa ha in mente che possa rilanciare questa città?

In una città d’arte tutto nasce dalla cultura, che è connessa con il resto, in quella che io chiamo “Art Smart City”: un percorso virtuoso che nasce dall’alta formazione per arrivare a coprire tutti i settori e le dinamiche territoriali.

Comandare è meglio che fottere: dopo tre mesi di governo concorda anche lei?

Non amo il verbo “comandare”, ha un retrogusto autoritario. Personalmente all’autorità preferisco l’autorevolezza, che si sviluppa nel tempo attraverso i fatti e non solo le parole. D’altronde un amministratore parla con gli atti, che ne definiscono la leadership attraverso i risultati raggiunti.

Che cosa le ha dato e che cosa le ha tolto l’essere divenuto sindaco?

Essere sindaco mi ha dato una missione di servizio, che non è un mero esercizio di potere. Sento forte la responsabilità di costruire un presente e un futuro migliori per Lucca e i suoi cittadini, questo è un grande stimolo per me. Cosa mi ha tolto? Tempo per la famiglia e gli amici, ma in questi casi si impara ad apprezzare la qualità del tempo che si passa con i propri cari, più che la quantità. 

Le rimproveravano l’amicizia con il professor Pera. Ora che è tornato in auge cosa dicono le merde?

Non ho mai nascosto la mia stima per il Presidente Emerito Marcello Pera. E non nascondo oggi la soddisfazione per averlo visto rimettersi in gioco, tornando in campo e raggiungendo un risultato che credo si sia pienamente meritato.

Tutti o quasi i giornalisti di questa valle di lacrime speravano ardentemente che lei perdesse salvo, adesso, cercare di riappattumarsi. Lei se ne rende conto o fa finta di non accorgersene?

Stabilire le linee editoriali dei giornali non fa parte del mio ruolo, ma come lei ben sa è compito di editori, direttori responsabili e capi servizio delle redazioni. A loro lascio l’onere di valutare la nostra azione di governo, partendo dalla premessa che la campagna elettorale è finita e che quindi anche la comunicazione cambia naturalmente a tutti i livelli dell’informazione.

Cosa le ha dato più fastidio in questi primi mesi di mandato?

Non avere più tutto il tempo che vorrei per stare insieme alla mia famiglia.

Se non fosse stato per lei che ha scelto di andare avanti nonostante i partiti le avessero mostrato disinteresse se non peggio, ora non sarebbe dov’è. Ora tutti a fare gara di (as)salto alla diligenza. Hanno proprio la faccia come il culo… Anche lei ha già dimenticato?

Sono sempre stato una persona determinata, quindi anche in questa occasione ho portato avanti il progetto in cui credevo. D’altronde, avere una visione significa anche saper prevedere gli scenari facendo le mosse giuste, con il giusto tempismo. Per quanto riguarda gli assalti alla diligenza - senza retorica - scagli la prima pietra chi non ha mai provato in vita sua a saltare su un carro del vincitore. 

Da sinistra le rompono le palle solo e soltanto con la storia dell’antifascismo. Se continua così amministrare sarà una pacchia.

Diciamo che l’opposizione finora è stata un po’ debole nelle argomentazioni, ma immagino che sia normale per una minoranza che era abituata a governare prendere confidenza con il nuovo ruolo: “nessuno nasce imparato”, si dice. E come noi dobbiamo arrivare al massimo risultato attraverso la pratica di governo, anche loro hanno bisogno di tempo per imparare a fare un’opposizione di qualità.

Che fine hanno fatto i propositi su Beatrice Venezi?

Sarà un onore lavorare con Beatrice e per lei sicuramente ci sarà un ruolo di primo piano nelle politiche culturali cittadine, compatibilmente ai suoi importanti impegni professionali.

Ci perdoni, ma cosa ha pensato quando ha saputo che Andrea Marcucci era stato silurato dai livornesi?

Ho pensato che di conseguenza Manfredi Potenti – l’avversario di Marcucci all’uninominale – era entrato in Senato. E la cosa mi ha fatto molto piacere, perché lo conosco e lo stimo.

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