L'aria di festa del giro d'Italia contagia anche lui, nonostante quello che gli è accaduto ieri mattina, proprio sui gradini del loggiato di Palazzo Pretorio in piazza San Michele. Giovanni Bertolli, ex poliziotto da poco in pensione, sorride, ma sotto i capelli brizzolati porta i segni dei pugni ricevuti. Tutto è cominciato all'improvviso ieri mattina verso le 7.
"Mi trovavo qui, a due passi dall'ingresso per entrare in Palazzo Pretorio - racconta - quando mi sono accorto che il giovane, presumibilmente un volontario che stava di guardia alla mostra, era stato assalito da un uomo di colore che lo aveva gettato a terra e stava riempiendolo di calci e pugni. A quel punto sono andato verso di lui e quando mi ha visto non ci ha pensato due volte e mi ha aggredito tempestandomi di colpi da tutte le parti e sulla testa in particolare. Mi ha anche preso il cellulare e lo ha gettato per aria. Quando se ne è andato ho chiamato la polizia e nel frattempo io e il ragazzo lo abbiamo seguito per dare le indicazioni alla Volante. Quando lo hanno fermato, era tranquillo ed è salito sull'auto senza problemi. Poi, una volta in questura, è stato identificato e nuovamente rilasciato. Io mi domando, ma se al mio posto c'era una donna o un bambino e magari lo mandava seriamente all'ospedale di chi era la colpa? Noi siamo stati refertati con 15 e 10 giorni, ma la cosa peggiore è che questo signore anche oggi gira indisturbato e non può essere rimpatriato perché nel suo paese c'è una guerra. Il prefetto ha detto che non può fare nulla nonostante un medico psichiatra abbia accertato che è pazzo. Questa è l'Italia".
Bertolli è intervenuto riuscendo a evitare che il giovane volontario subisse il peggio.