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Martedì 8 Ottobre 2024
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Scritto da Valter Nieri
Amore e Vita
21 Agosto 2024

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E' diventato promoter musicale per caso ed è stato ciclista raggiungendo il professionismo per una passione autentica che coltivava fin da bambino. Oggi Sandro Giacomelli, originario di Vinci, 53 anni, gestisce assieme alla moglie Tania Ferri e ad Elisabetta De Luca la Live Emotion Group, una fra le agenzie più affermate nel gestire spettacoli musicali all'aperto ed al chiuso in ville, palasport, stadi e teatri. Per l'ex ciclista di Amore e Vita-Fanini è diventata una normalità organizzare concerti ospitando i migliori artisti dove confluiscono migliaia di persone, concentrati soprattutto in Toscana.
Ai suoi inviti ed allestimenti hanno aderito di esibirsi anche Zucchero Fornaciari, Jovanotti, De Gregori, Umberto Tozzi, I Pooh, Ricchi e Poveri, Loredana Bertè e fra quelli più in voga oggi recentemente Giacomelli ha portato Annalisa ed Emma a Villa Bertelli di Forte dei Marmi, trasformata in estate in un teatro all'aperto con una capienza di 4500 spettatori dove l'organizzatore promuove eventi che fanno spesso sold-out. In autunno ha già programmato al Modigliani Forum di Livorno altri due eventi: il 9 ottobre con Renato Zero ed il 21 novembre con Laura Pausini.
"Devo dire che con il ciclismo mi sono tolto tante soddisfazioni anche senza essere stato un campione. Passai professionista con Fanini nel '95, militando con Amore e Vita 4 splendide stagioni, mettendomi a disposizione della squadra e dando una mano ai successi di Glenn Magnusson, allora capitano. Ho corso nelle squadre Fanini con grandi campioni accanto. Prima ancora di passare professionista ho vinto diverse corse nel ciclocross instaurando per un certo periodo una rivalità con Michele Bartoli. In più occasioni vincevo io anche se non c'era confronto fra noi due nella strada, in quanto il "leoncino delle Fiandre" era un fuoriclasse di livello mondiale. Mi ricordo una corsa in "S. Frediano" nel centro storico di Lucca organizzata dall'amico Pierluigi Poli vinta proprio da Bartoli davanti a me. Da dilettante vinsi 7 corse ed andavo forte su ogni tracciato. Mi difendevo sia in salita che negli sprint. Ma soprattutto devo dire che a me per la mia trasformazione professionale è servita molto la personalità unica di Ivano Fanini, uno che mi ha insegnato a non mollare mai nei momenti di difficoltà. Da gregario ho dato l'anima ad ogni gara per guadagnarmi quello che allora era un misero stipendio. Fanini ha un grande carisma e per questo riesce ad approcciarsi in qualsiasi situazione anche al di là del ciclismo. Chi ha fatto il corridore come me non si ferma alle prime difficoltà e questa tenacia l'ho usata anche in qualità di organizzatore di concerti: mai mollare, mi insegnava mio nonno Romolo soprannominato "Resisti". Ma sa perché? Lui era gregario di Gino Bartali ed una volta cadendo di bicicletta sulle strade sterrate, il pedale gli entrò dentro la schiena procurandogli una emorragia con perdita ematica abbondante. Il pubblico lo invocava di resistere alle sofferenze e così gli fu affibbiato quel soprannome. Sono cresciuto in una famiglia di appassionati di ciclismo ed è per questo che impuntai i pedali già a 8 anni correndo fino all'età di 30 anni. Dopo Fanini passai nel 1999 alla Vini Caldirola un biennio e chiusi la carriera al termine della stagione 2001 con la Tacconi Sport prima di intraprendere la professione che esercito tutt'ora."
UN CICLISTA CHE SVOLGEVA BENE IL SUO COMPITO
Un buon dilettante che da professionista si è sempre messo a disposizione degli altri. Perché era un atleta generoso e aveva intuito che per emergere occorreva entrare nel contesto ambientale e familiare della squadra ed il lavoro sapeva che era fatica fisica ed esposizione al freddo ed alla pioggia dove si doveva assolutamente resistere anche nelle peggiori condizioni meteo.
"Sono stato al servizio di grandi campioni. Lavorai molto per il mio capitano Francesco Casagrande al Giro d'Italia del 2000. Dovevamo staccare in salita la maglia rosa Stefano Garzelli e ci riuscimmo sul Mortirolo in un finale di Giro entusiasmante. I due erano divisi in classifica di un solo minuto. Purtroppo però nella penultima tappa a cronometro individuale da Briancon a Sestriere Garzelli andò forte giungendo secondo dietro Jan Hruska precedendo Casagrande che terminò la classifica finale al secondo posto preceduto dal campione varesino soltanto di un minuto e ventisette secondi. Terzo si classificò Gilberto Simoni a 1'33".
L'UNICA VITTORIA DA PROFESSIONISTA
Al Giro di Mendoza nel 1996 in Argentina finalmente la sua prima ed unica vittoria da professionista....
"Erano i miei primi anni di Amore e Vita. Vinsi la volata di un ristretto gruppo. Fu una vittoria che però rimase isolata per il resto della mia carriera, ma non ho rimpianti perché torno a ripetere: lavorare per grandi campioni è comunque stato un merito e per me una gratificazione essere stato scelto. Con Fanini ho esordito e corso a lungo da dilettante nella Mamma Fanini e da professionista con Amore e Vita. Tutt'ora siamo amici e ci sentiamo spesso. Mi fa piacere quando viene a trovarmi a qualche concerto. La sua visita mi ricorda i meravigliosi rapporti che abbiamo avuto nel mio sport preferito e se tornassi indietro rifarei tutto lo stesso percorso. Un altro bel ricordo che conservo quando al Giro di Sardegna del 1997 in maglia Fanini giunsi secondo nella tappa Alghero-Olbia battuto allo sprint dal velocista ceco Jan Svorada. La mia più bella vittoria invece da dilettante? Nel 1994 nel "Il Nastro D'Oro."
IL SUO LOOK STRAVAGANTE E L'ORIGINE DELLA SUA AGENZIA
Da ciclista, come da organizzatore di eventi musicali, Sandro Giacomelli conserva sempre quel suo stile stravagante. Singolare per estrosità ed eccentricità, indossa meravigliosi ornamenti che lo fanno sembrare quel giovane che non invecchia mai: collane, orecchini, bracciali fanno parte del suo modo di vivere. Con la sua moda riesce a divertirsi, gli piace sperimentare l'abbigliamento con i suoi gusti bizzarri e fantasiosi per ogni tipo di outfit dei migliori brand anche se non ha un personal stylist e si lascia guidare soltanto dai suoi gusti piuttosto stravaganti.
Ci può dire quando ebbe inizio la sua professione come promoter?
"Tutto ebbe inizio nel 2001 quando smisi di correre. Mia moglie Tania faceva l'indossatrice negli spettacoli di Giorgio Panariello dal titolo: "Panariello sotto l'albero" che venivano allestiti all'ex Teatro Tenda di Firenze. L'agenzia che inviava le modelle era una sas "Non Solo Spettacolo" gestita da Daniele Paoli il quale mi propose una collaborazione sperimentale. Quindi divenni suo socio e successivamente rilevai per intero l'azienda assieme a Tania e a Elisabetta De Luca con la quale abbiamo instaurato nel tempo un'intesa perfetta. Sempre nel 2001 dalla mia unione con Tania nacque nostra figlia Noemy che oggi ha 23 anni ed è un membro della nostra agenzia che vanta 15 dipendenti fissi più diversi collaboratori esterni. Siamo arrivati ad incrementare sempre più il nostro volume di affari che oggi è di diversi milioni di euro l'anno. Soltanto dal 5 giugno di quest'anno al 14 settembre abbiamo programmato 161 spettacoli nelle varie location che abbiamo in gestione fra stadi, teatri, palasport e Ville come la Bertelli di Forte dei Marmi.
Sotto quegli abiti stravaganti e bizzarri si nasconde un uomo oggi pieno di galanteria e di pulitezza, un vero genio nell'intuire i gusti della gente che ama lo spettacolo e le sue capacità manageriali lo hanno portato a dei livelli che forse così importanti nemmeno lui ci avrebbe creduto ma che sono frutto della sua insistenza e capacità nel non arrendersi mai a nessuna difficoltà. Da ragazzo cresceva fra le biciclette di Fanini. Fece le prime pedalate a Segromigno dove aveva allora sede il Team Fanini e da dove è partito tutto il ciclismo capannorese. Il primo movimento fu creato dal capostipite Lorenzo e poi sviluppato dai figli Pietro, Michele, Brunello e Ivano fino a raggiungere il professionismo grazie a Ivano, il più giovane dei quattro fratelli. Una scuola ed un marchio che-come dice sempre Michele Bartoli-anche lui orgogliosamente un suo prodotto- era la massima aspirazione negli anni 70-80 per un ciclista arrivare ad indossare quei colori. Una esperienza che è servita molto a Sandro Giacomelli e che ha avuto in lui effetti positivi a livello aziendale permettendogli di migliorare le qualità delle relazioni di gruppo potenziando la sua coesione organizzativa come promoter.
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