Il Pd di Capannori interviene sulla situazione sanitaria della regione Toscana soprattutto analizzando la situazione della prima emergenza.
“La lettera inviata nei giorni scorsi da 288 medici dei reparti di emergenza-urgenza toscani, che si dichiarano pronti a dimettersi in massa, indirizzata al governo Meloni e alla regione Toscana ha denunciato una grave situazione di difficoltà, nota da tempo, del nostro sistema dei pronto soccorso e sottolinea come negli ultimi anni il flusso di professionisti in uscita dal sistema sanitario nazionale sia stato continuo e sempre in crescita, non solo in Toscana ma su tutto il territorio nazionale – afferma il PD di Capannori -. Le motivazioni non cambiano da regione a regione: condizioni di lavoro insostenibili, reparti intasati per l’afflusso incontrollato e carenza di posti letto negli ospedali a cui si aggiungono anche le violenze fisiche e verbali dei pazienti e familiari frustrati e insoddisfatti. Oltre a questo, a fronte di un numero di accessi sostanzialmente stabile negli ultimi anni (erano un milione e mezzo nel 2019, sono stati 1 milione e 350 mila nel 2022), si registra un’alta percentuale di accessi non urgenti o a bassa priorità con punte che arrivano all’80 per cento degli accessi complessivi”.
Per evitare il collasso del sistema, secondo i Dem è necessario ripensare ad un adeguamento degli organici del pronto soccorso, coinvolgendo anche i medici internisti e altri reparti nella gestione specialistica dei pazienti che accedono ai pronto soccorso con codici minori, alleggerendo così la pressione. “Chiediamo - continuano – “che siano banditi quanto prima i previsti concorsi per la specialità di area medica vincolando i vincitori a svolgere comunque una quota importante del loro orario di lavoro, per i primi due anni, nei pronti soccorso e riteniamo misura valida la proroga della possibilità di avvalersi, fino a dicembre, di specializzandi (misura introdotta durante l’emergenza covid)”.
“Accanto a queste misure però è indispensabile mettere in atto strategie di potenziamento del sistema dei servizi territoriali con l’obiettivo generale di favorire la capillarità dei servizi e maggiore equità di accesso ma anche con la finalità di evitare gli accessi impropri al pronto soccorso e migliorare così da un lato le condizioni di lavoro di chi vi lavora e dall’altro l’appropriatezza dei ricoveri ospedalieri. La necessità del potenziamento delle strutture territoriali, la cui carenza o la cui mancata organizzazione in rete ha forti ripercussioni sull’utilizzo appropriato dell’ospedale, è fondamentale”.
Inoltre i Dem di Capannori invitano la giunta regionale ad accelerare i tempi per l’adozione della delibera che prevede la riorganizzazione dei pronto soccorso ma anche compiere azioni e pensare ad incentivi economici per il personale e a procedere sulla proposta di legge regionale per anticipare quanto approvato dal precedente governo rispetto all’indennità aggiuntiva per i medici che lavorano nei pronto soccorso: un milione e 800 mila euro stanziati con la Finanziaria 2021 (200 milioni di euro a livello nazionale erogabili però a partire dal 2024 e che quindi la regione Toscana intenderebbe anticipare).
Accanto a queste misure però, secondo i democratici è indispensabile mettere in atto strategie di potenziamento del sistema dei servizi territoriali con l’obiettivo generale di favorire la capillarità dei servizi, dare maggiore equità di accesso ma anche con la finalità di evitare gli accessi impropri al pronto soccorso e migliorare così da un lato le condizioni di lavoro di chi vi lavora e dall’altro l’appropriatezza dei ricoveri ospedalieri.
“Per questo - concludono – “riteniamo imprescindibile implementare il sistema di assistenza intermedia, facendo in modo che possa concretamente farsi carico da una parte dei dimessi dall’ospedale per intensità di cura e dall’altra saper intercettare i casi che in maniera poco appropriata potrebbero fare ingresso proprio in ospedale o restarvi più del necessario (costringendo così troppo spesso a utilizzare il pronto soccorso come ‘reparto aggiunto’) e che rappresenti dunque un ponte vero tra l’ospedale e il domicilio – concludono -. Crediamo inoltre che occorra da subito lavorare con forte determinazione ad incentivare la diffusione delle Case della Comunità che rappresentano il fulcro della nuova rete territoriale dal momento che è il luogo dove i cittadini potranno trovare assistenza 24 ore ogni giorno della settimana e strumento fondamentale per i servizi sanitari del prossimo futuro”.