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Scritto da aldo grandi
Ce n'è anche per Cecco a cena
29 Marzo 2023

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Per una sorta di correttezza abbiamo voluto chiamare personalmente Armando Pasquinelli, capogruppo della Lega nonché amico, collega di partito e avvocato difensore di Gianmarco Mancini, ex presidente della Geal appena dimessosi. Avevamo, infatti, letto un comunicato apparso su altri giornali proprio poche ore fa a firma di tutti i capigruppo della maggioranza e, non avendolo ricevuto, ci siamo domandati il motivo. Fortuna che un collega ci ha fatto la gentilezza di inviarcene la copia e, così, abbiamo scoperto che era stato inviato a tutti fuorché alla Gazzetta di Lucca. Poiché, effettivamente, con Pasquinelli e gli altri presenti in commissione controllo e garanzia della maggioranza non eravamo stati particolarmente teneri l'ultima volta, abbiamo subito pensato che si trattasse di una ritorsione per la vicenda legata alla denuncia che, per primi e da soli, abbiamo portato avanti sulla piscina abusiva di Vecoli. Al cellulare ci ha risposto Pasquinelli, invero in maniera garbata, dicendoci che non l'aveva inviato perché non gli pubblichiamo nulla. Stronzate. Poiché non abbiamo, da un pezzo, l'anello al naso, gli abbiamo subito risposto di non provarci nemmeno perché pubblichiamo sempre tutto a tutti, anche al porco se ce lo chiedesse. Così è venuta fuori la verità e cioè che i rapporti dello stesso Pasquinelli e della maggioranza, con la Gazzetta di Lucca, non sono o non sarebbero più quelli di una volta. Durante la campagna elettorale, Pasquinelli, e di lui ci parlò molto bene l'amico comune Francesco Pellati, prese a inviarci con cadenza periodica piuttosto frequente degli interventi. Peraltro noi, come facciamo abbastanza abitualmente durante le campagne elettorali, invitiamo tutti i contendenti a fare un po' di pubblicità, visto che il giornale è gratis e non campa di sussidi e, per di più, pubblica tutto mettendoci impegno e fatica senza chiedere un cent nelle edicole. 

Pasquinelli, nel corso di quest'ultima telefonata, ci ha spiegato che i nostri rapporti si fermarono in campagna elettorale quando lui non poté fare alcun tipo di pubblicità e noi ne abbiamo dedotto che, se l'avesse fatta, gli avremmo pubblicato tutto un giorno sì e l'altro pure. Bene, noi non abbiamo pubblicato in campagna elettorale articoli sia a Gianmarco Mancini che ce li inviava frequentemente sia a Pasquinelli, per la semplice ragione che la Gazzetta di Lucca non poteva essere e apparire una sorta di bollettino della Lega. Ogni tanto andava bene, ma ogni troppo no. Molti politici, di sinistra e di destra hanno fatto campagna elettorale pubblicitaria con noi, ma nessuno ha mai fatto intendere come ha provato oggi a fare Pasquinelli che quello che sta accadendo in questi mesi sia dovuto al non aver ricevuto alcun contributo.

La piscina abusiva di Mancini, pubblicità o no, per noi era ed è una notizia e se qualcuno pensa che solo per fare pubblicità sul nostro giornale sia esente da critiche o segnalazioni oggettivamente e giornalisticamente interessanti, beh, si sbaglia di grosso.

La verità è che la maggioranza al completo e per questo, consentiteci, fa ancora più specie per non dire peggio, ha deciso, attraverso i suoi capigruppo che sono indicati nel comunicato che pubblichiamo nella pagina Politica, di non far arrivare la nota politica di risposta a Francesco Raspini alla Gazzetta di Lucca. Un gesto non colposo, ma doloso anche se il penale non c'entra alcunché. 

E già che ci siamo togliamoci anche un altro sassolino: l'altra mattina, in piazza San Michele, cik siamo imbattuti, a un metro di distanza, con Lido Fava che, tra l'altro, è uno dei firmatari del comunicato. Ebbene, pur avendoci visto, impossibile il contrario, ha evitato di salutarci. E anche qui, presumibilmente, per come ci eravamo espressi in commissione garanzia e controllo quando, invece, per anni, ci ha salutato, forse, pensando che fossimo della sua stessa parrocchia. E ha sbagliato, perché noi non apparteniamo e monsignor Giulietti ci perdonerà, a nessuna parrocchia tantomeno a qualche moschea. 

Detto questo, ci rendiamo conto che quello che, per quasi dieci anni ha fatto mister Tambellin Man, vietando ai suoi di parlare con chi scrive e con la Gazzetta, sta trovando adepti anche sul fronte opposto. A conferma che, quando si è al potere, chi rompe i coglioni dà sempre fastidio nonostante si voglia passare per democratici e trasparenti. A parole sì, ma nei fatti è ben diverso.

Abbiamo, e concludiamo, letto il comunicato che il collega ci ha inviato e che Pasquinelli, al contrario, si era ben guardato dal fare e lo abbiamo pubblicato pur ritenendolo, sotto il profilo della comunicazione, un classico esempio di incapacità politica nella quale, il centrodestra, ha sempre brillato chissà perché.

Vogliamo augurarci che quando Pasquinelli dice che apprezza il nostro lavoro e la nostra professionalità, lui come gli altri palafrenieri di sua maestà Mario Pardini che nemmeno sapeva di questa... iniziativa, sia sincero.

Noi possiamo solamente dire che un mese e mezzo fa, nonostante avessimo ripetutamente rifiutato di incontrarci con Gianmarco Mancini che voleva vederci a tutti i costi per parlarci, alla fine e presi quasi per sfinimento, abbiamo accettato un appuntamento a tre. Bene anzi, male perché la nostra disponibilità è servita, evidentemente, a ben poco. Gianmarco Mancini, in quella circostanza, fu sincero e ammise le sue responsabilità in merito alla piscina annunciandoci, anche, che l'aveva rimossa perché abusiva. Noi, senza che ci chiedesse alcunché, ci impegnammo a non farne menzione fino a quando la cosa non fosse diventata di pubblico dominio e solamente a seguito, se positivi, degli esiti dei sopralluoghi dei vigili urbani.

Così abbiamo promesso e così è stato. Avevamo anche detto che la nostra conversazione sarebbe rimasta riservata, ma alla luce di quello che sta accadendo nei nostri confronti, ci pare che l'impegno possa tranquillamente venire meno. 

Quindi, caro Armando Pasquinelli, se fosse stata una questione di assenza di pubblicità e una sorta di nostra 'vendetta', avremmo immediatamente pubblicato senza attendere quasi due mesi nel rispetto di una parola data. Infine un'ultima cosa: qualora vogliate rispondere a questo mio intervento, sappiate che immediatamente dopo il sottoscritto sarebbe costretto a replicare aggiungendo ancora qualcosa di nuovo e inedito. Forse, magari, sarà il caso di chiuderla qui consapevoli che la nostra 'campagna' per la piscina non aveva niente di politico e che Raspini ha fatto quel che avreste fatto voi a parti invertite, né più né meno.

Adesso, se volete riprendere ad inviarci i comunicati sarà un piacere pubblicarli, altrimenti ne faremo a meno convinti che ci sarà sempre uno o più colleghi disposti e disponibili a fare quello che è stato fatto oggi.

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