L'assessore allo Sport del comune di Lucca Fabio Barsanti, evidentemente dopo aver letto il nostro 'Ce n'è anche per Cecco a cena' - titolo di una fortunata rubrica ideato agli inizi della Gazzetta dal collega Fabrizio Vincenti - ha pubblicato sul suo profilo personale facebook l'immagine nella quale stanno scritti i nomi di alcuni famosi aviatori lucchesi invitandoci, quindi, a conoscerli per non fare pessime figure. A dire la verità non comprendiamo il senso del rimprovero, dal momento che noi avevamo solamente posto il quesito della opportunità di dare fiato alle trombe per un'Aeronautica Militare che, a dirla tutta, non è che sia proprio da celebrare nonostante i suoi cento anni o, almeno, che la si celebri ricordando tutto senza limitarsi alla sola, ridicola e inutile agiografia. Tra i tanti piloti che, giustamente, Barsanti rievoca, ce n'è uno, ad esempio, Samuele Ranieri Cupini, nato a Lucca nel 1904 e morto a Roma nel 1983, che era fascista come, indubbiamente, molti altri all'epoca anzi, quasi tutti, e che conseguì la medaglia d'argento al valor militare per aver più volte bombardato le città della Spagna repubblicana che si opponeva a fascisti e nazisti dopo il colpo di Stato di Francisco Franco: «Volontario in una missione di guerra per l'affermazione degli ideali fascisti, comandante di gruppo da bombardamento, partecipava a numerose azioni alla testa delle sue squadriglie. Fatto segno a violenti attacchi della caccia avversaria ed a vivace reazione contraerea, respingeva brillantemente gli attacchi riuscendo sempre ad assolvere i compiti affidatigli. Cielo di Spagna, 20 settembre-30 novembre 1937». Per carità, poi, fu catturato dopo l'8 settembre 1943 e deportato in Germania, ma nessuno ci leva dalla testa che, se fosse stato anche per lui, adesso saremmo tutti belli inquadrati con tanto di camicie nere o brune. Noi, caro Barsanti, ci eravamo limitati a spiegare che quando si celebra qualcosa o qualcuno, onestà intellettuale vorrebbe che si facesse piena luce su quello che è stato l'operato del qualcosa o del qualcuno altrimenti l'ignoranza la farebbe da padrona e si potrebbe dire e scrivere tutto e il contrario di tutto.
Sappiamo bene che per i neofascisti - almeno per quei pochi o, a seconda dei punti di vista, quei tanti che ancora esistono - o anche solamente per i nostalgici della divisa e dell'ordine costituito senza se e senza ma, non accettano critiche su chi ha giurato fedeltà ad un ideale, ma è proprio qui, nel giuramento, che sta il problema: fino a quando si deve tenere fede ad un impegno che, inevitabilmente, può a volte mettere a rischio la propria coscienza? E, comunque, sarebbe onesto raccontarla tutta invece di limitarsi a esaltare, celebrare, commemorare senza distinzione quando di scheletri negli armadi ce ne sono, per tutti o quasi, a migliaia.
L'Aeronautica Militare, così come la Marina Militare, l'Esercito, si fondano sulla totale assenza di critica e sul rispetto assoluto della forma a dispetto di ogni sostanza. La verità non è a discrezione né, tantomeno, si accetta volentieri la sua ricerca. Essa è a prescindere e a scegliere quale sia sono i vertici, notoriamente compromessi fino all'osso e troppo legati a filo doppio col potere politico per essere disposti a mettersi o a mettere in discussione chicchessia.
Quindi, per finire, ben venga la celebrazione di una Aeronautica Militare che, indubbiamente, ha collezionato anche a Lucca episodi di eroismo durante la prima guerra mondiale o ancor più nelle trasvolate transoceaniche che, ad ogni modo, servivano a celebrare la grandezza del fascismo ancor più che dell'Italia anche se, all'epoca, il binomi era pressoché indissolubile ed è questa la maggiore colpa che ebbe il regime di Mussolini: condurre ad una spaventosa identificazione tra patria e fascismo per cui chi non era fascista era anti italiano cosa che porterà a crisi di coscienza devastanti durante la guerra e, in particolare, all'indomani dell'8 Settembre 1943, quando chi scelse di non aderire alla RSI, repubblica fantoccio protetta da Hitler e dal nazismo, venne giudicato traditore. Ma traditore di cosa? Di un regime che aveva portato l'Italia alla tragedia e alla completa distruzione.
Quindi caro Barsanti, le osservazioni di carattere storico, prima di farle, legga attentamente il senso delle cose che uno scrive altrimenti finisce per andare fuori tema. Voi di destra celebrereste anche l'incelebrabile pur di vedere vecchi motti o antiche divise tornare in auge e riprendere quota. Purtroppo il verdetto della Storia, quello, non si può cambiare e il fascismo volenti o nolenti e pur con tutti i suoi aspetti, ha rappresentato, in sostanza, una degenerazione, in particolare, della capacità di ragionare con la propria testa e tutti sappiamo come è andata a finire.
Dicono che lei si sia definito - ed è vero - un fascista del terzo millennio. Noi, ci perdoni, ma solamente a definirci fascisti ci vergogneremmo, per quello che è stato e per quello che fatto. E per tutti - e sono stati centinaia di migliaia di giovani come lei e come chi scrive fino a qualche lustro fa - quelli che sono stati mandati a morire sui fronti di mezza Europa e dell'Africa senza nemmeno sapere perché.
Ché l'Aeronautica Militare si tenga pure le sue divise, noi preferiamo e abbiamo sempre preferito tenerci la nostra autonomia di pensiero unita ad una robusta indipendenza di giudizio. Queste, per noi, non hanno prezzo.