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Scritto da aldo grandi
Ce n'è anche per Cecco a cena
11 Agosto 2023

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Ma perché Daniele Bianucci apre sempre la bocca anche quando, a nostro modesto avviso, farebbe bene a tenerla ermeticamente chiusa? Ce lo siamo domandati, per l'ennesima volta, leggendo le sue dichiarazioni durante l'ultima seduta di consiglio comunale. Non gli è bastato fare una figura che definire barbina è un eufemismo confondendo una frase comunista e utilizzata dalle Brigate Rosse attribuendola ai fascisti della prima ora. No, adesso se ne è uscito come i dolori criticando la giunta Pardini per non aver ricordato, nel 49° anniversario, la strage dell'Italicus avvenuta nella notte tra il 3 e 4 agosto 1974 a seguito della quale morirono 12 persone, uno degli attentati di matrice neofascista che insanguinarono il Paese durante gli anni di piombo. E augurandosi che l'anno prossimo, in occasione del cinquantesimo anniversario, la stessa amministrazione di centrodestra organizzi una adeguata commemorazione. Ma cosa c'entra l'Italicus con Lucca e, soprattutto, cosa c'entra ricordare il 49° anniversario di un evento quando, al limite, ma proprio al limite, se ne rammenta il 50°? Come mai, allora, il Bianucci non ha fatto la stessa cosa, rimproverando la giunta Pardini per non aver celebrato un'altra strage nera, quella del 28 maggio 1974 in piazza della Loggia a Brescia, anche quella giunta al 49° compleanno? La verità è che il Bianucci come tutti i nipotini di Elly Schlein, sono stati allevati a pane e antifascismo e quando parlano di Storia, si comportano come il toro quando vede il drappo rosso. Imbarazzante: questo è, a nostro avviso, il consigliere comunale Daniele Bianucci e ci chiediamo da tempo come Francesco Raspini o Chiara Martini o anche altri suoi colleghi - ad eccezione, ad esempio, della Ilaria Vietina - possano coesistere con chi se ne esce fuori, storicamente, come i dolori. 

Ma andiamo con ordine. Bianucci tira in ballo i neofascisti lucchesi di Ordine Nuovo. Peccato che, dall'indagine della magistratura, emerse il coinvolgimento di Ordine Nero, formazione che sorse dopo lo scioglimento, avvenuto proprio nel 1974, di Ordine Nuovo. Bianucci conosce la differenza tra i due movimenti? Sa quali furono i fondatori e i componenti? Evidentemente no. Fa di tutta un'erba un fascio è il caso di dire, in tutti i sensi. Comunque sia e al di là delle precisazioni di carattere storico, la domanda principale è una sola: cosa cavolo c'entra il consiglio comunale di Lucca del 10 agosto 2023 con il ricordo della strage dell'Italicus avvenuta in tutt'altra zona in provincia di Bologna e ben 49 anni fa? Ve lo diciamo noi alla nostra maniera: un cazzo! Se non per strumentalizzare tutto, date, eventi, storie purché abbiano come minimo comune denominatore il fascismo o l'antifascismo di cui noi e non solo noi, ne abbiamo i coglioni pieni, soprattutto, perché i fascisti li ricordano e li rivedono solo loro, i verniciati non solo di rosso, ma, ora, rosso-fucsia. 

Dia retta il Bianucci, lasci perdere la Storia.

Venendo, invece, alla giunta di Mario Pardini, mentre i rossi pensano al fascismo gli assessori si danno da fare a cominciare da chi è riuscito a far asfaltare splendidamente e a tempo di record - con l'essenziale collaborazione della Provincia - il ponte sul Serchio a Monte San Quirico, a ripararne il parapetto buttato giù da un'auto di notte e, in particolare, a ripristinare il transito dei veicoli sul cavalcavia di viale Europa con ben sette giorni di anticipo. Con le strade, la pulizia, l'erba tagliata che non sono forma, ma sostanza, si vincono le elezioni. A proposito, l'asfaltatura è di colore nero: non è che il Bianucci chiederà di cambiarlo, magari con un rosso-fucsia acceso per non suscitare nostalgie del Ventennio?

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