Non una di meno è un movimento femminista e transfemminista che si batte contro la violenza di genere. Noi aggiungiamo Non una di più nel senso che non devono più esserci donne uccise a queste latitudini, costi quel che costi. L'ultima tragedia che ha visto vittima Giulia Cecchettin non è altro che l'ennesimo omicidio, una infinità ogni anno, che colpisce non soltanto l'universo femminile, ma ogni persona dotata di un minimo di umanità e buonsenso. Ogniqualvolta una donna viene assassinata, si chiamano in causa le istituzioni, la scuola, la famiglia, l'assenza di educazione, di rispetto, di cultura. Si annunciano progetti, iniziative di ogni genere, incontri, mobilitazioni, inasprimento delle pene, ma, in realtà, niente viene concretamente fatto e, anche se lo fosse, dubitiamo che si riuscirebbe a porre un freno a questa tragica sequenza di morti più o meno annunciate. Dopo il ritrovamento del cadavere della povera Giulia, abbiamo domandato ad una donna che dalla vicenda era rimasta particolarmente scossa, che cosa farebbe qualora il suo fidanzato dovesse metterle le mani addosso per la prima volta. La risposta ci ha stupito e stravolto allo stesso tempo: "Se è una storia che dura da anni, penso che lo perdonerei, non si butta all'aria un rapporto importante per una volta sola che ti ha preso a schiaffi". Siamo rimasti basiti. Ma come?, ci siamo chiesti, uno ti picchia, ti colpisce e ti fa male usando violenza verso una persona più debole e tu che fai?, perdoni? Ma allora non sarà il caso che oltre a modificare la mentalità più o meno maschilista degli uomini sia necessario anzi, indispensabile, mutare anche quella delle donne? Non è assolutamente comprensibile né, tantomeno, tollerabile e giustificabile che si possa accettare il benché minimo gesto di violenza nei confronti della propria compagna-moglie-partner. Chi picchia una donna, per qualunque motivo e in qualunque modo, deve essere punito. Ma le prime ad esserne consapevoli e convinte devono essere proprio loro, le potenziali vittime.
Trattandosi, spesso, di violenze commesse nell'ambito di rapporti affettivi, è bene che le donne prendano coscienza che chi ha picchiato una prima volta lo farà anche la seconda e, magari, la terza. E, comunque, non è il caso di rischiare ed aspettare. La violenza deve essere bandita da subito, senza alcuna pietà. Per noi, chi uccide una donna uccide una persona che, dal punto di vista fisico, è incapace di potersi difendere e questo rappresenta una aggravante. Come interrompere o rallentare la violenza sulle donne? La pena di morte è l'unico rimedio non ne conosciamo altri. E' probabile che chi sa cosa lo attende nel caso usi violenza nei confronti di una donna, ci pensi due volte o anche di più prima di ucciderla. Per il resto per stupri o episodi analoghi, inasprimento delle pene, ma in maniera robusta, concreta, evitando ogni garantismo.
Inoltre, evitare, anche, di criminalizzare l'uomo in quanto tale, poiché non tutti sono bestie come l'assassino di Giulia e i tanti altri assassini che continuano ad uccidere pur dicendosi innamorati. La violenza si estirpa solamente non avendo alcuna pietà per chi la commette.