"Si tratta di un ulteriore segno di civiltà e di prevenzione, affinché non ci siano altre vittime". Così ha commentato la dottoressa Lina Iervasi, dirigente della divisione anticrimine della questura di Lucca, in merito al protocollo Zeus che è stato firmato oggi 4 marzo.
Fino ad ora, come previsto dalla legge, a seguito della presentazione di una denuncia per violenza domestica, o atti persecutori, il questore presentava, all'esecutore dell'atto, un ammonimento in cui lo esortava ad iniziare un percorso psicologico in un centro specializzato; di tali centri, tuttavia, non ve n'era uno sul territorio della provincia di Lucca, il che creava notevoli disagi. Il protocollo Zeus prevede che un tale centro venga costituito sul territorio provinciale.
"Serve una forma di prevenzione a tutto tondo. Quello che abbiamo visto è che la tutela della vittima, che pure è la nostra priorità, non è sufficiente: dobbiamo anche agire sul responsabile dell'atto, guidandolo in un percorso di responsabilizzazione e consapevolezza che lo porti a prendere consapevolezza del disvalore giuridico, sociale e umano del comportamento che ha adottato - ha spiegato la dottoressa Iervasi -. Solo così potremo evitare non solo, naturalmente, un arresto per l'esecutore dell'atto, ma anche e soprattutto che vi siano nuove vittime. Naturalmente, per quest'aspetto serve la collaborazione di un'associazione specializzata- per questo siamo contenti della grande disponibilità e apertura che l'Associazione consulenza per la famiglia ha mostrato fin dall'inizio".
In rappresentanza dell'associazione, sono state presenti la presidente Patrizia Giannoni, che ha firmato il protocollo assieme al questore Dario Sallustio, e la dottoressa Elisa Pierotti, psicologa psicoterapeuta.
"Noi crediamo tantissimo nella prevenzione - ha affermato la presidente - anche se è un lavoro molto faticoso, che dà i suoi frutti solo col tempo: se anche aiutiamo una sola persona, magari da questa può sprigionare un cambiamento. Per questo siamo stati molto contenti di aderire al protocollo- pensiamo che sia fondamentale lavorare in sinergia con le istituzioni".
"Si tratta di una prevenzione di secondo livello, ma è comunque molto importante - ha proseguito la dottoressa Pierotti -. L'idea di aiutare il maltrattante suona strana, è vero, ma finché così non si fa ci saranno sempre vittime. Vediamo che quello che manca, e che spesso porta a un'escalation della violenza, è proprio l'ABC della comunicazione, del relazionarsi, è questo che è fondamentale trasmettere".
La dottoressa Iervasi ha inoltre comunicato che, grazie al protocollo, sarà possibile sapere periodicamente dalle associazioni quante persone si presenteranno ad usufruire di questi servizi (naturalmente, tutti gratuiti, ci ha tenuto a specificare): così, sarà possibile capire qual è l'impatto che offrire questi servizi sul territorio provinciale può effettivamente comportare.
Foto di Ciprian Gheroghita