Anno XI 
Martedì 6 Maggio 2025
- GIORNALE NON VACCINATO
claudio
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Scritto da Redazione
Cronaca
14 Febbraio 2024

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Giovanni Damiani, 51 anni, di Lucca, all’epoca coordinatore provinciale del movimento di estrema destra Forza Nuova, il coordinatore toscano Leonardo Cabras, 41 anni, di Livorno ed Eugenio Nardi, 34enne di Altopascio, sono stati assolti dal Tribunale Penale Collegiale di Lucca con formula piena perchè il fatto non sussiste dall'accusa di apologia di fascismo aggravata da idee razziste (art. 4 II° comma L. 645/52).

L'avvocato Emanuele Fusi (difensore di Nardi e Damiani) esprime soddisfazione per questa vittoria. Per la difesa degli imputati oggi assolti, infatti non poteva esserci il reato per molteplici motivi: l'assenza di prove su chi materialmente aveva appeso lo striscione; la mancanza del luogo pubblico, essendo lo striscione stato appeso all'interno di una corte privata; la assenza di idee razziste nei post su Facebook e sullo striscione, in quanto essere contro lo Ius Soli e la sostituzione etnica degli italiani è una idea politica legittima che fa parte del dibattito pubblico.

La difesa ha dimostrato, anche documentalmente e con video, che nel 2017 - ossia l'epoca dei fatti processuali - anche i leader dei partiti di massa come la attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro Matteo Salvini, in differenti occasioni oltre ad aver detto chiaramente no allo Ius Soli, avevano esplicitamente accusato il Pd e la Sinistra di creare i presupposti dello sostituzione etnica degli italiani con l'aiuto della finanza internazionale. Pertanto, lo striscione non poteva essere accusato di esporre idee razziste considerato che non veniva esaltata una razza sopra una altra, ma prendeva posizione su un tema politico attuale.

Infine, l'Avv. Fusi ha dimostrato che anche qualora i fatti fossero stati considerati apologia di fascismo, mancava l'elemento del pericolo che l'esaltazione di Mussolini potesse provocare o concretamente rappresentare un presupposto della ricostituzione del disciolto partito fascista; infatti per la Corte Costituzionale, l'art. 4 della Legge Scelba - che punisce l'apologia di fascismo - afferma che l'esaltazione e l'apologia non sono di per sé reato, ma lo è solo se tale apologia ed esaltazione sono finalizzati - o sono un pericolo - per la ricostituzione del Partito Fascista. Ed ovviamente, nel caso di specie, mancava la prova dell'esistenza di questo pericolo.

La Corte si è presa 60 giorni per il deposito delle motivazioni. Nel frattempo l'avvocato Fusi esprime soddisfazione per questa vittoria, in attesa di sapere quale motivo ha portato la Corte ha ad accogliere la richiesta di assoluzione piena da parte della difesa.

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