Si è svolta presso il polo scientifico tecnico professionale Fermi-Giorgi di Lucca, l’iniziativa di commemorazione della Shoah, promossa dalla prefettura di Lucca e dalla consulta provinciale degli studenti.
Accolti dalla Dirigente scolastica, Professoressa Francesca Bini, l’intensa cerimonia ha visto susseguirsi diversi momenti di riflessione.
Il sindaco di Lucca, Mario Pardini, ha sottolineato l’importanza di non sottrarsi all’impegno, individuale e collettivo, di tramandare la conoscenza di quei tragici fatti e ha invitato i ragazzi - tra i diversi eventi organizzati dall’Amministrazione proprio in questa imprescindibile ottica - a visitare la mostra “I fantasmi di Auschwitz”, allestita a villa Bottini.
L’inquadramento storico è stato curato da Jonathan Pieri, Direttore dell’Istituto Storico della Resistenza mentre i rappresentanti delle Forze di polizia hanno delineato le figure di alcuni militari che, in quei tragici momenti, si sono distinti per aver aiutato gli ebrei a mettersi in salvo, come:
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Giovanni Palatucci, già Questore di Fiume, medaglia d'oro al merito civile e Giusto tra le Nazioni, ricordato dal Questore Vicario di Lucca Francesco Nannucci;
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Massimo Tosti, Capitano dei Carabinieri Reali e il Brigadiere Giuseppe Ippoliti, ricordati dal capitano Marco Colella, Comandante della Compagnia Carabinieri di Viareggio;
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Claudio Sacchelli, originario di Seravezza, Finanziere scelto della Guardia di Finanza e medaglia d'oro al merito civile, ricordato dal tenente Gianmarco Vitale, in servizio presso il Comando Gruppo Guardia di finanza di Lucca.
La professoressa Silvia Angelini ha ricordato come “quella” storia sia passata anche dalla provincia di Lucca, con l’internamento a Castelnuovo Garfagnana di alcune decine di ebrei provenienti per la maggior parte dalla Germania e dalla Polonia. Le relazioni sviluppatesi tra questi e i residenti risultano dalla documentazione e dalle testimonianze raccolte dalla professoressa Angelini nel libro “L’orizzonte chiuso” di cui è coautrice e da cui è stato tratto il docufilm “Per un nuovo domani” trasmesso dalla Rai nella serata del 26 gennaio.
Ma sono stati soprattutto gli studenti i protagonisti della mattinata. A loro è stato dato ampio spazio per esporre lavori e riflessioni sulla Shoah.
Simone Angeli, Gabriele Barsotti, Lorenzo Capecchi e Tommaso Ferretti della V AMC del Polo Fermi Giorgi hanno esposto l'elaborato dal titolo "Le parole della Giornata della Memoria", realizzato sotto la guida della professoressa Paola Vignoli. Erano presenti all’iniziativa anche gli studenti della 4BM.
A seguire gli studenti della IV FMQ dell’Istituto Don Lazzeri-Stagi di Pietrasanta- Silvia Vannucci, Anna Tarabella e Fausto Tartarini, Andrea Bertelloni e Alessandra Nanni - hanno illustrato il progetto interdisciplinare sul tema della memoria, nato dalla collaborazione tra una classe del Liceo Artistico e una classe dell’Istituto Tecnico, grazie all’impegno delle Professoresse Elena Borghini, Mirca Rivieri e Catia Chicchi. Hanno contribuito alla creazione dell’elaborato finale (il disegno di un albero che affonda le sue radici nella carta della Polonia), gli studenti Riccardo Pegollo, Camilla Godino, Francesco Togni, Carlo e Claudio Barberi – coordinati dalle professoresse Borghini e Rivieri - Nina Tomaselli, Sara Bonuccelli, Anna Treggiai, Valentina Scetta e Asia Politi, diretti dalla professoressa Chicchi.
Agli studenti della Consulta - Pietro Zucchelli, Lara Costagliola, Chiara Vernazza, Paola Gatto e Tommaso Torlai - il compito di tramandare la memoria dei deportati militari Barsotti Paris, Bascherini Achille, Benassi Osovio, Matteucci Mario, Morchio Giuseppe, Pieraccini Celso attraverso le interviste e i racconti dei loro familiari ai quali hanno consegnato le medaglie d’onore, alla presenza degli Amministratori dei rispettivi comuni di residenza (in calce, i prospetti biografici).
A conclusione, il Prefetto Giusi Scaduto ha ringraziato tutti gli intervenuti per il prezioso contributo offerto nel coltivare la memoria di una pagina così devastante per la storia dell’umanità affinché sia costante monìto per ogni generazione che verrà. Agli studenti ha rivolto un convinto plauso per essersi posti la domanda fondamentale: “Val la pena ricordare?”, argomentando poi la risposta affermativa con matura consapevolezza della genesi e dei rischi che dall’odio incontrastato derivano.
Lucca, 27 gennaio 2024 Il Capo di Gabinetto
Trimarchi
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Medaglia d’onore alla memoria di BARSOTTI PARIS.
Paris Barsotti nasce a Massarosa il 19 aprile 1923. Richiamato alle armi nel settembre 1942 dopo un iniziale e breve congedo, viene assegnato al 2° Reggimento Alpini. Promosso a soldato scelto nel maggio dell’anno successivo, nell’agosto 1943 si trova, con il suo reggimento, di stanza nella zona di Bolzano, dove viene colto dall’armistizio dell’8 settembre. Catturato dai tedeschi, viene deportato in Germania e internato nel campo di concentramento XVIIA nei pressi di Vienna. Detenuto, assieme agli altri prigionieri, in precarie condizioni igieniche e alimentari, venne impiegato nel lavoro coatto presso una fabbrica di munizioni fino al novembre 1944. Inviato quindi in Ungheria e costretto a scavare campi minati, nella primavera del 1945 si trovava ancora in territorio magiaro quando venne liberato. Sarebbe rientrato in Italia nel maggio dello stesso anno .
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Medaglia d’onore alla memoria di BENASSI OSOVIO.
Osovio Benassi nasce a Camaiore il 17 marzo 1924 da Enrico e Concetta Lombardi. Richiamato alle armi nel maggio 1943 dopo un’iniziale, e provvisorio, congedo, venne assegnato al 2° Reggimento Alpini. Catturato in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943, venne deportato in Germania quale Internato Militare Italiano (IMI). Le notizie su Benassi si perdono a partire dal 1944, motivo per il quale venne dichiarato disperso dal Comando Militare di Lucca nel novembre 1946 .
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Medaglia d’onore alla memoria di MATTEUCCI MARIO.
Mario Matteucci nasce a Camaiore il 27 ottobre 1920. Richiamato alle armi durante il secondo conflitto mondiale, venne assegnato alla 30ª Compagnia, X Battaglione del Genio Ferrovieri. All’atto dell’Armistizio si trovava di stanza a Bolzano, dove venne catturato dai tedeschi e deportato in Germania nel campo di concentramento VI G nei pressi di Bonn, in Renania. Durante il periodo di internamento riuscì ad intrattenere una sporadica corrispondenza con la famiglia, nella quale pregava per l’invio di generi alimentari di modo da integrare le scarse razioni giornaliere fornite dai tedeschi. La sua prigionia sarebbe finita alla fine di marzo del 1945, quando l’area di Bonn venne raggiunta dalle truppe statunitensi.
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Medaglia d’onore alla memoria di PIERACCINI CELSO.
Celso Pieraccini nasce a Nocchi, frazione del comune di Camaiore, il 5 settembre 1917. Arruolatosi volontario nella Regia Aeronautica quale aviere allievo sergente pilota nel febbraio 1937, venne inviato alla 2ª Zona aerea territoriale e quindi, in aprile, all’aeroporto S. Caterina di Pola per l’addestramento. Conseguite con successo le ali da pilota, venne nominato sergente di complemento nel luglio 1938 e collocato in congedo il mese successivo in attesa di richiamo. Dopo essere ufficialmente passato dai ruoli del Regio Esercito a quelli della Regia Aeronautica nel 1939, nel maggio 1940 venne richiamato alle armi con mansioni di Governo, venendo definitivamente esonerato dalla carica di pilota militare a causa di una malattia professionale nel 1942. Assegnato permanentemente al ruolo servizi, all’atto dell’armistizio si trovava in forza all’aeroporto di Tirana, in Albania, dove venne catturato dai tedeschi il 9 settembre. Internato nei pressi di Ostrava, in territorio cecoslovacco, sarebbe rientrato in Italia solo alla fine di agosto del 1945. Il periodo trascorso come Internato Militare Italiano (IMI) in Germania gli venne riconosciuto ufficialmente come prigionia di guerra ai sensi dell’art. 6 del D.L. 4/3/1948, n. 137.
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Medaglia d’onore alla memoria di BASCHERINI ACHILLE.
Achille Bascherini nasce il 2 dicembre 1923 a Strettoia, piccola frazione del comune di Pietrasanta. Richiamato alle armi nella seconda metà del 1942 dopo essere inizialmente, e provvisoriamente, congedato, all’inizio del gennaio 1943 venne assegnato al Battaglione Saluzzo del 2° Reggimento Alpini. Catturato dai tedeschi il 9 settembre 1943 in seguito all’Armistizio fra l’Italia e gli Alleati reso pubblico il giorno precedente, rientrò in Italia solo due anni dopo, il 2 settembre 1945, alcuni mesi dopo la conclusione della guerra in Europa. Il periodo trascorso come Internato Militare Italiano (IMI) in Germania gli venne riconosciuto ufficialmente come prigionia di guerra ai sensi dell’art. 6 del D.L. 4/3/1948, n. 137 .
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Medaglia d’onore alla memoria di MORCHIO GIUSEPPE.
Giuseppe Morchio nasce a Torriglia, in provincia di Genova, il 12 ottobre 1917. Richiamato alle armi, partecipò alla Seconda guerra mondiale come sottufficiale, venendo promosso sergente nel maggio 1942. Al momento dell’armistizio era di stanza a Pinerolo, luogo dove venne catturato il 10 settembre. Deportato in Germania, fu internato presso lo Stalag III A di Luckenwalde, nella regione del Brandeburgo. Rimasto prigionieri fino alla fine di aprile del 1945, quando il campo di internamento venne liberato dall’Armata Rossa, rientrò in Italia solo all’inizio di luglio del 1945, due mesi dopo la fine delle ostilità in Europa. Il periodo trascorso in Germania, mentre si trovava ancora a tutti gli effetti sotto le armi, gli venne riconosciuto come prigionia di guerra.