"Sono oltre 600 gli studenti delle scuole medie cittadine che si sono raccolti in piazza Napoleone per esprimere un messaggio semplice e chiaro: continuare a vivere in un continente di pace". Queste sono le parole di Lino Paoli della comunità di Sant'Egidio - Lucca che questa mattina insieme alle scuole secondarie di primo grado è sceso in piazza per dire "Si alla pace e no alla guerra" in Ucraina.
Gli istituti compresivi che hanno partecipato alla manifestazione sono stati i seguenti: Lucca centro, Lucca 2 (Ungaretti), Lucca 3 (Sant'Anna), Lucca 4 (San Marco e Mutigliano) e Lucca 6 (San Vito). Gli studenti delle scuole medie si sono recati in piazza per ribadire tutti insieme per dire che vogliono un mondo migliore fatto di pace e non di conflitti.
"Pace, la guerra non porta a niente", "Pace nel mondo". 2No war", "Stop alla guerra viva la pace" o "Insieme per la pace" sono stati solo alcuni degli striscioni apparsi durante la manifestazione tenuti in mano dagli alunni a pochi minuti dall'inizio del corteo.
"La guerra è un'avventura senza ritorno perchè gli effetti bellici non finiscono mai e durano tantissimo e non rendono il mondo migliore - ha affermato Eleonora, una giovane che ha preso la parola per prima citando papa Giovanni Paolo II-. Non possiamo permettere che molti ragazzi e ragazze che vivono in altri paesi vivano sotto le bombe. Per questo motivo dobbbiamo dire con forza no alla guerra e si alla pace".
Nel corso della mattinata sono stati ricordati i paesi in cui da anni sono in corso conflitti mai cessati. Eì il caso della Siria, dell'Afghanistan e dello Yemen e Iraq, tanto per fare alcuni esempi. Tutto questo, come è stato sottolineato e ribadito più volte, è inaccettbile perchè causa vittime e stragi di persone innocenti che muoiono a causa dei bombardamenti.
La guerra distrugge, stravolge la vita e laddove manca il dialogo subentra la violenza e la ferocia che non guardano in faccia a nessuno. Colpisce i civili, cioè le persone innocenti che improvvisamente si ritrovano in piena solitudine e vivono nella paura, sotto le bombe e lontani dalla proprie famiglie.
"Pace, pace, pace!" ripetevano a gran voce e tutti insieme gli studenti. La guerra non serve per risolvere il disaccordo tra i popoli, anzi, a niente se non a peggiorare la situazione. Mahatma Gandhi diceva "occhio per occhio finisce per rendere il mondo cieco". Con questa espressione intendeva dire che con la cattiveria non si risolve mai nessuna questione.
Tra gli interventi anche alcune testimonianze dirette di chi è fuggito dall'Ucraina come nel caso del piccolo Marko o di Linda, una madre di origini siriane di Aleppo accolta dalla comunità di Sant'Egidio insieme al suo bambino. Quest'ultima, non esendo presente fisicamente in piazza, ha lasciato un messaggio che così recita:" Mio figlio aveva quattro anni quando è scoppiata la guerra. Come altri bambini della suà età era costretto a rimanere a casa e non oteva correre nè giocare fuori. Andare a scuola era possibile ma con tante difficoltà. Non esiste vivere in guerra senza tristezza, lacrime, morti e grida. Nessuno ha il diritto di togliere la tua libertà di vivere in pace. Io ho voluto una vita normale per mio figlio. La comunità di Sant'Egidio ci ha aiutati a realizzare questo desiderio".
Mirko è invece un bambino ucraino arrivato a Lucca circa una settimana fa e lo scorso venerdì ha iniziato a fequentare la scuola Carducci. Dal piccolo palco allestito in piazza, ha raccontato le sue vicende personali prima di giungere in Italia. Il piccolo - quando è scoppiata la guerra - ha ricevuto una chiamata dal papà che combatte nell'esercito. Ascuola non può giocare a basket, viene creato un gruppo di classe dove si parla di ciò che sta accadendo a Kiev. Alle 13 Marko si trova a casa, arriva un'autista del corpo armato dove lavora il padre e lo porta insieme al cane da un'altra famiglia (la madrea si trova fuori dall'Ucraina). L'animale nell'esercito. Mentre è in casa fuori suonano le sirene e durante la notte si nasconde sotto casa poichè si sentono le esplosioni. Parte per Leopoli dove vivono i nonni. Sono circa 400 km e per raggiungere il paese ci impiega 12 ore. Raggiunti vi rimane qualche giorno, poi insieme alla madre prende l'autobus e dopo tre giorni arriva in Italia.
La manifestazione si è conclusa prima con un appello lanciato dai 'giovani per la pace' che chiedono di cessare il fuoco perchè "la guerra è una follia e le parole razzismo e violenza non devono esistere più nel dizionario". Tutti gli studenti dei vari istituti comprensivi si sono riuniti per un flash mob. Tra gli interventi finali anche quello dell'assessore Ilaria Vietina che dal palco ha affermayto che il "camminare insieme, l'incontrarsi e l'ascoltare sono gesti di pace che compiuti ogni giorno portano alla serenità", Il saper accogliere persone diverse per lingua e cultura o aiutare gli amici in difficoltà sono tutti esempi che al meglio riassumono quanto ha spiegato Vietina.