Questa mattina poco dopo le 10 a S. Maria del Giudice, amici, paesani, ex colleghi hanno voluto salutare Oriano de Ranieri, ex vice caposervizio della redazione lucchese del quotidiano La Nazione abitante, proprio, da queste parti e morto improvvisamente l'altra mattina mentre si trovava per alcuni controlli di routine all'ospedale San Luca.
Avremmo voluto esserci, a regalargli l'ultimo saluto e, magari, anche qualcosa di più ad una persona con la quale abbiamo condiviso vent'anni di vita a tu per tu, uno di fronte all'altro, nei locali di Piazza del Giglio al secondo piano. Non ci siamo, volutamente, potuti essere per un motivo in particolare essendo il cimitero di S. Maria del Giudice troppo caro e allo stesso tempo troppa fonte di dolore per cui, sinceramente, non avremmo resistito. Ci sarà occasione, adesso che il tempo si è fermato, per tornarci su e anche per fermarci su a riflettere sui misteri della vita e su ciò che, ricorderai se ne parlava, ci dovrebbe attendere dopo.
Oriano de Ranieri era profondamente religioso o, meglio ancora, era intriso di una religiosità che non lo aveva mai abbandonato e che gli è stata di conforto in molte occasioni tristi della propria esistenza. Uomo solitario che ha vissuto quasi tutta la vita accanto alla madre e che ha saputo, una volta scomparsa, andare avanti da sé alla grande riacciuffando tanto di quel tempo e spazio perduti, nello studio soprattutto, che non era riuscito a fare in precedenza.
Era una persona speciale, umana, che si fermava a parlare con tutti e che di molto, se non di tutto, era curioso. Le sue debolezze erano quelle di un ogni essere umano alle prese con una vita che corre veloce senza, a volte, nemmeno sapere dove andare. Lui aveva viaggiato e vissuto a Milano, ma Lucca, la sua Lucca, gli erano rimaste nel sangue. Così come la frazione di S. Maria del Giudice per la quale era stato sempre una sorta di icona e dove si sentiva a casa propria, amico di tutti, nemico di nessuno.
Non sappiamo se è stato seppellito nella tomba vicina a quella di don Alessandro Banducci suo grande amico. E non troppo distante da un sepolcro a noi particolarmente caro. Ovunque sia andata la sua anima, sarà sicuramente in grado di allietare con le sue battute, a volte pungenti e altrettanto velenose, ma sempre ironiche e condite dalla benevolenza umana, coloro che gli staranno accanto. Dopo Alessandro Del Bianco se ne va un'altra componente di quella straordinaria squadra ricca di contraddizioni, ma anche di talento che fu la redazione della Nazione di Lucca degli anni Ottanta-Novanta del secolo scorso.
In attesa, magari e di sicuro stando a quanto ne eri certo, di rivederci un giorno, abbi cura di te anche in un mondo dove nessuno ha bisogno di prendersi, fortunatamente, cura di qualcuno.