Qualcuno, troppo in fretta, ha pensato di archiviare il tutto come una bravata. I colpi sparati con una pistola caricata a salve all'interno del parcheggio interrato del supermercato Esselunga di San Concordio, in realtà hanno suscitato scene da fare invidia ai film d'azione più quotati, con gente intenta a evitare di farsi investire da un'auto e a scappare credendo di trovarsi nel bel mezzo di un attentato di stampo terrorista. Niente di tutto questo per fortuna, non feriti d'arma da fuoco né travolti da una vettura lanciata a folle velocità in una sorta di gimkana terrorizzante. Ma tanta, tantissima paura sì e nessuno che è riuscito ancora, pare, a capire che cosa è successo e per quale ragione.
E' il tardo pomeriggio del 29 dicembre 2023. Manca poco alle 19. Al piano superiore dove si trovano gli scaffali con la merce aperti al pubblico, si avvertono dei colpi provenienti dal seminterrato. Si pensa a dei petardi, ma, poco dopo, si capisce che c'è qualcosa di ben peggiore. Quei colpi sono, in realtà, degli spari - almeno tre - esplosi da una pistola impugnata da un giovane che, insieme ad altri due, dall'abitacolo della loro Mercedes Classe A di colore grigio, seminano il panico tra i clienti che fuggono terrorizzati in preda al panico convinti di trovarsi nel bel mezzo di una rapina o di un attentato.
Nel seminterrato scendono anche le guardie giurate e alla loro vista il terzetto si dà alla fuga riuscendo a far perdere le proprie tracce non senza prima, però, aver permesso ad alcuni testimoni, di annotare il numero di targa. Eccolo: GB...RY. Interviene sul posto anche la polizia. Non si riesce a comprendere, inizialmente, che cosa sia avvenuto.
Era stata una giornata piuttosto movimentata quella del 29 dicembre, un venerdì, con l'arresto, la mattina, di un rumeno che si era impossessato di un carrello della spesa con circa 700 euro di merce rubata. Lo avevano beccato in due e fatto arrestare dalle Volanti, ma lo stesso si era reso protagonista, una decina di giorni prima, di un analogo episodio e, quella volta, era riuscito a scappare con 1100 euro di prodotti vari asportati dal supermercato.
Delle indagini si occupa la squadra mobile della questura e la prima cosa che si fa è risalire al proprietario dell'auto. L'uomo vive a Bergamo e l'auto risulta immatricolata laggiù, solo che, viene appurato dagli investigatori, che il soggetto è completamente estraneo ai fatti, ma allora, visto che la Mercedes non risultava rubata, chi l'aveva presa in... prestito e come mai il proprietario non ne sapeva nulla? Puzza di bruciato.
A quanto pare i tre giovinastri responsabili del raid che soltanto per un soffio non ha causato danni o, peggio ancora, feriti, sarebbero già stati individuati e anche identificati, ma niente trapela dalla questura, nemmeno la loro nazionalità anche se sembra probabile siano italiani.
Ma perché tre uomini avrebbero combinato tutto quel casino rischiando, tra l'altro, anche di provocare chissà quali conseguenze? Solo per divertirsi in vista della notte di San Silvestro? E' apparso subito evidente, però, che doveva esserci qualcos'altro.
Ebbene, proprio quel 29 dicembre, all'ora di pranzo o giù di lì, il direttore del supermercato si era visto affrontare a brutto muso da un cliente molto su di giri che, addirittura, lo aveva preso a schiaffi nonostante l'intervento, immediato, di uno degli addetti alla sicurezza che aveva evitato il peggio. L'aggressore, un napoletano, pare sia una sorta di accaparratore, ossia uno di quelli che, proveniente dal sud, sale al centro-nord durante le festività, in genere accompagnato da complici, acquista merce in offerta per migliaia di euro e, poi, scende di nuovo al sud per rivenderla a prezzo maggiorato.
Già nei supermercati Esselunga di alcune località vicine era stato registrato il fenomeno con qualche problema allorché veniva contestato dalla direzione del supermercato l'acquisto di un numero di confezioni superiore al consentito. Il direttore dell'Esselunga di San Concordio, a quanto pare, ha presentato regolare denuncia.
E allora ecco che l'episodio della sparatoria potrebbe essere una conseguenza-ritorsione di quanto successo durante il giorno. E' una ipotesi sulla quale stanno lavorando gli uomini della squadra mobile coadiuvati anche dai colleghi della Digos.
In ogni caso, sarebbe giusto che i lucchesi sapessero, esattamente, da che cosa sono fuggiti rischiando di essere investiti e rompersi, magari, anche una gamba. L'evento è sicuramente di quelli inquietanti. Attendiamo di conoscere l'esito degli accertamenti cosa che, nella chat dove, in genere, arrivano le veline di via Cavour, non crediamo possa essere trasmesso.