È stata pronunciata come da protocollo reale la temutissima frase “the London Bridge is down” (è crollato il ponte di Londra), che annuncia in codice la morte della regina Elisabetta II dopo 70 anni di regno.
Dal 6 febbraio 1952 ad oggi, da Churchill passando per la seconda guerra mondiale, Elisabetta II ha nominato 15 premier, ha conosciuto 5 Papi, ha visto 150 capi di Stato, grandissima lavoratrice, ha sempre dato l’esempio, ha sempre rassicurato la nazione, ha retto imperterrita a scandali di ogni tipo causati da vari membri della famiglia reale: dal divorzio di Carlo e Diana, alla morte di quest’ultima con l’ombra del sospetto sul famoso incidente d’auto in cui la principessa più amata della storia inglese perse la vita a Parigi, alle avventure amorose del principe Andrea e della di lui consorte Sara Ferguson immortalata con un amante in atteggiamenti hot. E ancora: Elisabetta II ha attraversato senza tentennare la recente Brexit, ha ingollato in assoluto silenzio mediatico il dispiacere causato dallo scandalo del principe Andrea coinvolto in modo profondo nelle vicende sessuali di Epstein, tanto da costringerla a farlo ritirare per sempre dalla vita pubblica, ha patito il distacco dell’adorato nipote Harry dalla famiglia reale, provocato dai dissidi insanabili tra la moglie e la Ditta, che ha comportato la cosidetta Megxit.
La morte del principe Filippo il 9 aprile 2021 ha sicuramente segnato questa fortissima, minuta regina che per la prima volta nella sua storia ha manifestato in volto e nella postura il dolore per la perdita del suo amatissimo marito; sino ad allora infatti Elisabetta II non aveva mai una volta mostrato in pubblico i propri sentimenti né le proprie emozioni, né si era mai lasciata scappare commenti inappropriati in base al motto never explain never complain.
Lo scorso giugno aveva partecipato - anche se con apparizioni centellinate rispetto all’originario programma - ai festeggiamenti per il suo giubileo di platino per i 70 anni di regno, godendosi l’amore incondizionato dei suoi sudditi.
Due giorni fa la regina aveva nominato formalmente la nuova premier inglese, nomina che per la prima volta è avvenuta in Scozia a Balmoral e non a Londra come previsto dal cerimoniale inglese. Era apparsa smagrita e con le mani annerite sul dorso, un po’ più curva ma col suo solito sorriso rassicurante e con l’immancabile borsetta con cui lanciava messaggi in codice ai suoi più stretti collaboratori.
Inevitabile chiedersi cosa accadrà adesso alla monarchia britannica, se Carlo, il nuovo prossimo re, già anziano con i suoi quasi 74 anni il 14 novembre, saprà portare avanti la più longeva dinastia reale d’Europa, ultimamente provata da numerosi scandali.
Di sicuro in moltissimi, e non solo nel Regno Unito e nel Commonwealth, sentiranno la mancanza della regina Elisabetta e nessuno mai indosserà come ha fatto lei con il suo ineguagliabile stile i famosi abiti spesso color pastello ma a volte sgargianti con i cappellini in pendant (che indossava non certo a caso ma per essere sempre ben visibile alla sua scorta, anche da lontano).
Sicuramente Elizabeth Alexandra Mary, nata il 21 aprile 1926, ha tenuto fede alla promessa fatta durante la sua incoronazione a soli 25 anni quando affermò "Dichiaro alla vostra presenza che tutta la mia vita, breve o lunga che sia, sarà dedicata a servire voi e la grande famiglia imperiale di cui siamo tutti parte”.
God save the Queen, may Her Majesty rest in peace.