Condottiero, soldato di ventura e uomo dalle grandi doti militari, strategiche e diplomatiche. E' quanto emerso dal terzo incontro del festival l'Augusta dal "Castruccio Castracani: quando Lucca era capitale". Ne hanno parlato il docente di materie letterarie Francesco Tricomi, lo storico e saggista Umberto Sereni, il giornalista
Alessandro Bedini e Castruccio Ludovico, un discendente del Castracani.
Alessandro Bedini, che ha presentato il suo libro "I delitti della fortezza Augusta", ha introdotto la serata partendo dall'analisi del contesto storico-politico dell'epoca fino ad arrivare a descrivere la figura del condottiero.
Ha evidenziato i punti salienti della sua vita così come le date più significative riguardanti Lucca. Innanzitutto il 1301, anno dell'esilio della famiglia Castracani, costretta a recarsi ad Ancona a causa delle lotte fratricide tra i guelfi bianchi e neri. Castruccio va in Inghilterra alla corte di Edoardo II a Londra, poi partecipa alla guerra di Fiandre si schiera con Filippo Il Bello, re di Francia. Torna in Italia sotto la dipendenza del governo di Venezia e nel corso della guerra tra Lucca e Pisa lo troviamo al fianco di Uguccione della Faggiola. Entrambi i condottieri entrano a Lucca nel 1314 e in due giorni saccheggiano la città. Oltre a spargimenti di sangue vengono rubati i tesori pontifici nella basilica di San Frediano e Castruccio è scomunicato.
L'incontro ha dato spazio anche ai tempi della signoria del Castracani con particolare attenzione alla battaglia di Altopascio, al periodo della cattività avignonese, ovvero del trasferimento del papato da Roma ad Avignone e all'antipapa Niccolò V.
Nel 1328 muore e non riesce a compiere il suo disegno egemonico che cominciava a prendere forma. Esso consisteva nella creazione di uno stato regionale che andava dalle Alpi Apuane alla Maremma con Lucca come capitale.
Castruccio Ludovico, discendente degli Antelminelli, ha spiegato il motivo del suo nome. Il padre Francesco, un accademico navale che ha partecipato all'impresa di Fiume e conosciuto Gabriele D'Annunzio,lo chiamavano Castruccio Ludovico. Era comandante della flotta fiumana ed è stato anche un pluridecorato sommergibilista.Il discendente ha poi parlato della dimora di Fano. All'interno dell'edificio storico si trovano affreschi raffiguranti le storie del Castracani ed eseguite da un pittore manierista. Si vede un accoltellamento dove vengono uccisi due notabili inglesi e il condottiero di origini lucchesi imprigionato nella torre di Londra ma riesce a salvarsi con i soldi dei banchieri.
Nel corso della serata l'incontro si è soffermato sull'aspetto letterario con particolare riferimento al Niccolò Machiavelli e a Mary Shelley, autrice del Frankenstein. Il primo definisce il Cstracani "il principe della Toscana", la seconda dedica un romanzo storico alla figura del condottiero dal titolo "Valperga: life anda adventures of Castruccio, prince of Lucca".
E infine la presentazione del libro di Bedini. "I delitti della fortezza Augusta" è un romanzo storico-thriller, così definito da Franco Cardini nell'introduzione, ed è firmato dall'altro coautore, ovvero Andrea Consorti. Il manuale descrive l'Augusta, le sue 29 torri, i cortili interni e i passaggi sottorranei. Con l'aggiunta di aneddoti, delitti, misteri e la vigilia della battaglia di Altopascio.