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Scritto da Redazione
Economia e lavoro
29 Aprile 2022

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A darne notizia è Simone Pialli segretario generale della Fisascat Cisl Toscana Nord il quale riferisce di una situazione che si è venuta a creare nel sito produttivo dell'Oleificio Salvadori a Porcari.

"Qualche mese fa - dichiara  il sindacalista - sono stato contattato dai lavoratori dell'Oleificio, i quali, lamentavano una serie di problematiche tra le quali un forte ricorso al lavoro straordinario dovuto in molti casi alla carenza di personale.

Personale che in alcuni casi non è nemmeno inquadrato correttamente rispetto alle mansioni che svolge".

"Inoltre - sottolinea Pialli - vi è la mancanza dei più elementari servizi, armadietti e punto ristoro per la fruizione della pausa, fino ad arrivare a quella che ritengo essere la più grave delle segnalazioni, ossia la saturazione degli spazi disponibili al passaggio di uomini e mezzi poiché rende pericolose le movimentazioni e che riguarda direttamente la sicurezza sul posto di lavoro.

Inizialmente l'azienda ha accettato il confronto, promettendo delle aperture e degli interventi strutturali che poi non ha mantenuto.

Dopo alcuni mesi di infruttuoso confronto i lavoratori, riunitisi in assemblea, hanno deciso di attivare uno stato di agitazione con conseguente blocco degli straordinari al fine di mettere l'azienda di fronte al fatto che gli impegni presi non sono stati in definitiva mantenuti".

"Per tutta risposta al blocco degli straordinari - fa sapere il segretario Fisascat Cisl Toscana Nord -,  l'azienda ha prodotto un orario di lavoro in cui era previsto lo straordinario obbligatorio per la giornata del 25 aprile e ai lavoratori, che legittimamente hanno deciso di non recarsi a lavorare e di godere della festività, ha fatto pervenire lettere di contestazioni disciplinari.

È mia intenzione ribadire alla Direzione dell'Oleificio Salvadori che ci sono ben tre sentenze della Cassazione che sanciscono il fatto che il datore di lavoro non può obbligare il lavoratore a prestare servizio nei giorni festivi, siano essi di natura civile o religiosa.

Ci auguriamo - conclude il sindacalista – che la stessa situazione non si ripeta per la festività del primo maggio".

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