Le parole più azzeccate, paradossalmente, le ha pronunciate proprio lui, Andrea Bacci, piovuto direttamente a Roma e appositamente per essere presente all'evento. L'ex presidente della Lucchese Libertas 1905, a fine cena, al momento di dare un giudizio sulla serata, ha esordito che non è facile mangiare così bene al ristorante di un albergo, in questo caso il Grand Hotel Guinigi sulla via Romana ad Antraccoli. E ha assolutamente ragione. L'ennesima cena-evento organizzata dal direttore (ir)responsabile della Gazzetta di Lucca ha trovato nella location di Irene Luvisi che ne è la proprietaria un luogo ideale e, per certi versi, addirittura, magico dove ritrovarsi in compagnia di alcuni amici o anche semplici conoscenti che non si vedevano da lustri o quasi.
Enogastronomicamente parlando una cena ai limiti della perfezione, grazie all'abilità, in cucina, di due chef made in Lucca, Ilaria Tongiani e Francesca Reda che hanno proposto un menu da leccarsi i baffi e che ha soddisfatto i palati esigenti e abituati a certi livelli di qualità, dei commensali o, almeno, di molti di loro. Ottimo il servizio per la bravura e la competenza di Fabio Ferraro e Marina Gerasimova che hanno coccolato, letteralmente, i commensali. Sulla tovaglia bianca i vini di un'azienda, Romantica Franciacorta, con sede in Via Vallosa a Passirano nel cuore della Franciacorta in provincia di Brescia. Per l'occasione sono state stappate due bottiglia Blanc de Blancs annata 2016 e il risultato è stato, semplicemente, sorprendente, con un perlage degno di nota e un gusto straordinario. Ottimi anche il rosato 2021 ed entrambi hanno accompagnato sia lo sformatino tre colori con fonduta al Parmigiano Reggiano stagionato 36 mesi, pomodorino confit e cialda croccante sia il pacchero gratinato con ricotta, menta, basilico e zest di limone su crema di zucchine allo zafferano e timo, quest'ultimo piatto semplicemente sublime.
Merito, onestamente, non solo dell'improvvisato sommelier, ignorantissimo tra l'altro, ma curioso e aspirante, autore di queste righe, ma, in particolare, della padrona di casa, al secolo Irene Luvisi, proprietaria dell'albergo e donna che definire vulcanica è dire poco se si pensa alle tante iniziative e idee che ha in cantiere per la sua creatura che vanta 167 camere, più di ogni altra struttura ricettiva della nostra provincia Versilia inclusa. Donna Luvisi ha voluto fortemente questa serata così come crede fortemente nell'apertura del Grand Hotel Guinigi ad eventi di carattere culturale e non soltanto. Il colpo d'occhio sulla tavola apparecchiata è stato di quelli da togliere o quasi il fiato. Un attestato di stima per il giornale della Gazzetta e, soprattutto, per i suoi ospiti che è giunto il momento di passare in rassegna con un breve, ma, ci auguriamo, esauriente ed esaustivo ritratto.
Accanto a chi scrive, in una sorta di a sinistra del padre, il coetaneo Loreno Bertolacci, giornalista delle Gazzette, condirettore di quella del Serchio, colonna del giornale a tutti gli effetti. Geometra d'assalto, in pensione soltanto a parole visto il suo iperattivismo, è uomo che si infiamma facilmente, ma è anche capace di grandi slanci e di altrettante profonde riflessioni. Un amico ancor più che tutto il resto.
Accanto a lui c'è Giovanni Ansel, lo storico commercialista delle Gazzette, colui che gestisce la parte economico-finanziaria, la scure che taglia e cuce, che aggiusta e sistema, che assegna e rimuove. Persona fidatissima e competente, si scoprirà nel corso della serata che è stato il primo a gestire la contabilità del negozio di scarpe che un tale Italo Fontana, oggi famoso in tutto il mondo per i suoi orologi U-Boat, aveva aperto tanti anni fa prima di dedicarsi alle lancette. Italo Fontana è un genio a tutti gli effetti, non si spiegherebbero altrimenti le sue trovate che hanno reso i suoi orologi da polso tra i più venduti e i più amati, a partire dalla corona sulla sinistra del quadrante invece che su quello destro, le grandi dimensioni della cassa, per l'epoca, fine anni Novanta, una novità pressoché assoluta. Tutte cose sulle quali, all'inizio, ironizzavano gli addetti ai lavori e non soltanto. Tre mesi fa Fontana ha aperto un negozio di 150 metri quadrati a Madison Avenue, nel cuore di Manhattan a New York, un successo visto che il mercato nordamericano è il più ghiotto e fedele al brand. Questo cinquantenne d'assalto è nato e cresciuto al Piaggione dove i genitori possedevano una bella casa. La sua è una storia che ha dell'incredibile e, prima o poi, la racconteremo tutta. Pochi giorni fa ha voluto consegnare a Mimmo D'Alessandro un orologio personalizzato per i 25 anni del Summer Festival. In una città che non se ne è mai ricordato e dove nessuno, salvo smentite dell'ultim'ora, gli ha mai regalato qualcosa, ciò ha rappresentato una inevitabile fonte di commozione e riflessione per il patron partenopeo. Al lato opposto della tavola, sta Andrea Taddeucci, commercialista e braccio destro di Fontana, marito di Rita che possiede il centro estetico Tuinà all'Acquacalda. Andrea Taddeucci è un appassionato di auto d'epoca e, in particolare, di Jeep Cherokee: non è raro imbattersi nella sua splendida vettura restaurata completamente da Matteo Sorrentino di Mr. Wagoneer a San Filippo. Taddeucci segue da sempre le imprese del suo cliente e amico Fontana.
Questa volta a cena c'è un personaggio che ha fatto la storia di questa città. Ci riferiamo a Maurizio Ughi, storico fondatore e proprietario di Snai, poi ceduta. Uomo di grande carattere e personalità, a suo agio ovunque, cultore da sempre dell'equitazione così come Albaclara Fontana, l'amazzone figlia di Italo. Mio padre - ha raccontato Ughi - voleva farmi fare uno sport qualsiasi purché mi muovessi visto che pesavo troppo. Ma non c'era verso e io non ne volevo sapere. Poi qualcuno gli disse di farmi montare a cavallo e lui, giustamente, osservò che ero io che dovevo faticare non il cavallo. In realtà l'equitazione è uno sport faticoso, lo sa bene chi lo pratica con assiduità. Cominciai così e non ho più smesso. A Ughi la palma del più elegante della serata, rigorosamente in completo blu nonostante un caldo non facile da sopportare.
Maurizio Ughi è di origini livornesi e mentre un ramo della famiglia è venuto a Lucca, un altro è rimasto a Livorno dove ha fatto fortuna nel commercio. La gelateria Ughi all'Attias ha fatto epoca e un Alberto Ughi dell'Unione Canottieri Livornesi, figlio di uno zio di Maurizio, è arrivato quarto nel K4 alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Ebbene, quel giovanotto dai muscoli possenti, era il figlio di una certa Mercedes Pracchia, cugina della 98enne nonna Dory Chimenti, livornese docg, mamma del solito irresponsabile direttore che sta scrivendo il pezzo. Siamo, quindi, parenti alla lontanissima del fondatore della più importante azienda italiana e non soltanto, di scommesse.
Chi non conosce Giuliano Satti, uno dei fondatori e proprietari di Essegi Immobiliare, storica impresa del settore a Lucca che ha da poco festeggiato i suoi primi quarant'anni? Satti e suo fratello Raffaello ci hanno accompagnato lungo i 30 e più anni della nostra permanenza in questa valle di lacrime, vendendoci e acquistandoci case e appartamenti. A loro la gratitudine per una serietà che, nel tempo, non ha conosciuto tentennamenti. Bravi.
I partecipanti a queste reimpatriate gastronomiche hanno in comune solamente una cosa ed è per quella cosa che vengono cooptati dal sottoscritto: hanno, cioè, il minimo comune denominatore di essere conosciuti e stimati dall'organizzatore dell'evento. Stasera, però, ce n'è uno che è da poco a Lucca, ma si è fatto valere per essere arrivato primo nella lista politica alle ultime elezioni presieduta da Alberto Veronesi. Stiamo parlando di Lorenzo Pantanelli, dottore commercialista e proprietario del piccolo supermarket Pam in piazzetta dei Cocomeri. Pratese - non si può essere perfetti - sveglio, capace, è sposato e ha un figlio di nome Manfredi. E' in cerca di spazio e visibilità in questa città notoriamente restìa a riconoscere i meriti di chi proviene da fuori: chissà che non possa essere l'ennesima eccezione.
Ecco un altro amico caro, uno che ci conosce bene per averci affiancato in momenti più o meno belli: Rodolfo Pasquini presidente di Confcommercio al quale siamo legati per tante ragioni. Straordinariamente performante, sempre indossando il top in fatto di gusto e qualità, lucchese docg e anche qualcosa di più, racconta un aneddoto che ci vide coinvolti suo malgrado una sera che eravamo a cena con le rispettive signore e non solo, all'Enoteca Marcucci a Pietrasanta. Improvvisamente, un bicchiere di champagne destinato a noi e lanciato da una gentile donzella, investì, invece, lui che non c'entrava nulla e che, però, si trovava, sfortunato, sulla... linea di tiro. Grazie Rudy per esserci a questo evento. Tra l'altro Pasquini ha appena presieduto l'assemblea annuale di Confcommercio che lo ha visto disegnare un bilancio niente male per l'associazione di cui è stato direttore per lustri. Anche lui ha ricordato un giovanissimo Italo Fontana iscritto col papà e la sua attività di abbigliamento nel centro storico, alla Confcommercio di tanti anni fa.
In ritardo come sempre, ma non lo fa apposta dice lui e, almeno questa volta, avendo appena viaggiato direttamente da Roma dove tornerà l'indomani ossia oggi, giustificato e giustificabile, Andrea Bacci, ex presidente della Lucchese Libertas 1905. Con lui l'amicizia è rimasta inalterata anche dopo le vicissitudini che ne hanno caratterizzato l'impegno nel sodalizio sportivo rossonero. L'anno scorso trascorremmo il compleanno, il 26 luglio, a cena nel suo ristorante di Castiglion della Pescaia che, ora, ha una gestione che vede coinvolto anche suo figlio già addebntro alla materia e proprietario di alcuni locali in Toscana tra cui uno nel centro storico a Firenze. Saremo da lui anche nei prossimi giorni, una location sul mare in una delle più belle località di villeggiatura della Costa degli Etruschi e della Maremma. Non appena Bacci scorge di spalle Nicola Giannecchini, ex presidente del Cda della Lucchese, scatta l'abbraccio inevitabile. I due, infatti, sia pure tra qualche scontro caratteriale visto che Bacci non è uno facile, sono rimasti in ottimi rapporti pur senza incontrandosi da tempo. Gli aneddoti calcistici si inseguono, come quella volta a Correggio, spareggio per l'accesso tra i professionisti, con tutta la dirigenza rossonera al gran completo in tribuna e con Bacci che, ad un certo punto, disse a Marco Gonzadi di mettersi la maglia alla rovescio così avrebbero vinto. E, infatti, andò proprio così. O come quando, tra il pubblico locale, in tre, Umberto Sereni, Arturo Lattanzi e Marcello Bertocchini, presi di mira, reagirono grazie alla temerarietà di Sereni che apostrofò uno degli 'avversari' definendolo fascista e ricevendo, in cambio, una durissima protesta perché lui, di fascista, non aveva proprio niente e non ne voleva nemmeno sentir parlare.
Andrea Bacci apprezza il Rosso di Montalcino Banfi, ma, soprattutto, la bottiglia di Ciliegiolo della Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano. Ottimo e fruttatissimo. Meraviglioso retrogusto. Abbinato al maialino di cinta senese cotto a bassa temperatura con Mela Annurca e patate alla Sassi. Ebbene, giudizio unanime di tutti, Toni Lazzaroni in testa, sulla bontà della carne appena servita. Un must, cucinato da dio, tenero come il burro, con una salsa stupenda. Brave Francesca e Ilaria. Ripetiamo, il ristorante del Grand Hotel Guinigi è realmente di altissimo livello.
Toni Lazzaroni appunto, un pezzo di storia e che storia, della ristorazione lucchese: dall'Antico Caffè delle Mura alla Casina Rossa quando erano locali gettonatissimi dalla movida e non solo, lucchese. Toni è un grande professionista e ha ricoperto ruoli di importanza nel settore del turismo. Giorni fa ha dato l'annuncio di aver ripreso la gestione della casa del Boia e relativa casermetta sulle mura. Vedremo cosa saprà dare alla città. Con lui il fratello Marco Lazzaroni, rigorosamente astemio, ex vice presidente nazionale delle sale da ballo, disc-jockey ma legato da sempre solo e soltanto al vinile, gestore anche lui di alcuni tra i più bei locali della provincia, a cominciare dal Colle Paradiso in quel di Chiatri. Tanta roba all'epoca. Sia lui sia il fratello più grande sono venuti con entusiasmo all'appuntamento ed è stata l'occasione per rivedere un po' di gente.
Tra gli invitati anche l'avvocato Marcantonio Gambardella, gaudente ed elegante, anche lui con un completo giacca e pantaloni, ma di lino e di colore écru. A lui abbiamo affidato il nostri futuro letterario visto che abbiamo deciso di abbandonare la nostra vecchia, si fa per dire, casa editrice essendo andati via o allontanati i nostri punti di riferimento. Dovremo salire a Milano per chiudere tutto e riaprire con qualcun altro.
Nicola Giannecchini dove lo avevamo lasciato? Giusto, stava con Bacci e rievocavano i bei tempi andati oltre a quando se ne andò proprio nel vero senso della parola. Giannecchini lo conosciamo da molto tempo, da quando ambedue avevamo una compagna poi diventata ex come accade, purtroppo o per fortuna non si sa, nella vita degli esseri umani. La sua azienda Ristorazione Del Monte è al vertice e il Caffè Bonito, sua torrefazione, altrettanto. Molto bella la sua sede di San Filippo dove lo affianca la moglie Ilaria Maraviglia. Giannecchini, con Carmelo Sgrò, è stato tra i più fortunati ex consiglieri di amministrazione rossoneri. E' venuto via prima e si è salvato. Beato lui. Quandos ente alle spalle muoversi qualcuno e si volta, intravedendo e riconoscendo il Bacci, si lascia andare ad un caloroso e affettuoso abbraccio. I ricordi vanno e vengono, ma, in queste circostanze, è più facile che vengano.
Dulcis in fundo, una inedita apparizione, quella di Massimiliano Bindocci, gaudente sindacalista ex Cgil poi, giustamente, ravvedutosi e passato armi e bagagli alla Uil dove sta tutt'ora. Politicamente candidato a sindaco per i Cinque stelle, Bindocci è rimasto molto deluso dalla formazione di Beppe Grillo. Anche noi invero. Bindocci è sempre stato onesto e puntuale con la Gazzetta, speriamo continui.
Foto Ciprian Gheorghita