Tutto è andato a compimento. Da quando Simone Pancetti, giovane sommelier di grandi capacità, ha acquisito quella perla a nome Alex, a Tonfano, gli scalini verso l'alto hanno cominciato a inanellarsi, mese dopo mese, menu dopo menu. Il progetto è stato, da subito, chiaro: definire un già ottimo servizio di sala, mantenere la tradizione del locale versiliese, tra atmosfera e sostanza, ma spostare l'asticella sempre un po' più in alto per avvicinarsi ai mostri sacri versiliesi.
Può darsi che qualche gourmet di vecchia data o qualche buongustaio rampante, ancora diffidi, ma noi che viviamo il territorio e che da tempo abbiamo messo occhio al Pancetti Project, possiamo consigliare che se così fosse, si starebbero sbagliando.
Investimento in cucina, una brigata rodata capitanata da Gabriele Polonia e tutta la maniacale attenzione al dettaglio e al “migliorarsi” di Pancetti regalano una cena di godimento, ricerca e qualità.
Bagnati da Champagne, etichette locali o scelte originali(decidete voi), lascetevi pure andare. Straordinariamente calibrato il Gambero blu con burrata, un fine gel di mela e polvere di pomodoro. Ancora esotico lo Scampo con scaloppa di foie gras, pesche e pan brioche. Il retrò è rivisto e superato, le porzioni sono abbondanti. Più classica la Lasagnetta tra pesto e Scoppolato di Pedona, più ardito il Pacchero di ricci di mare, mandorle e caffé della apuane, potente, grumosamente suadente con un sentore di tabacco.
I secondi sono compiuti, in classico stile (nuovo) Alex, “Come una Nizzarda”, tra tonno ben cotto, uovo a -20°C(!) e maionese d'acciuga oppure un buon Petto d'Anatra cui si offre anche una versione cruda. Il puré è quello della ricetta di Rebuchon. Si spende sui 55 con un tris di possibilità per quanto concerne i menu degustazione. Un ristorante che si ritrova in se stesso e si riscopre completamente nuovo, un plauso a questa banda di bravi ragazzi, giovani ma con gli attributi.