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Scritto da aldo grandi
Enogastronomia
12 Maggio 2022

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Era un bel po' di tempo che non mettevamo piede in via Cenami dall'amico Antonio Di Cecio dell'Oste di Lucca. Numerosi i cambiamenti apportati, primo fra tutti una cucina tutta made in Garfagnana o giù di lì. Questa volta l'Oste non ha voluto fare sconti e ha preteso che dietro ai fornelli ci fosse gente della zona.

A tavola siamo in tre, tutti con un unico minimo comune denominatore: tifiamo, infatti, per la viola. Accanto a me, direttamente da Prato, un giornalista che la Fiorentina la ama e ne parla alla radio e in Tv con una onestà intellettuale che non ha eguali, un collega che è capace di rendere il calcio una metafora della vita, ma, soprattutto, in grado di governarlo e giudicarlo all'insegna del buonsenso. Il nome? Provate a indovinare. Sul fronte opposto, seduto anche lui all'Oste di Lucca in nostra compagnia, Marco Materassi, giornalista sportivo, cresciuto alle Gazzette, fiorentino di nascita, ma livornese di adozione, ex mega-dirigente della Banca Toscana quando la Banca Toscana era un giore all'occhiella per la nostra regione e che poi, purtroppo, è stata assorbita dal polpo dai mille tentacoli denominato Mps. Tutti sanno come è andata a finire.

Oltre ad essere tutti profondamente innamorati della Fiorentina salvo chi scrive che sia pure senza mai tradirla, non ha potuto seguirla come avrebbe, forse, voluto, tutti e tre siamo degli amanti delle tradizioni gastronomiche della nostra terra, la regione più bella d'Italia senza fare torti a nessuno. Il giornalista fiorentino-pratese originario di Bagno a Ripoli, è un grande estimatore della ribollita e sostiene, probabilmente a ragione, che per ribollita si intende una zuppa che si prepara in un ambito territoriale ristretto a una certa zona e la Lucchesia non ci rientra. Può darsi che, geograficamente, abbia ragione, ma abbiamo voluto fargli assaggiare la zuppa che preparano in via Cenami e che a noi sembra ottima. In più, anche il farro e sentire cosa ne pensa. 

Materassi è in procinto di salpare, si fa per dire, in realtà volare per l'Algarve, in Portogallo. E' difatti, uno di quei pensionati che hanno scelto fiscalmente di attraversare l'Europa per andare a vivere in un Paese dove la tassazione è minore. Come rimproverarlo?

Noi, a dieta più o meno rigorosa, optiamo per una caprese fatta da una immensa, per dimensioni, mozzarella di bufala proveniente da Battipaglia, da basilico e pomodori appena acquistati non al supermercato, ma, come fa ogni giorno Antonio, al mercato ortofrutticolo ai Macelli. Per chi non è di Lucca o, magari, non lo sa, acquistare frutta e verdura al mercato dei Macelli è una scelta di vita oltre ad essere il modo migliore di mangiare questi prodotti sapendo che sapranno di qualcosa. 

A noi ce lo ha insegnato, tanto tempo fa, una ex suocera che amava cucinare e lo sapeva fare divinamente al punto che, con lei, aumentammo il peso passando dai 75 chili immutabili e intoccabili, ai 94 qualche anno dopo. Ad un certo punto, inevitabilmente, abbiamo dovuto cambiarla. La suocera. Battute a parte, ricordiamo ancora con affetto e simpatia quando la mattina la accompagnavamo a fare la spesa e a questa persona dobbiamo molto, ma molto più di qualsiasi chef stellato se abbiamo imparato qualcosa del saper mangiare e, perché no?, anche del saper vivere.

Tornando al tavolo dell'Oste, inutile aggiungere che la caprese è andata giù condita con olio extravergine, sale e una montagna di pepe che dicono faccia male ma chissenefrega della serie toglieteci anche quello. Niente vino e appena appena un mezzo bicchier d'acqua. I due amici a fianco hanno ordinato solo mezza porzione di farro e altrettanta di zuppa frantoiana. Ci tenevo al giudizio del giornalista fiorentino perché ne conosco non soltanto la straordinaria professionalità e il modo, sublime, di scrivere, ma ne apprezzo particolarmene la equità del giudizio.

Ebbene, davanti ad un Di Cecio sempre, va detto, pronto ad ascoltare e a imparare - questa è la sua dote migliore, ascolta, non commenta e cambia migliorando - abbiamo avuto la conferma che la zuppa frantoiana, pur non essendo, letteralmente una ribollita, le si avvicina ed è, soprattutto, molto buona e, quindi, promossa pieni voti. Per il farro, invece, giudizio più misurato, in quanto e qui concordiamo, è troppo leggero mentre il farro lucchese o anche garfagnino, è più forte e anche più spesso e con un colore più intenso grazie all'impiego di una robusta quantità di fagioli. Il fatto è, ha spiegato l'Oste di Lucca, che non a tutti i commensali piace un piatto particolarmente intenso e dal sapore forte del fagiolo per cui si è scelto di mantenere sì gli ingredienti, ma alleggerirlo un po'.

Abbiamo concluso con dei fagioli cannellini provenienti dalla Garfagnana davvero ottimi e con dei ceci buoni, ma nella normalità. 

Quanto alla mozzarella di bufala, una carezza per la bocca e il palato, una polpa che rilasciava ancora il latte. Pomodori, finalmente, con sapore di pomodoro e basilico di un verde così intenso da farti sentire orgoglioso di essere italiano. 

C'è anche il tempo di una dedica sulla prima pagina del libro Violitudine che Materassi ha portato proprio per farselo autografare. Essere tifosi viola è una scelta di sofferenza e di vita. Si gode poco, ma non c'è niente da fare. A differenza di mogli e mariti dai quali si può sempre divorziare, la fede calcistica non ammette sostituti. E' una e sola per tutta la vita. 

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