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Scritto da aldo grandi
Enogastronomia
15 Agosto 2022

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Erano anni che non facevamo un salto alla sagra della zuppa di S. Maria del Giudice quando, un tempo, un evo fa, ci venivamo spesso avendo anche abitato in quella che, a tutti gli effetti, è l'ultima frazione di Lucca e la prima di Pisa. La 49^ edizione della tradizionale manifestazione gastronomica ha avuto, alla vigilia di Ferragosto, una affluenza di pubblico notevole facilitata anche da un clima mite che non ha più quelle punte di afa e di umidità delle settimane passate.

Una organizzazione perfetta o quasi. Sia nella possibilità di usufruire dei parcheggi per le auto, sia per quanto riguarda l'accesso alla cassa, ben tre in funzione, e con una squadra di giovanissimi che sono pronti a raccogliere il foglio fuoriuscito dalla stampante con la prenotazione dei cibi e ad andarli a prendere e portarli al tavolo. Una ottima scuola per questi ragazzi volenterosi e gentilissimi che, così, possono anche guadagnarsi qualche piccola mancia. E, soprattutto, evitare quel fastidioso doversi recare agli stand a farsi consegnare le diverse pietanze.

Adesso, infatti, dopo aver saldato il conto e ricevuto la stampata dell'ordinazione, basta consegnarla a uno dei ragazzi e via al tavolo dove si attende, pochissimo, prima di potersi addentrare nei meandri della cucina. C'è da dire, con sincerità e ammirazione, che abbiamo ritrovato intatto quel forte spirito di comunità e di senso di appartenenza che ricordavamo: tanti capifamiglia impegnati nell'aiutare la rassegna nel suo svolgimento, altrettanti dietro ai fornelli o alla brace. Seduto e intento al suo compito anche il capogruppo in consiglio comunale di Fratelli d'Italia Lido Fava, abitante di zona.

La zuppa di S. Maria del Giudice è fatta con le numerose erbette che vengono raccolte, così, almeno, si dice e si diceva, sul monte Penna che sovrasta il campo sportivo della parrocchia un tempo luogo di ardite disfide calcistiche sotto gli occhi puntuali e attenti di don Banducci. Unico consiglio, fare in modo di servirla più calda, sarebbe il massimo.

Il galletto alla brace è appetibile e cotto al punto giusto, le patatine fritte forse andrebbero rese un po' più morbide cuocendole meno, ottimi i fagioli e tutto il resto. Nella busta di carta che viene portata al tavolo dagli improvvisati, ma efficienti camerieri, c'è tutto l'occorrente: bicchiere, posate, pane e tovaglioli.

Atmosfera piacevole, voglia di ritrovarsi dopo due anni di Covid, nessuna ressa né assembramento indipendentemente da ogni potenziale, ma remoto contagio.

Che dire? Complimenti a tutti. 

 

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