Era una vita o quasi che non salivamo quassù, lungo i tornanti che da Vinchiana conducono in Brancoleria e, in particolare, al ristorante di Paolo Luporini, quella Tosca a Gignano di Brancoli dove si mangia casereccio e si spende il giusto, dove capita di incontrare, come è accaduto anche a noi proprio domenica sera, il presidente della fondazione Carilucca Marcello Bertocchini, da sempre un aficionado della cucina di Paolino. Come noi del resto.
In questi ultimi mesi tra Covid e scarsa voglia di mettersi in cammino, ci eravamo quasi dimenticati dell'atmosfera calda e accogliente di Paolino e del suo staff, a cominciare da Kety, davvero insuperabile e dotata del dono dell'ubiquita visto che sta dappertutto. O di Fiorella, le cui pizze sono, semplicemente, fantastiche. Ecco, per ritrovare le pizze di Paolino abbiamo dovuto andare a Firenze da Momi dove sono ancora più sottili, altrimenti, a Lucca, per chi ama la piazza farcita sì, ma digeribie perché fina fina, non c'è che venire quassù o, magari, ci saranno anche altri posti che noi non conosciamo.
Certo, meglio essere chiari: per chi viene da Lucca, almeno 25 minuti ci vogliono tutti, ma la vista che si gode dalla terrazza del ristorante o dal belvedere di Gignano di Brancoli, è, semplicemente, meravigliosa: Lucca, giù in basso, è un brulichio di luci che trasmettono una sensazione di vitalità e serenità allo stesso tempo.
Ma a noi non importa perdere tempo perché, da parecchi anni, siamo padroni del nostro tempo e possiamo muoverci liberamente ovunque vogliamo e, soprattutto, quando vogliamo. Così, questa domenica di inizio aprile ci è venuto in testa di ritornare dove siamo stati tantissime altre volte. Paolino ci aveva detto al telefono che la domenica non c'è molta gente, ma evidentemente si sbagliava visto che troviamo il full-up e siamo costretti ad attendere che si liberi un tavolo e indovinate un po' quale tavolo di libera proprio per noi? Quello occupato fino a qualche istante prima dall'ex luogotenente dei carabinieri nonché comandante della stazione di Ponte a Moriano Marco Coppi. E pensare che per noi non è mai stato altro che il maresciallo Coppi al punto che nemmeno ci ricordavamo il suo nome, ma soltanto il cognome. Coppi è stato un altro di quei sottufficuiali dell'Arma che, forse, non esistono più e che noi, come accadde per i suoi colleghi Antonio Maccarone o Vincenzo Finocchi e tanti altri ancora, abbiamo avuto la fortuna non solo di conoscere, ma di frequentare professionalmente.
"L'errore più grande che ho commesso? - esordisce Coppi nella sala d'attesa del locale - Quello di dargli il numero di cellulare. Non ho fatto più vita". Effettivamente eravamo dei cronisti un po' rompicoglioni e non badavamo al fatto che il comandante provinciale aveva espressamente vietato di chiamare le stazioni.
Ci sediamo e ci prepariamo ad ordinare quando ci viene a salutare anche il consigliere comunale Leonardo Dinelli, altra persona speciale e di onestà e serietà indiscutibili. Con lui ci siamo conosciuti in palestra tanti anni fa, alla Samurai Karate di Marino Lombardi in piazza S. Francesco, una vera e propria istituzione sportiva a Lucca.
C'è voglia di pizza e non possiamo farcela mancare anche se siamo, teoricamente, a dieta e dovremmo saper rinunciare. Un verbo all'infinito, quest'ultimo, che non compare da un pezzo nel nostro vocabolario. Così chiediamo conforto e consiglio a Kety che ci suggerisce la pizza vegana ossia senza mozzarella - ma che pizza è allora? - e con molte verdure. Accettiamo e passiamo oltre, rosticciana e tagliata con appena un po' di rapini come contorno.
La pizza arriva ed è favolosa, ricca di condimento e con una montagna di pomodoro, saporita e godibile, sottile e peccato che ce ne sia una sola. Tra la tentazione di ordinarne un'altra eguale e quella di dirigerci verso una margherita classica, prevale la disciplina e si attende la rosticciana che, quando arriva, è cotta al punto giusto e buona come sempre cucinata nel forno a mattoni di Paolino. E' il turno anche della tagliata, tenera e anche lei senza difetti. Finiamo con calma, ma finiamo malvolentieri senza aver toccato pane.
Kety propone un dolce, ma allora è una istigazione a delinquere! Prendiamo fragole con panna e rompiamo gli equilibri, ma chissenefrega. Chiudiamo con un dito, orizzontale, di rum cosa che ci accade sempre più spesso ultimamente.
La temperatura, fuori, non è, poi, così fredda. Si respira aria pura e fresca, magarui potessimo fermarci a dormire quassù, tanto per starsene un po' fuori dal tempo e dal mondo. Paolino è dimagrito parecchio, segno che ha preso a cuore le cure che il suo medico gli aveva assegnato. Sta meglio e si muove con maggiore agilità. Per lui il locale è bello solo quando è pieno altrimenti è un lamento costante. Si lavora soprattutto durante il finesettimana, ma non è il solo e c'è anche chi non lavora nemmeno in quei due giorni.
Inutile negarlo. Torneremo ancora e prima possibile, magari in compagnia dell'amico Flavio Torrini, altro gaudente che non perde mai un colpo.
