C'è chi lo ha definito il parente povero dello champagne, ma, evidentemente, non deve aver capito granché. Le bollicine italiane per antonomasia, contenute nel Prosecco che, sempre più spesso, allieta i momenti conviviali di milioni di italiani, non soltanto non ha niente da invidiare ai cugini d'Oltralpe, ma, soprattutto, non patisce alcun complesso di inferiorità. Tutt'altro, se si pensa che ogni anno vengono prodotte e messe in commercio circa 800 milioni di bottiglie di Prosecco di Valdobbiadene con tutto quel che ne consegue. Certo, c'è Prosecco e Prosecco, c'è quello da tre euro che si acquista al supermercato, ma ci sono anche bottiglie che costano quanto una normale confezione di champagne.
Di Prosecco, ma non solo, si è parlato, bevuto e, perché no?, anche mangiato grazie allo chef labronico di scoglio trapiantato in Versilia Gabriele Polonia, al ristorante Alex di Simone Pancetti in quel di Marina di Pietrasanta. Un locale, in viale Versilia 159, di atmosfera, con un ampio spazio all'aperto e un interno che richiama decisamente ambienti di altri continenti esotici. Bravissimo, come sempre, Simone Pancetti ad organizzare con precisione gli eventi, questa volta dedicato ad un'azienda storica del settore vinicolo trevigiano. Bisol 1542, infatti, porta nel numero il richiamo all'anno a cui risale il più antico documento attestante l'attività di viticoltori in Valdobbiadene della omonima famiglia veneta. Un record davvero e, come fa notare con malcelato orgoglio Gianluca Bisol presidente onorario, esistente da ben 21 generazioni la cui ultima è, appunto, la sua.
Stiamo facendo un tour che, partendo da Bolzano, arriverà fino ad Agrigento - spiega Bisol - per presentare i nostri cinque vini che provengono da altrettanti terreni. Nonno Jeio decise settanta anni fa di tenere le uve separate in base alla tipologia del suolo presente nei nostri venti poderi pari a circa 50 ettari coltivati e tutti in collina il che fa del nostro Prosecco un docg e non un doc che sta a significare la coltivazione a livello del mare. La differenza? Semplice. Un ettaro delle nostre colline coltivate necessita di circa 900 ore di lavoro mentre a terra, ne bastano 100. E' chiaro? Sui nostri pendii siamo costretti a lavorare a mano, niente trattori o altri mezzi perché non potrebbero farcela mentre in pianura è più facile. Cinque prosecchi quindi da cinque terreni diversi l'uno dall'altro e tutti appartenenti alle cosiddette colline storiche del Prosecco.
Bacco, quindi, ma anche la cucina è una eccellenza a queste latitudini gastronomiche. L'entréee di benvenuto presenta un burro alle alghe con del pane e dei grissini da urlo. Qualche leggera sfiziosità sbarca sulla tavola in quantità tutt'altro che pantagrueliche cosa che ci spinge inevitabilmente a chiedere, sfrontatamente e sfacciatamente, il bis, ma ci conoscono, ormai e ci perdonano.
In realtà è difficile non fare il bis per tutte le portate tanto sono leggere, delicate, gustevoli. Il fiore di zucca ripieno di pesce, salsa mugnaia, insalatina di microfoglie stuzzica l'appetito e prepara a quello che si definisce primo, ma che, a nostro avviso, potrebbe tranquillamente bastare per tutta la cena: tagliatelle alla farina di cannellini, ragù genovese di mare, polvere di salvia. Una pasta, sostanzialmente, proteica visto che la farina deriva dai fagioli secchi con poca aggiunta di farinacei proprio per amalgamare il tutto e permettere la presenza di un po' di glutine. E' un primo piatto eccezionale, con i calamari che la fanno da padroni e un condimento che del ragù genovese ha la bontà anche se non la carne che ne costituisce l'ingrediente principale. Qui il bis e anche il ter che evitiamo per questioni di dignità, sarebbe di prammatica e, poi, chiudere la bocca.
Invece c'è spazio anche per il secondo ossia un filetto di pescato, un'orata, spuma di patate, pomodorini confit, capperi, polvere di oliva. Ottimo.
Il dolce è un classico del ristorante sin dai tempi più lontani, un flan al cioccolato, salsa alla vaniglia.
Bella gente, musica in sottofondo assolutamente gradevole e tollerabile, servizio ai limiti della perfezione sia per la qualità, sia per la prontezza e la cortesia. Bella presenza in tutti e gentilezza che non guasta mai.
Un assaggio, letterale, di rhum Zacapa e tutti a nanna o, almeno, si dice così.