Quando la passione per la propria attività contagia gli altri e li coinvolge in un’esperienza unica. Questo in sintesi la serata di ieri sera al Ristorante Mecenate dedicata ai vini del Podere Le Boncie di Castelnuovo Berardenga, presentati dalla titolare Giovanna Morganti, accompagnati da un menu eccezionale.
In un’atmosfera conviviale che Stefano De Ranieri riesce ogni sera a creare nel suo locale di Via del Fosso proponendo la sua cucina acustica, che come lui stesso la definisce “è una cucina senza fronzoli, espressa, a base di prodotti (e produttori) locali, dove non ci sono trucchi”.
I vini del Podere Le Boncie di Giovanna Morganti ieri sera sono stati i veri protagonisti della serata accompagnati da un menu di stagione tipico, senza essere scontato e banale, realizzato con prodotti di qualità da Soledad assieme alla sua squadra.
Nell Podere Le Boncie, che si trova nella frazione di San Felice (Siena) nel profondo sud del Chianti classico, Giovanna Morganti produce vini autentici, seguendo un lavoro di non-intervento in campo ed in cantina all'insegna di un'agricoltura naturale ispirata ai principi della biodinamica. Il suo è stato un percorso iniziato nell’azienda di Volpaia, proseguito nella tenuta di famiglia, che con il tempo è diventato un presidio di resistenza, contro l'industria del vino e contro un'idea di sfruttamento della terra lontano dalla vera viticultura. Una strada, la sua, che l’ha vista essere “buttata fuori” dal Consorzio del Chianti Classico, come lei stessa ha raccontato ai commensali presenti, ma che grazie al suo cuore che l’ha sempre guidata ha trovato il coraggio di proseguire e continuare per la strada intrapresa.
Nel suo podere ha realizzato un vigneto ad alta intensità ad alberello, tornando così ad un sistema di allevamento diffuso in passato e abbandonato per la difficoltà di conduzione ma ritenuto tra le poche forme che consentono maggiore sanità del legno con conseguente longevità del vigneto e maggior assorbimento di luce. Una scelta che come ha raccontato Giovanna Morganti non ha tenuto conto del terreno calcare e della fragilità di questo tipo di coltura, che negli anni 2020 e 2021 ha dato vita a vini più leggeri.
Una donna, Giovanna Morganti, che quando la senti raccontare della sua esperienza e dei suoi prodotti ti fa innamorare della sua attività trasmettendoti tutta la sua passione, la sua gioia e il suo amore per quello che fa. Una donna determinata, dolce ma nel contempo severa con se stessa e con i suoi prodotti, tanto da chiamare “5” il vino realizzato con le uve alle quali da un voto appena insufficiente tanto da non essere degne di produrre “Le trame”.
La serata è stata per Giovanni un’occasione per venire a Lucca e conoscere personalmente Stefano De Ranieri, che propone da 15 anni i suoi vini, ma che non aveva mai avuto occasione di incontrare, e che apprezza molto per l’importanza che da alle produzioni, che sono la funzione principale della relazione del cibarsi e per ritrovare Saverio Petrilli, enologo, con il quale lavorava nel Castello di Volpaia e condivideva l’amore per la biodinamica.