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Scritto da aldo grandi
Enogastronomia
20 Novembre 2023

Visite: 893

Raramente, nel corso delle nostre peregrinazioni enogastronomiche in giro, soprattutto, per la Toscana, può capitare che si scelga di doppiare, pranzo e cena o viceversa, il ristorante. Anzi, a dirla tutta, non è mai successo. E' accaduto, però, a San Gimignano, questa vera e propria perla del turismo italiano, questa città dove le torri, da oltre 70 che erano, sono rimaste in 14 o giù di lì. Sia chiaro, ormai la gastronomia ha preso piede un po' ovunque e le nostre città d'arte sono diventate, a volte, vere e proprie mangiatoie dove la qualità lascia il posto alla quantità e tutto il resto sembra secondario. Ci sono, tuttavia, ristoranti dove si gusta, realmente, il piacere di stare a tavola dove l'atmosfera e l'ambiente vanno a braccetto con tutto il resto della città. 

A San Gimignano osterie e ristoranti non mancano e non potendo dare un voto a tutti nemmeno ci azzardiamo a definirne qualcuno migliore di altri. Ciònonostante siamo capitati, per il pranzo di sabato, all'Osteria S. Giovanni nella omonima via in cima alla salita e a due passi da piazza della Cisterna. Nessuna ricerca particolare, semplicemente un'occhiata e via, entriamo e vediamo cosa ci riserva il destino. Il locale è situato nel Palazzo Cugnanesi, al civico 6 e presenta un ambiente semplice, ma arredato con gusto. Piano terra, ma anche una saletta al primo piano anche se poco illuminata, ma non importa. Servizio molto buono con gentilezza ed educazione. Nel menu ci imbattiamo in un piatto che non si può rifiutare: trippa e lampredotto, ottimo e ben caldo, col cucchiaio è un godimento farsi scivolare giù il brodo col pomodoro. Ma come sarà il lampredotto?, questo piatto tipico della cucina fiorentina a base di una delle quattro sezioni o cavità dello stomaco dei bovini, l'abomaso. Fantastico. Buonissimi anche i ravioli alla zucca e allo zafferano, delicati e digeribilissimi. Olio amaragnolo di San Gimignano, forte ma ottimo sul pane. Niente vino per non caricare troppo in vista della cena che deve essere, pur sbagliando, il top del tap.

Osteria San Giovanni 

Via San Giovanni, 6 

53037 San Gimignano

Telefono: +39 0577 940302 - 0577 906571

Al negozio di pelletteria di fronte al Duomo i,l proprietario, pisano, ma non è colpa sua, non ha dubbi e consiglia, assolutamente, di recarsi al Belsoggiorno, ristorante anch'esso situato in via S. Giovanni, ma al civico 91. "Non potete venire a San Gimignano senza andare a mangiare in questo locale dove si sta veramente bene e si mangia benissimo". Incuriositi, prenotiamo per la sera alle 20.30 e, puntuali, varchiamo la soglia accorgendoci che si tratta anche del ristorante dell'omonimo albergo. Posto molto carino, con una grandissima vetrage che dà sulla valle che circonda San Gimignano e che è godibile e visibile, soprattutto, di giorno. 

I proprietari sono Roberto Bigazzi, che lavora da circa 40 anni in questo luogo e che, con l'amico e socio Mirko Biagi, da dipendenti dell'albergo sono diventati i gestori del ristorante al quale dedicano anima e cuore, giorno e sera senza sosta. Bravi entrambi, il primo in sala, il secondo in cucina e, anche lui, quando serve, in giro per i tavoli. Il menu non è di quelli pieni di proposte, poche, ma concrete e, dicono, buonissime. 

C'è anche qualche fuori menu, ma di sera scegliamo di tuffarci nelle proteine e, quindi, niente pasta né pane. Ambiente caldo, romantico, spazioso. Di rigore il brindisi di apertura e, subito dopo, una bottiglia di Bolgheri rosso Miterre 2021 dell'azienda agricola Campo al noce di Pierluigi Sgariglia a Castagneto Carducci. 375 ml, perché il doppio sarebbe troppo.

Noi siamo qui per mangiare il piatto per eccellenza di queste latitudini, il cinghiale e ci dispiace per coloro che non vorrebbero abbattere i nostri amici ungulati. Peccato, ma noi amiamo la ciccia e il cinghiale ci fa, letteralmente, impazzire. Una volta, invitati dall'amico e collega Giulio Del Fiorentino in una riserva di caccia del grossetano, ne mangiammo così tanto che, alla fine del pranzo, crollammo addormentati sul tavolo. Che roba ragazzi... con la polenta poi. 

Il cinghiale, rigorosamente toscano, c'è, eccome e viene servito in umido accompagnato dalla polenta al cucchiaio tipica del locale. Che cosa è la polenta al cucchiaio? Semplice, è una polenta soffice e bagnata con il burro che quando la vai a mangiare è così leggera e delicata da sembrare un purè. Come al solito, la sia pur ragionevole portata non ci basta, ma il cinghiale è superbo.

Sul fronte opposto ordinano il maialino di cinta senese cotto al forno con patate. Ad un certo punto ci viene chiesto di condividere e noi, sia pure a malincuore accettiamo anche se dobbiamo ammettere che anche il maialino e la sua crosta croccante sono, una favola. Il vino è corposo e profumato, stende un tappeto rosso al passaggio dei bocconi di carne.

Stai a vedere che il pisano aveva ragione. Qui al Belsoggiorno si mangia alla grande. Il servizio è gradevolissimo, sia Mirko sia Roberto accettano di farci scattare alcune immagini e di farsi immortalare per i lettori della Gazzetta di Lucca. Niente déssert, ma un ammazzacaffè anche senza caffè: e qui scatta la passione. Roberto Bigazzi ci annuncia una sorpresa che ci farà restare basiti e, poco dopo, sbarca sulla tavola con una bottiglia di liquore trasparente come l'acqua. Si chiama Acqua di cedro e la produce, nientepopodimeno che la distilleria Nardini di Barga. L'Acqua di cedro è un liquore dal sapore fruttato che buttiamo giù con una facilità incredibile. Che meraviglia! Da provare assolutamente. 

Senza indugi decidiamo di prenotare anche per la domenica a pranzo, ma sia chiaro: vogliamo solamente pasta e, in particolare, i pici, un tipo di pasta fatta a mano, simile agli spaghetti, ma più larghi, con ragù di carne in primis che qui sono un a specialità mentre nella Maremma e in Val d'Orcia si preferiscono all'aglione. 

Scarsa colazione, per scelta, dopo una notte in cui abbiamo riposato e dormito come ghiri in compagnia, anche, dell'amico labrador di nome Leone il quale, va detto, non ci lascia un istante. Questi cani sono di una bontà e di un affettuosità uniche. Appiccicosi e appiccicati, regalano emozioni non essendo in grado di fare, concretamente, né la guardia, né la difesa.

Al mattino il cielo non è limpido come il giorno prima, ma c'è un vento debole e fa fresco, almeno per noi, per qualcun altro fa anche freddo, ma inutile stare a parlarne e a disquisire. In piazza non c'è quasi nessuno e solo verso le 9 comincia ad animarsi un po' il centro. Si gira un po' di qui e un po' di là fino a quando, finalmente, giunge l'ora di sedersi a tavola e sperimentare i primi piatti del Belsoggiorno. Avevamo chiesto un tavolo in front of, per goderci il panorama e dobbiamo ammettere che pur senza sole, la vista è stupenda. Prosecchino di benvenuto e via con la curiosità per ciò che verrà. 

Chiediamo ascolto e attenzione. Ce la concedono. Non un solo primo, ma due piatti di pici, magari una porzione e mezza complessiva, ma di rigore vanno assaggiati sia quelli al ragù con funghi porcini sia gli altri, quelli che stanno sulla carta. Aggiudicato dopo un breve summit in cucina: Pici 'Bel Soggiorno' alla carbonara con carciofi, tartufo e grana e, appunto, pici al ragù di carne con funghi porcini. Annaffiati entrambi da una cascata di formaggio parmigiano. In realtà si tratta di due porzioni e, a parte la quantità, ce ne accorgiamo al momento di pagare il conto, ma chissenefrega. Abbiamo goduto non poco.

Proposta indecente di Bigazzi il quale ci invita a provare i cappellacci di pasta fresca al pecorino di fossa con crema di pistacchio e speck croccante. Ne facciamo arrivare due, uno a testa e se non fossimo che siamo più che generosi e per nulla... maschilisti, anche il secondo finirebbe nelle nostre fauci. Invece dividiamo da buoni amici.

In precedenza erano piovuti chissà come chissà perché sulla tavola anche un paio di tortini in sfoglia croccante al parmigiano con rucola e carciofi freschi trifolati. Un ottimo apripista, ma appena appena in grado di stuzzicare le nostre papille e pupille gustative. 

Non è finita, perché l'altra metà del cielo si getta su un risotto con zucca gialla, funghi misti freschi trifolati e taleggio. Buono, senza ombra di dubbio, ma vuoi mettere con lo spessore e la golosità dei pici?, nemmeno a parlarne e, infatti, siamo costretti anche questa volta a condividere, un verbo che, per noi egocentrici e figli unici (di madre, ormai, vedova da tempo), è sempre una rinuncia forzata. Battute a parte siamo soddisfatti e ancora in grado di ricevere, ma dovendo riprendere la strada di casa al volante dell'auto, scegliamo di non bere vino e di limitare le entrate. Aggiungiamo, solo, ancora un bicchierino di Acqua di cedro, ma nonostante il nostro volersi mantenere parchi, una volta giunti in autostrada direzione Firenze, ci vediamo inevitabilmente costretti a lacisra eil volante in mani più gentili e vispe delle nostre. 

San Gimignano in 24 ore è non solo possibile, ma augurabile. Spesa complessiva tra viaggio e soggiorno, circa 350 euro all inclusive. Ci si può stare anche perché lo stacco è così netto che quando si ritorna all'ovile sembra di essere stati via una settimana.

Ristorante Belsoggiorno

Via S. Giovanni, 91

53037 San Gimignano

Telefono0577 943149

Orario dal 6 novembre al 19 dicembre compresi:

Lunedì, Martedì, Giovedì, Venerdì e Domenica: 12.30-15.00

Sabato: 12.30-15.00 / 19.30-22.00

Chiuso il mercoledì

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