Non c’è niente di meglio che un buon libro, saggio o corpulento volume per restituire alla popolazione di un territorio le spoglie del proprio passato, e il lungo e tortuoso percorso lungo la linea del tempo per arrivare fino ai giorni nostri.
Sono parecchi i comuni della provincia di Lucca che finanziano le opere di ricercatori amatoriali e storici più o meno affermati che sappiano riportare storie e aneddoti di un tempo ormai andato: un lavoro minuzioso e certosino, con cui comprendere le sfide del passato e affrontare forse con più consapevolezza gli enigmi del nostro tempo.
Anche il comune di Capannori ha deciso di stanziare una somma di tutto rispetto, poco meno di 87mila euro, per finanziare un’opera incentrata proprio sulla storia del comune della Piana, ad un passo dal celebrare il bicentenario dall’istituzione del comune.
Una scelta che può essere condivisibile, ma che ha trovato parecchie bocciature, specialmente nel fronte d’opposizione. La sezione della Lega di Capannori ha infatti espresso perplessità per una spesa di questo tipo, specialmente in un periodo di forti ristrettezze economiche per le famiglie.
La cosa che ha fatto storcere di più il naso al Carroccio, come riportato nel loro comunicato ufficiale, è la scelta di aver speso quella cifra senza nemmeno aver visionato la bozza del testo: un vero e proprio acquisto “al buio”.
La Lega “promette” un’interrogazione al prossimo consiglio comunale, in cui la giunta Menesini dovrà spiegare i motivi di una scelta così dispendiosa e fondata “sulla fiducia”.
“Spese allegre per l’amministrazione Menesini: dopo il lago della Gherardesca, poco più di un acquitrino pagato oltre 850mila euro, è ora la volta dell’acquisto di ben 3mila copie di un libro sulla storia di Capannori, per le quali il comune spenderà la considerevole somma di 86mila 550 euro per celebrare il bicentenario dell’istituzione del comune. Non era proprio il caso di spendere quei soldi – affermano i consiglieri comunali della Lega Salvadore Bartolomei, Ilaria Benigni, Giuseppe Pellegrini, Gaetano Spadaro e Domenico Caruso – in tempi di ristrettezze economiche, con molti cittadini che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena, sarebbe stato meglio utilizzarli per aiutare i cittadini bisognosi nel pagamento delle bollette anziché destinarli all’acquisto di un libro edito dalla casa editrice di un ex sindaco di Capannori e presidente della fondazione Palazzo Boccella. Un libro – proseguono i consiglieri – comprato sulla fiducia o per meglio dire al buio, visto che la decisione di acquistarlo è avvenuta ben prima della consegna della bozza e del completamento del progetto editoriale con il pagamento della prima tranche di 27mila 500 euro prevista subito dopo l’espletamento di quegli adempimenti. E allora – si chiedono gli esponenti leghisti – chiediamo al sindaco Menesini: qualcuno ha letto il libro prima di deciderne l’acquisto? I contenuti sono stati sottoposti a valutazione? L’amministrazione è certa dell’approfondimento dei temi storici e del valore scientifico dell’opera? Perché diluire la spesa in tre esercizi (che scocciatura il codice degli appalti)? Non sono troppe 3mila copie per un libro che ben pochi leggeranno? Non era meglio comprare poche decine di copie da destinare alle biblioteche comunali alle quali i cittadini interessati alla lettura avrebbero potuto richiedere il prestito? A nostro avviso, sarebbe stato opportuno emanare un bando pubblico per coinvolgere nel progetto storici e giornalisti locali, capaci anch’essi di scrivere un libro sulla storia di Capannori per garantire la trasparenza che deve guidare ogni pubblica amministrazione negli atti che comportano l’impiego dei soldi dei cittadini, ed in tal senso non comprendiamo come la spesa di circa 86mila 550 euro possa essere considerata congrua in mancanza di altri termini di comparazione. L’amministrazione Menesini dovrà spiegare le proprie scelte, motivare perché non si è optato per la sobrietà visti i tempi, e a tal fine presenteremo un’interrogazione per chiarire le ragioni di una spesa così rilevante di cui nessuno avvertiva l’esigenza”.