Matteo Renzi lo ha urlato senza freni: andate di casa in casa, dagli amici che non vedete da anni, da chi vi abita accanto, dai colleghi di lavoro, insomma, rompete le scatole a tutti e dite di votare per Alberto Veronesi affinché la politica non sia quello schifo cui tocca assistere. Se lo dice il putto di Rignano dovrà per forza essere vero. Peccato che, ad essere sinceri e visti i risultati, non sono più molti quelli che gli credono sulla parola. Ma Alberto Veronesi gli crede eccome ed è ben felice di vederlo spuntare in piazza della Cittadella come ai vecchi tempi, quando, da presidente del Consiglio, scatenava le folle di questo sfasciato Stivale. Renzi ha giocato sulla sua proverbiale simpatia, sull'ironia, sul rapporto diretto con il pubblico e Veronesi, inutile dirlo, è stato al gioco e lo ha applaudito. Ma la vera sorpresa, al di là di un Alberto Baccini persona seria e stimata che non stava più nella pelle nel poter affiancare l'ex boy-scout di Italia Viva, è stato l'apparire di Giorgione Del Ghingaro, sì, proprio lui che fino a un paio di mesi fa sembrava dover essere il candidato del terzo polo pronto a scendere in lizza per conquistare la città di Lucca.
Con Marco Remaschi e lo stesso Baccini oltreché il consueto Colucci, vecchia volpe della politica lucchese, allibiti per non dire peggio di fronte alla retromarcia improvvisa del console di Viareggio, nonostante questo, appunto, King George o quel che ne resta è sbarcato sì a Lucca, ma non a S.Maria del Giudice dove stavano i suoi ex confratelli, bensì in via Di Poggio presso la sede del candidato Veronesi. Una foto e anche più di una abbracciati con Renzi ed ecco svelato il mistero: Giorgio Del Ghingaro continuerà sì la sua carriera politica, ma lontano dalle sponde del Pd e inserito, con ogni probabilità, alla corte nientepopodimenoche di Matteo Renzi.
Se, poi, qualcuno viene a spiegarci il senso di tutto questo, bene, gliene saremmo grati.