E' iniziata l'era Pardini. Con la prima seduta di consiglio comunale a Palazzo Santini affollato come lo si vedeva da tempo e come probabilmente, non lo si rivedrà per chissà quanto ancora. Del resto troppa era la curiosità di vedere tutti i consiglieri comunali eletti, in particolare quelli dell'opposizione che, dopo dieci anni di governo, dovranno mettersi l'anima in pace e limitarsi, si fa per dire, a fare opposizione. All'ingresso i vigili urbani a consegnare le mascherine e a domanda precisa hanno risposto che è obbligatorio usare la mascherina. Boiata pazzesca e, infatti, ce ne guardiamo bene anche solo dall'indossarla. Tra i consiglieri, molti iniziano la seduta indossandola, poi, il caldo micidiale li spinge quasi tutti a rimuoverla o ad abbassarla: restano solo in tre nel centrodestra a portarla fino alla fine, Di Vito, Da Prato ed Elvio Cecchini. A sinistra sono più ligi alle direttive del Pensiero Unico Dominante in maniera di Covid, ma Francesco Raspini resiste fino in fondo e nonostante sia costretto a fare su e giù con Firenze per motivi di lavoro, è in forma, sorridente e ci auguriamo che resti a lungo su questi banchi altrimenti la sua coalizione perderebbe il leader incontrastato.
Daniele Bianucci? Non lo conoscevamo se non per aver letto i suoi comunicati da consigliere comunale o addetto stampa del consorzio del Bientina presieduto da quell'Ismaele Ridolfi che, un tempo, era consigliere comunale a sinistra a Capannori - ha fatto carriera - Ci ha colpito un suo gesto: al momento di votare per l'elezione del presidente del consiglio comunale, nemmeno è entrato nella cabina per far finta visto che la sinistra ha votato scheda bianca. Ha, indispettito, piegato il foglio bianco davanti allo sguardo esterrefatto della dipendente comunale e lo ha gettato nella vasca dei pesci dopodiché, con una piroetta, ha girato su se stesso ed è tornato dov'era, ossia a sedere sulla sua sedia. E' stato, tra l'altro, l'ultimo consigliere ad arrivare.
Ci sono piaciuti, invece, sia Chiara Martini sia Francesco Raspini i quali, per prima cosa, sono andati a salutare a stringere la mano agli assessori della giunta di Mario Pardini. Abbracci e anche sorrisi in qualche caso, buon segno, ma siamo certi che sotto la cenere cova la brace della rivincita. In ottima forma anche la Ilaria Vietina, finalmente abbronzata e sorridente, perdere, evidentemente, se fa male per un verso, rilassa e fa star meglio per un altro. E che dire di un Enzo Alfarano che ha gestito la seduta in maniera competente ed equilibrata, a volte anche ironica, seduto accanto ad un sindaco al quale, due giorni prima, aveva rimproverato di essersi fatto comprare un cellulare da oltre mille euro dimenticandosi, però, che l'Iva non è un costo, ma una partita di giro. Quando si dice la faccia...
Niente da dire sul centrodestra, tutti tosti e pronti alla battaglia, felici di essere in prima linea e di esserci uniti e convinti che la musica è cambiata, ma anche e, soprattutto, sono cambiati i suonatori. Ferruccio Pera è divenuto consigliere comunale, ma stenta quasi a crederci, piacciono la sua semplicità e la sua umiltà. Di Vito è una trottola, sembra un criceto da come si alza e si muove velocemente, i due fratelli Barsanti siedono su due banchi diversi e l'uno qualche centimetro più in basso dell'altro. Ciò non toglie ce la loro presenza è una bella novità. Enrico Torrini è uno dei pochi con giacca e cravatta a 40 gradi all'ombra o giù di lì. Si vede che spera di essere eletto presidente del consiglio comunale al primo turno, ma gli andrà male e dovrà attendere la prossima seduta. Tra i volti conosciuti anche quello della cara, carissima amica Laura Da Prato. Consani e Granucci fanno un unico abbraccio con Chiara Martini e anche con Raspini. Ragazzi, c'è un clima lontano anni luce da quello che si respirava cinque anni fa quando Tambellini vinse per soli 361 voti e disse a voce alta che la sua era la Lucca buona mentre l'altra, inevitabilmente, quella cattiva.
Mario Pardini ha salutato sia Raspini sia il proprio predecessore, Alessandro Tambellini. Lungo applauso al candidato sconfitto anche dai banchi della maggioranza. Al momento di votare per la convalida degli eletti, la sinistra all'unanimità alza il braccio in segno di approvazione. C'è chi fa notare che nel 2017 Remo Santini evitò sia di stringere le mani sia di votare per la convalida degli eletti. Altri tempi. Santini è tranquillo, si è messo in aspettativa da giornalista e, ormai, crediamo proprio che sarà difficile rivederlo dietro la scrivania di una redazione. Con lui abbiamo condiviso 20 anni di professione vis à vis. In sala c'è Luisella, sua moglie, che di cognome fa proprio Pardini, quando si dice le coincidenze.
Tra il pubblico qualcuno aveva annunciato una robusta presenza di sconfitti, invece niente di tutto ciò. Le prime file e anche le seconde appannaggio dei vincitori, c'è anche Massimiliano Baldini della Lega da Viareggio e il parlamentare Riccardo Zucconi di Fratelli d'Italia.
Il caldo stroppia, ci sono solamente un paio di mega-condizionatori o qualcosa del genere e ad uno dei quali, sia pure nell'emiciclo, ci attacchiamo come pupi alla tetta della mamma nonostante il segretario comunale ci dica almeno tre o quattro volte che non potremmo stare dove siamo. Magari le foto ce le scatta lui... In fondo la vita è realmente fatta a scale, c'è chi scende e c'è chi sale, ma pretendere di salirle sempre e soltanto e mai scendere, è una follia cara agli esaltati. Perdere, in fondo, aiuta a capire dove si è sbagliato e come si può cercare un riscatto. Tra le tante sedute di consiglio comunale che abbiamo seguito, questa, se non altro, forse perché la prima, è stata la più simpatica e divertente. Non ce ne voglia Tambellini, ma ce n'era davvero bisogno.