Dopo tutta la sfilza di raccomandazioni (chissà poi perché utilizzano questo vocabolo che evoca ben altre malevole azioni quando potevano tranquillamente usare segnalazioni e sarebbe stato anche più corretto oggettivamente perché di quello realmente si tratta. In realtà si tratta, comunque, di un termie tecnico consistente in una richiesta di informazioni rivolta al sindaco su questioni attinenti l'ente pubblico), il sindaco Mario Pardini ha preso la parola e aiutato anche dall’assist fornito dal suo avversario Francesco Raspini, che con il suo intervento aveva risvegliato l’intera aula consiliare, come un maestro davanti ad una scolaresca ha iniziato a delineare i sei pilastri fondamentali delle linee programmatiche della sua giunta e della sua maggioranza per governare la città di Lucca.
Come suo solito ha cominciato a parlare a braccio, ma, poi, scusandosi con la platea che si era fatta particolarmente attenta, ha preso a leggere perché, come dirà lui stesso, trattandosi del futuro della città non può permettersi di sbagliare.
Il sindaco ha ribadito che, comunque, le linee programmatiche sono le stesse che aveva enunciato durante la campagna elettorale che ha condiviso con tutta la sua maggioranza ossia anche con chi si è schierato al suo fianco nel secondo turno.
Il caldo incombe, ma nonostante si potesse immaginare da un momento all’altro l'arrivo di Caronte a chiedere l’obolo per l’infernale passaggio, la curva dell’attenzione ha raggiunto il suo massimo livello quando Mario Pardini ha spiegato dettagliatamente i sei punti che sono e saranno: 1° Urbanistica e Viabilità; 2° Sociale e sicurezza; 3° Cultura, turismo e sport; 4° Sanità; 5° Commercio e ristorazione; 6° Patrimonio pubblico e privato.
Al termine di questo programma di governo per i prossimi 5 anni, la maggioranza ha fatto partire un lungo applauso mentre sui banchi delle minoranze si potevano intravedere volti perplessi.
Ha chiesto, quindi, la parola l’assessore Fabio Barsanti, ma il suo intervento è stato bloccato e rinviato al prossimo consiglio comunale dell’8 agosto, lunedì prossimo, dal presidente Turrini che ha dichiarato sciolta la seduta con buona pace di tutti i presenti che fino ad allora avevano sopportato stoicamente la calura agostana.
Concludendo, si può affermare senza timore di smentita che il momento clou dell’intera serata, quello che ha risvegliato dal torpore dovuto al caldo infernale e dalla stanchezza di una settimana lavorativa incandescente, è stato quando il capo gruppo del Pd ha richiamato l’attenzione con il suo intervento, ma, soprattutto, quando il sindaco ha preso la parola ed è sembrato un condottiero che incitava i suoi soldati a combattere l’ennesima battaglia che li avrebbe portati a vincere la guerra, ridestando l’orgoglio di appartenenza di una maggioranza che dopo un assedio durato ben 10 anni è riuscita conquistare il castello.