Anno XI 
Domenica 11 Maggio 2025
- GIORNALE NON VACCINATO

Scritto da aldo grandi
Politica
09 Giugno 2022

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C'erano, davvero, tutti, questa sera sul manto erboso del vecchio campo sportivo di Santa Maria del Giudice, quella che viene comunemente definita l'ultima frazione di Lucca e la prima di Pisa, proprio sotto il Passo di Dante e il Monte Penna. Campo di calcio tanto caro al vecchio parroco don Alessandro Banducci, cuore e anima di questo quartiere sperduto in fondo alla via Vecchia per Pisa poche centinaia di metri prima del traforo di San Giuliano.

E su questo terreno, ormai, da sempre, gli abitanti del paese si ritrovano quando per celebrare la sagra della zuppa paesana - la migliore in Lucchesia grazie alle rbette racimolate e raccolte qua e là sulle pendici dei monti pisani - quando, come stasera, per celebrare il loro candidato a sindaco preferito, quel Francesco Raspini sorridente, quasi serafico, per nulla convinto di avere già vinto, ma altrettanto certo che se Atene, si fa per dire, piange, Sparta di sicuro non ride. Ed effettivamente anche il candidato del centrodestra, Mario Pardini, al di là dei proclami, sarà molto difficile che possa conquistare l'intera posta al primo turno.

Bando alle ciance e torniamo in questa valle di lacrime dove la temperatura, invero particolarmente calda degli ultimi giorni, scende fino a 18° e, addirittura, trasmette anche una sensazione di frescura piuttosto convinta. Si celebra la festa di chiusura della campagna elettorale e Raspini, che è già stato qui ad aprile trovandosi benissimo, ha voluto raddoppiare e, probabilmente, ci ha visto giusto. Nessun caos parcheggi, aria pulita e niente smog, tranquillità, serenità e gioia nello stare insieme. Basta varcare l'ingresso del prato e alzare lo sguardo per imbattersi in volti noti della politica e dell'amministrazione verniciate di rosso. Ci sono, lo abbiamo già detto, praticamente tutti, tra attuali consiglieri e assessori e aspiranti tali.

I big non si fanno attendere, dal senatore Andrea Marcucci, avvistato poco prima al caffè Santa Zita in piazza San Frediano per un aperitivo, all'assessore regionale Stefano Baccelli, dal presidente della Regione, cabeza blanca Eugenio Giani ad una nostra vecchia conoscenza che rivediamo con immenso piacere anche se, a dire il vero, per colpa principalmente sua cinque anni fa l'amico e collega Remo Santini dovette cedere al... fotofinish. Stefano Lucchesi è abbronzatissimo, particolarmente vicino alla competizione elettorale sì, ma in quel di Pistoia dove, a quanto pare e a suo avviso, la situazione è più difficile che a Lucca.

Arriva anche la Valentina Mercanti, la più simpatica, un uragano di vitalità che non ha problemi ad ammettere che quando si vede in giro Lucchesi allora vuol dire che sono dolori, quindi meglio che se ne stia dove sta e lasci perdere Lucca... C'è anche l'altro consigliere regionale Mauro Puppa e con lui tanti amministratori della Media Valle e della Garfagnana oltre al presidente della Provincia Luca Menesini. L'ex presidente della Provincia Andrea Tagliasacchi ora sindaco di Castelnuovo Garfagnana arriva insieme all'amminitratore unico del teatro del Giglio Giovanni Del Carlo al quale ci lega una simpatia congenita. 

C'è una atmosfera di semplicità condita da un forte senso di appartenenza, mentre, alle convention del centrodestra si respira più una sensazione di competitività e individualismo e sarà forse anche per questo che al momento del voto, se il sole scalda e resta alto nel cielo, a destra vanno al mare mentre a sinistra si mettono in fila e marciano verso la sezione elettorale. Per loro, per tutti quelli che sono qui stasera, la politica non è uno sport e nemmeno un lavoro, è qualcosa di più, è la convinzione di adempiere ad una missione tutt'altro che impossibile e che tiene le proprie radici ben affondate nella storia, recente, d'Italia. 

Noi, che individualisti lo siamo per definizione mai ci sogneremmo di militare in alcun partito figuriamoci in quello, come l'ex Pci ora Pd, dove, dicono, regni il cosiddetto centralismo democratico, molto centralizzato, per nulla o per poco democratico.

Tutti aspettano che arrivi lui, Enrico Letta, originario di Ghezzano, davvero ad un tiro di schioppo da qui visto che si tratta di una frazione del comune di San Giuliano Terme, proprio di là dal foro. Letta arriva, lo accoglono gli applausi dei commensali-militanti-simpatizzanti-aderenti e lui appare, onestamente, in buona forma fisica, dispensa saluti e strette di mano a destra, pardon a sinistra e, fa sapere che prima di parlare preferirebbe buttare giù qualcosa da mangiare. Ci pensa il consigliere comunale e nuovamente candidato Leonardo Dinelli, una bella persona e anche intellettualmente onesto, a improvvisarsi cameriere con indosso quella maglietta che invita a votare Raspini sindaco come se ce ne fosse bisogno e non lo si avesse già compreso. Ecco Dinelli col vassoio per il tavolo a cui siedono i Vip della serata e si parte con delle penne a che cosa non lo abbiamo chiesto, ma individuiamo olive e pomodoro comunque, conoscendo la cucina di queste parti, non abbiamo dubbi: devono essere squisite.

Ci hanno invitati, a noi e al Cip, il fotografo, ma decliniamo gentilmente avendo già prenotato da Varrone dove ci attende il tradizionale girarrosto del quale siamo, ormai, dipendenti. Ma apprezziamo e ringraziamo. 

Enrico Letta si alza dal tavolo e scende tra la sua gente, saluta e scambia due battute con molti, si vede che è pratico di queste latitudini: "Conosco molto bene questa zona, l'estate da giovane ci venivo perché qui era più fresco di dove stavo io a Ghezzano". Gli domandiamo cosa ne pensa della possibilità di centrare il terzo mandato consecutivo dopo i dieci anni di mister Tambellin Man: "Dieci anni sono passati e ora si apre una nuova era, Francesco Raspini è giovane, preparato, competente, ha maturato la necessaria esperienza e può fare il sindaco di una città come Lucca. Se sono ottimista? Certamente, perché so chi è e lo conosco benissimo. Siamo in una fase particolare della nostra storia, con un conflitto in Europa che rende non facili anche le politiche di accoglienza sulle quali l'amministrazione lucchese ha saputo fare benissimo. Raspini è una garanzia e ha tutta la mia fiducia".

Ma colui che ha raccolto una vera e propria ovazione non è stato il segretario del Pd e nemmeno il senatore Marcucci. La standing ovation l'ha ricevuta un inedito Alessandro Tambellini arrivato in perfetta solitudine e con un sorriso a 64 denti molto, molto lontano dalla tensione che lo attanagliava cinque anni fa in campagna elettorale e anche dal giramento fisso di palle che lo ha posseduto nelle rare volte in cui lo abbiamo incontrato negli anni recenti.

Un Tambellini così lo non avevamo mai visto, sembra ringiovanito persino e, udite udite, qualche giorno fa alla festa della Ego a S. Alessio, ci ha anche invitato a cena una volta terminata la bagarre elettorale, cosa che abbiamo accolto con piacere: abbiamo netta la sensazione che non veda l'ora di abbandonare i vestiti da primo cittadino che, in questo doppio mandato, devono avergli procurato più di un grattacapo.

Lasciamo la piazza rossa che è, giustamente, in preda ad una satiriasi di entusiasmo. C'è anche la mamma dell'aspirante sindaco con indosso la mascherina e c'è anche il notaio papà da poco dimissionario dall'assemblea dei soci della fondazione Carilucca. Pensate, c'è gente che farebbe carte false per entrarci, lui, al contrario, ha salutato tutti e se ne è andato senza rimpianti e senza rimorsi.

Ci chiedono in molti come vediamo questa tornata elettorale o anche per chi voteremo. Ci asteniamo dal rispondere. Se dovessimo parlare, anzi, scrivere, non andremmo più a cena e, a dirla tutta, se Parigi, per qualcuno, valeva una messa, per noi niente (o quasi) vale come il poterci sedere ad un tavolo e degustare in santa pace verdure e carne cotte allo e sotto lo spiedo. Varrone aspettaci, stiamo arrivando!

Foto Ciprian Gheorghita

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