Pro Vita & Famiglia accoglie con grande soddisfazione le novità che arrivano dal Governo sul consenso informato dei genitori e sul divieto dell'uso degli smartphone anche per le scuole superiori. Un doppio fronte che va nella direzione del vero supremo interesse dei minori e della libertà educativa delle famiglie.
E' di estrema importanza l'inizio della discussione, previsto per oggi, in Commissione Cultura alla Camera, dell'esame del ddl Valditara che obbliga le scuole a chiedere il consenso informato dei genitori sulle attività inerenti la sessualità, limitando la trattazione di tali temi nelle scuole dell'infanzia ed elementari ai soli programmi ministeriali di scienze e biologia. Ora ci aspettiamo un'approvazione in tempi brevissimi di quella che sarebbe a tutti gli effetti una legge storica contro il gender nelle scuole e che tutela la libertà educativa delle famiglie e la sana educazione di bambini e adolescenti, come tra l'altro chiediamo già da mesi con la Campagna "Mio Figlio No - Scuole libere dal Gender" e con una petizione che ha raccolto circa 40.000 firme.
Il diritto, per i genitori, di sapere in anticipo i dettagli dei progetti scolastici e l'assoluta libertà nel decidere se far partecipare o meno i propri figli, li aiuterà a impedire che attivisti LGBT e collettivi trans-femministi portino in classe le teorie e le iniziative antiscientifiche a cui purtroppo ci hanno abituato in questi anni, ovvero: genere fluido, cambio di sesso, sessualizzazione precoce, bagni neutri e carriera alias, il tutto spesso addirittura partendo dalla fascia d'età dei 6 anni.
Allo stesso tempo è un passo coraggioso e apprezzato dalle famiglie italiane la Circolare ministeriale pubblicata ieri sempre dal ministro Valditara sul divieto di utilizzo degli smartphone durante lo svolgimento delle attività didattiche e in generale in orario scolastico anche per gli studenti delle scuole superiori. Perché protegge dai danni che l'uso e l'abuso degli smartphone creano come isolamento, alienazione, disgregazione dei rapporti interpersonali, crollo delle capacità cognitive e di attenzione ma anche la sessualizzazione precoce, gli adescamenti sul Web, la pedopornografia e la visione di materiale sessualmente esplicito che circola online.
Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus.