A Lucca, qualche giorno fa, un 15enne d’origine magrebina, si è recato in questura per protestare vivacemente contro gli agenti che avevano fermato e sottoposto a controllo alcuni amici. Una volta neanche ci si provava a fare una cosa del genere. Quando il poliziotto l’ha invitato ad allontanarsi, gli ha sferrato una testata in viso procurandogli lesioni guaribili in alcuni giorni.
Pochi giorni dopo lo stesso giovanotto, stavolta unitamente a sodale 16enne, anch’egli originario d’altri lidi, ha ferito col coltello un 62enne per rapinarlo, motivo per il quale è indagato per tentato omicidio. Il questore (nella foto) intanto gli ha inflitto l’“Avviso Orale”, misura di prevenzione che, avendone io notificata più d’una, non gli ha fatto di sicuro né caldo, né freddo, visto il tenore del comportamento e il rispetto che il giovane virgulto ha per le Istituzioni.
Riflessioni.
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Non è un caso che il giovanotto reagisca in modo quantomeno inurbano, atteso che gli episodi di cui è protagonista si ripetono a breve scadenza, al netto di quelli di cui nulla si è saputo. C’è un problema d’educazione familiare e di controllo sociale, se giunto a 15 anni si comporta in cotal guisa, e non so se azzardo troppo a pensare che un suo recupero sia problematico, ormai.
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Centinaia di ragazzi come lui, magari in analoghe condizioni precarie di benessere, non delinquono, per cui l’equazione povero e d’origine straniera: delinquente per forza, non è proponibile.
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Con l’età che ha, nella peggiore delle ipotesi – per lui – si farà qualche anno in carcere minorile da cui verrà fuori e riprenderà da dove si era interrotto.
Sorgono quindi, a margine, alcuni interrogativi.
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Conviene lasciarlo libero di proseguire nell’escalation? Fra l’altro aver aggredito e accoltellato un 62enne la dice lunga sul rispetto per gli anziani, caposaldo della cultura islamica.
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Che dite, ce la fa la prossima volta a lasciare a terra un morto? M’interrogo più che altro per prepararci tutti alla solita sfilata di benpensanti pronti a ammannirci giaculatorie giustificatorie, che ci fanno sentire tutti in colpa. Meno che lui.
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O magari riesce a farsi inseguire da volante o gazzella, il cui autista ha deciso d’infischiarsene di quanto dicono la Salis, Vecchioni e i loro amici dei centri sociali, per poi schiantarsi contro un albero? In questo caso ci si deve preoccupare, anche per gli effetti negativi dell’impatto sul patrimonio forestale dello stato. Meglio quindi che abbatta un palo della segnaletica stradale, almeno i manifestanti dei centri sociali se lo trovano già pronto da lanciare contro i contingenti di polizia e carabinieri.
Nell’attesa di dare una soluzione alle pressanti domande sollevate da quest’ultimo episodio, non resta che augurarsi che scendendo le scale si sloghi una caviglia, almeno per un po’ non accoltella, né rapina. L’augurio è calibrato, naturalmente, ai criteri di minor afflittività che devono caratterizzare gli strumenti di correzione. Del resto per la Questura la testata all’agente è stata derubricata a “spiacevole episodio”, non già a reato.
In assenza di un reale deterrente sociale per queste risorse in erba, non ci resta che sperare nella grazia di Hallah, onnipotente e misericordioso.