Chi avrebbe mai potuto immaginare che, la domenica del 15 agosto del 1769, il giorno della festa dell’Assunta in una montuosa ed incantevole isola, nasceva un bambino che, seppure la Corsica era francese da solo un anno, sarebbe stato consacrato, il 2 dicembre del 1804 nella cattedrale di Notre Dame a Parigi, alla presenza del Papa Pio XII Chiaramonti, imperatore dei francesi?
Cercare di raccontare la grande eredità di Napoleone è un’operazione assai complessa. Napoleone: più lo studi e più lo racconti, più ti trovi davanti oceani sempre più grandi. Nonostante le infinite pubblicazioni e il parere di autorevoli storici, ancora oggi interpretare il suo inarrivabile pensiero, i suoi sogni, il suo estro creativo risulta impossibile.
Le sue gesta di grande condottiero, generale, amministratore, personaggio storico irripetibile che il suo tempo non riuscì a contenerlo. Viveva già proiettato nella modernità, guidato da una straordinaria energia interiore, da una intelligenza sottile, da una forza di volontà inarrestabile, dalla sua tenacia e dall’ impareggiabile audacia.
Oltre a questi molteplici aspetti, era un sognatore — caratteristica che, fin da bambino, lo accompagnò per tutta la vita[…] « Amava la poesia di Ossian e la penombra; ascoltava la musica dolce e lenta, si profondava nei sogni, e nessuno osava muoversi per paura di disturbarlo. »
Napoleone era dotato di caratteristiche così uniche e straordinarie da poter affermare che nessuno riuscì ad eguagliarlo, né nei grandi successi ottenuti, né nei fallimenti. Riconobbe il suo valore anche il più determinato avversario, il duca di Wellington, quando gli fu chiesto chi considerasse il più grande condottiero del suo tempo. Rispose senza esitazione: Oggi, ieri, sempre: Napoleone.
Bonaparte stesso ha indicato la strada che lo ha guidato al successo : «Tornate e ritornate sulle campagne di Alessandro, Turenne, Federico e Annibale. Plasmate su di loro il vostro agire[…] Il vostro genio verrà illuminato e imparerete a rigettare tutte le massime estranee ai principi dei grandi condottieri. »
Napoleone, a vent’anni, abbraccia gli ideali della Rivoluzione. Dopo il caos del Terrore, le guerre civili, la crisi economica con la l’instabilità politica, nel 1799 — da Primo Console, inizia una vera opera di ricostruzione nazionale. Al grido di liberté, égalité, fraterniet”, costruiva scuole, codici e carriere, quest’ultime non per privilegi dinastici ma sul merito. Per Napoleone, il valore dell’uguaglianza era sacro, e si adoperò per far prevalere questo principio della Rivoluzione, abolendo i vincoli feudali e proclamando l’uguaglianza giuridica dei cittadini. Nel marzo 1804 fu discusso e approvato dal Consiglio di Stato il nuovo Codice civile francese,— detto Codice Napoleonico — che affermava la libertà di coscienza, il diritto alla proprietà e al lavoro, la laicità dello Stato, ispirandosi agli ideali dell’Illuminismo. Il codice fu adottato in quasi tutta Europa e rese i cittadini uguali di fronte alla legge. Napoleone, a Sant’Elena, dirà: « La mia vera gloria non è aver vinto quaranta battaglie; Waterloo cancellerà il ricordo di tante vittorie. Ciò che nulla cancellerà, ciò che vivrà per sempre, è il mio Codice Civile. »
Napoleone non tradì mai la Rivoluzione. Trovò una Francia in macerie e la trasformò in una nazione moderna, capace di guardare al futuro, tanto da gettare il primo seme per un’Europa unita.
Bonaparte aveva capito che il vero problema non era l’aristocrazia in sé, ma la vecchia aristocrazia, dove non esistevano meriti ma solo privilegi di nascita. Riteneva utile organizzare una “nuova aristocrazia”, basata sulla virtù, la conoscenza e il merito. Certamente non fu facile far accettare un’idea che pareva contraria ai principi della Rivoluzione, e che veniva percepita come tradimento. La Rivoluzione gli aveva insegnato che: « Essa tiene conto non già delle intenzioni ma dei risultati, non delle parole ma degli scopi raggiunti»
La volontà di Napoleone era immensa. Ripeteva: « Faccio sempre quello che dico, altrimenti muoio»
Napoleone sapeva che non poteva trattare con i sovrani europei, che lo disprezzavano e lo chiamavano «Attila con gli stivali era un militare, giovane generale ,che seppe tenere testa per alle più potenti monarchie europee coalizzate per piu di quindici anni. Così scelse un’altra via: non volle essere re, si fece imperatore. Non sul modello delle monarchie ereditarie, ma sull’esempio degli imperatori romani militari, legislatori, fondatori. Così, il 2 dicembre 1804, con plebiscito, creò la nobiltà dell’Impero. Napoleone fu amato da molti, osteggiato da tanti, e spesso colpito dalla maldicenza. Tanti lo tradirono, anche coloro a cui aveva dato fiducia e incarichi di comando. Dirà: «Tutti mi hanno tradito[…] Io non ho più illusioni. Hanno reciso la mia vita come una tela: io tessevo, e mi hanno tagliato i fili. »
Eppure, quei fili continuano a tessere il mito.
Buon Compleanno, generale Bonaparte.
Il tuo pensiero proiettato oltre il tempo, ancora ci guida.
15 agosto compleanno di Napoleone: "Seguite sempre i vostri principi. Tutto il resto è un dettaglio"
Scritto da Renata Frediani
passioni napoleoniche
14 Agosto 2025
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