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Scritto da luciano luciani
StoricaMente
10 Giugno 2024

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Il meticoloso lavoro di ricerca storica e di applicazione ingegneristica dei membri del Club Moto d'Epoca Fiorentino (CMEF), costato lunghi mesi di studi, ha permesso di ricostruire fedelmente rispetto all’originale e perfettamente funzionante il primo motore a scoppio, inventato dai lucchesi Eugenio Barsanti e Felice Matteucci nel 1853. Poche invenzioni come questa hanno determinato la trasformazione della civiltà contemporanea. Nel bene e nel male, il rapporto tra l’uomo e la natura è stato modificato, anche con conseguenze negative. Resta comunque entusiasmante la capacità tecnica e scientifica dei due studiosi lucchesi, ai quali, al di là di ogni ragionevole dubbio si può attribuire la paternità del primo motore a combustione interna. Ai tecnici e agli ingegneri del club motoristico fiorentino citato, è doveroso un sincero plauso. Alla riuscita del loro lavoro ha contribuito la collaborazione della Fondazione lucchese “Barsanti e Matteucci”, che potrà ulteriormente promuovere le figure dei due personaggi ai quali dedica la sua ragione sociale. Questo importante lavoro produce un atto di riparazione alla memoria dei nostri due scienziati, ingiustamente dimenticati da certa storiografia superficiale o interessata che attribuì ad altri il merito dell’invenzione. Il “caso Barsanti e Matteucci”, come fu tramandato, lasciò l’amaro in bocca se è vero quello che è scritto nell’epigrafe di quella targa apposta da parte della Reale Accademia e dal Comune di Lucca il 12 giugno 1932, sulla facciata di un palazzo in piazza del Giglio, purtroppo, oggi, illeggibile dalla strada:

In questa casa paterna nacque il 12 febbraio 1808 Felice Matteucci – fisico, matematico, idraulico peritissimo – inventore col Padre Eugenio Barsanti da Pietrasanta del motore a scoppio. Il loro nome sarebbe più noto se gli stranieri non avessero ad ambedue rapito con l’invenzione, la gloria.

Un sentimento di riconoscenza è quindi dovuto a chi ha permesso di rendere onore ai due dimenticati lucchesi. Meriti, e neanche pochi, vanno riconosciuti anche - Unicuique suum! - al lavoro di ricerca storica, sempre fecondo, di Roberto Pizzi, studioso sensibile alle manifestazioni artistiche e culturali, politiche e civili della realtà lucchese. A lui si deve un recente e utile libro dal titolo Conoscere Lucca – Industria e prodotti del territorio (Maria Pacini Fazzi, editore, 2019), nel quale si prendono in esame le più importanti espressioni socioeconomiche e tecniche della storia lucchese e in particolare ci si inoltra nel labirinto dei complessi rapporti tra "sapere" e "saper fare". In queste pagine si ricostruisce la storia del Motore a Scoppio, delle prime autovetture, dello “scippo” effettuato nei confronti di Barsanti e di Matteucci, degli altri tentativi innovativi di personaggi locali come il Conte Minutoli, di Giuseppe Carli di Castelnuovo, della passione dei lucchesi per i motori e non ultima della figura di Ferdinando Innocenti nativo di Pescia (allora provincia di Lucca), poi noto sia per il suo brevetto relativo ai ponteggi per l’edilizia, che per i suoi investimenti nel settore motoristico (la celebre Lambretta e le versioni italiane delle autovetture Austin A40 e Mini Cooper).

Barsanti e Matteucci occupano ampi spazi in queste narrazioni e si contrappongono con la loro tenacia a quelle correnti regressive, manifeste e sotterranee, del recente pensiero occidentale sempre più ostili nei confronti della scienza e della tecnologia.

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