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Scritto da irene decorte
Summer Festival
27 Luglio 2025

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"Eccoci alla luce delle candele, sopra i tetti di Lucca”: questo è solo uno dei molti epigrammatici e affascinanti aforismi con cui si è rivolto al pubblico del Lucca Summer Festival Morrissey, storico leader degli Smiths e in seguito solista di successo, che ha scelto proprio Lucca per la seconda delle cinque tappe italiane con cui ha infranto un’assenza dal nostro paese che durava dal 2017. 
Poeta contemporaneo e voce che ha fatto sognare intere generazioni, non meno noto per l’attivismo deciso e spesso controverso, Morrissey ha lasciato subito il suo segno sul Lucca Summer Festival ottenendo che, solo in occasione del suo concerto, gli stand gastronomici in piazza Napoleone servissero esclusivamente cibo vegetariano: niente arrosticini o panini con salumi, quindi, per esplicita richiesta del cantante che del veganesimo ha fatto un vero stile di vita. 
Anche nel corso del concerto Morrissey non ha mancato di esprimere le proprie idee, in particolare sul panorama musicale contemporaneo, con aforismi frammentari e talvolta enigmatici: “Quando i cantanti cantano cercano di farsi apparire attraenti, il che è molto strano: la maggior parte di loro è orribile”, ha affermato ad esempio. E ancora, presentando la recente Rebels Without Applause: “I cantanti pop, o i cantanti rock, o le star, sono come il vostro gatto domestico: moriranno, e muoiono”. 
Questi brevi frammenti di poesia estemporanea non sono che pezzi del puzzle che l’artista britannico è riuscito a mettere insieme in questa serata, la penultima per il Lucca Summer Festival, fatta di nostalgia e incanto, immersa in un atmosfera senza tempo: le immagini in bianco e nero che scorrevano dietro di lui, da Kerouac a Bowie fino al nostro Pasolini, insieme al mancato utilizzo degli schermi laterali che ha dato alla serata un effetto ancor più intimo, e infine alla voce immortale di Morrissey, hanno incantato tutti i presenti, un pubblico eterogeneo tra chi avrà seguito la carriera degli Smiths nel corso degli anni ’80 e i giovani nostalgici di un tempo che non hanno mai vissuto. 
Nonostante un po’ di malumore per il ritardo nell’inizio del concerto, slittato di mezz’ora, il pubblico di fedelissimi è esploso di amore ed entusiasmo all’ingresso sul palco di Morrissey: presentatosi brandendo un ramo fiorito, il cantante ha immediatamente trasformato piazza Napoleone in un teatro, il suo concerto in un’intensa rappresentazione che lo ha visto dare viva interpretazione delle sue melodie e dei suoi testi, manifestando grande maestria nell’uso del corpo e soprattutto della voce, che ha saputo rendere bassa e acuta, graffiata e liscia. 
“Cos’è l’amore, e cosa significa? È reale? Ne sarei sorpreso; non sono mai sorpreso”, ha detto in un altro dei suoi attacchi di poesia durante il concerto che lo ha visto ripercorrere le tappe principali della sua carriera, dagli inizi con gli Smiths, con successi come How Soon Is Now? e I Know It’s Over, agli esordi da solista con Suedehead e Everyday Is Like Sunday, fino alle più recenti novità risalenti al 2022. Ad accompagnarlo sul palco, contribuendo a dare vita alle sue melodie così vivaci e al contempo malinconiche, anche un pezzo di Lucca: tra i suoi musicisti, quasi tutti arrivati direttamente dal continente americano, c’è anche la chitarrista Carmen Vanderberg, cresciuta proprio nella nostra città. 
“Rimango grato, e dico: siate sciocchi, siate felici”, sono state le ultime parole del cantante al pubblico lucchese; e poi, il concerto è terminato improvvisamente, inaspettatamente, a dimostrazione di un fatto ormai ben certo: Morrissey gioca sempre secondo le proprie regole.

Foto Ciprian Gheorghita

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