Duro attacco dei Consiglieri di Altopascio - Maurizio Marchetti, Bianchi Luca, Orlandi Fabio, Marconi Simone, Fagni Francesco, Biagini Valerio - sui numerosi progetti di impianti agrivoltaici e fotovoltaici a terra previsti sul territorio comunale.
Da qualche settimana siamo venuti a conoscenza dell'iter autorizzativo in corso per un progetto di mega impianto agrivoltaico previsto nella zona del padule di Badia Pozzeveri: una superfice interessata di 36 ettari per 32.214 pannelli fotovoltaici. Abbiamo immediatamente presentato una circostanziata osservazione agli organi che si dovranno pronunciare a breve sulla valutazione di impatto ambientale, sottolineando l'esistenza di vari vincoli ambientali e paesaggistici e di come quest'opera possa impattare sulla biodiversità, sulle attività agricole, sulla conservazione del territorio e del suo patrimonio culturale.
Per rendere l'idea la storica corte Casetta, che adesso spicca ancora tra i terreni agricoli, coltivati da innumerevoli generazioni di badiali, finirebbe inglobata dall'impianto con, a pochi metri, pannelli scuri in grado di trasformare un paesaggio unico, anche per la memoria collettiva, in una sorta di squallida zona industriale.
Oltretutto il corridoio infrastrutturale previsto per la nuova circonvallazione è anch'esso circondato dall'impianto rendendo impossibile, ove lo stadio progettuale più avanzato lo suggerisse, una modifica, seppur lieve, del tracciato.
A fronte di ciò la Giunta D'Ambrosio - anziché opporsi al progetto, anche per vie legali come ha fatto il Comune di Porcari verso un impianto previsto sul suo territorio, peraltro di soli tre ettari e quindi molto più piccolo – ha pensato bene di accordarsi con la società privata proponente per un indennizzo di 280.000 euro. In pratica il territorio è già stato svenduto!
In questo senso suona veramente come beffarda la mozione presentata dalla maggioranza in Consiglio Comunale, alcuni mesi fa, dove si evidenziava la preoccupazione che non arrivasse in tempo una disciplina regionale a porre dei paletti alla legge permissiva fatta dal governo Draghi. Ebbene le cose non stanno così! Senz'altro è auspicabile una legge regionale che stabilisca dei limiti, possibilmente prima che "i buoi siano scappati dalla stalla", ma il quadro normativo attuale e la numerosa ed univoca giurisprudenza permettono sicuramente al Comune, almeno in alcuni casi, di opporsi. Evidentemente quella mozione serviva solamente a predicare in un modo per poi, in silenzio e nell'ombra, agire in modo opposto.
E, purtroppo, occorre aggiungere che di impianti fotovoltaici a terra ce ne sono altri in dirittura di arrivo. Uno in località Bozzo alla Rena a Marginone ed altri due, sempre nella zona del padule di Badia Pozzeveri, per una superficie complessiva analoga a quella dell'impianto agrivoltaico di cui sopra. Anche qui senza la necessaria trasparenza amministrativa, con procedure autorizzative tenute seminascoste e conferenze dei servizi già svolte senza che cittadini ed associazioni interessate ne sapessero niente (poteva essere utilmente usato anche il nuovo sito internet del Comune costato oltre 100.000 euro...).
Anche qui la Giunta comunale si esprime solo con due delibere dove si accorda con la società privata proponente per avere un indennizzo di ulteriori 280.000 euro (per un totale di 560.000 euro che incasserà il Comune).
Noi chiediamo a tutti di opporsi a questo scempio. Ovviamente siamo favorevoli alla diffusione delle energie rinnovabili ma i pannelli fotovoltaici devono essere collocati in luoghi idonei, come ad esempio i tetti degli edifici civili ed industriali delle zone già urbanizzate, e non ovunque in nome dell'ideologia e del business.
Chi è chiamato ad amministrare un territorio non è autorizzato a svenderlo così come non può svendere il patrimonio paesaggistico, culturale e storico della comunità.