Anno XI 
Martedì 5 Agosto 2025
- GIORNALE NON VACCINATO

Scritto da Redazione
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25 Maggio 2022

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Sventurata è la terra che ha bisogno di eroi, diceva Bertolt Brecht ma, aggiunge Giovanni Minniti capolista della Lega alle elezioni del 12 giugno, doppiamente sventurata è quella terra che pur avendo bisogno di eroi non li ha.

L’Italia, afferma Minniti, i suoi eroi li ha nelle figure dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e bene ha fatto la città di Lucca a dedicare una piazza ai due magistrati dei quali  ricorre il trentesimo anniversario della scomparsa.

Ho sempre ritenuto, spiega Minniti, che se esistesse la categoria dei santi laici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sarebbero dei santi per meriti civili canonizzati per il loro martirio in “odium fidei” la fede salda che entrambi avevano nel primato dello Stato e delle sue leggi ma che lo Stato non ha saputo o voluto tutelare.

Del resto furono profetiche le parole di Giovanni Falcone per il quale la “mafia uccide i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere”: molti ricordano il conto per vitto e alloggio pagato di tasca propria per la permanenza all’Asinara quando doveva essere redatta l’ordinanza di rinvio a giudizio per il maxiprocesso alla mafia, le polemiche sui professionisti dell’antimafia, le lettere del corvo, le insinuazioni sull’attentato dell’Addaura, le bocciature delle candidature alla guida dell’ufficio istruzione come successore di Antonino Caponnetto e della Procura della Repubblica di Palermo, l’accusa di tenere nel cassetto le inchieste sui politici e di essersi consegnato alla politica per quanto riguarda Falcone, l’atto di accusa del CSM per aver difeso Falcone e il trasferimento alla procura di Marsala per Borsellino.

Fatti, quelli appena ricordati, che rendono evidente la Via Crucis sopportata con dignità e coraggio dai due magistrati siciliani animati sempre dal desiderio di ricerca della verità e della giustizia, dal profondo senso del dovere e dall’accettazione quasi rassegnata del destino che il fato aveva loro riservato come certi personaggi delle grandi pagine della letteratura verghiana e pirandelliana.

Il tritolo di Capaci e via D’Amelio fu il colpo di grazia che pose fine alla loro esistenza terrena ma che li proiettò nel ristretto novero degli Uomini la cui esistenza è modello di riferimento per tutti.

Se i giovani, passando dalle parti di Sant’Anna, chiederanno ai genitori o agli insegnanti chi erano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino il sacrificio dei due magistrati siciliani non sarà stato vano conclude Minniti

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