Quanta ipocrisia nel politicamente corretto dei falsi buonisti, dei servi sciocchi, dei preti, del papa, l'omino bianco d'Oltretevere che sta distruggendo la Chiesa e l'Occidente, dei politicanti straccioni a 12 mila euro al mese se in Transatlantico o anche il doppio e, perché no, quasi il triplo se prostituiti a Bruxelles. Dopo che le belve di Hamas hanno massacrato, né più né meno dell'Isis o di Al Qaeda, centinaia di persone inermi, così, semplicemente, senza alcuna plausibile e giustificabile ragione, con oltre 260 ragazzi e ragazze privati della loro esistenza e trucidati a bruciapelo mentre stavano, sciocchi, a ballare a uno di quei rave party dove la realtà fa a cazzotti con la fantasia, si sono levate in alto le grida scandalizzate dei benpensanti occidentali. Questi ultimi, puttane sempre pronte ad andare a letto con il primo sceicco che promette loro denaro e petrolio, hanno urlato alla vergogna e allo sdegno, parteggiando apertamente per Israele e le sue vittime. Ma noi non ci caschiamo. No, conosciamo troppo bene l'animo umano e, soprattutto, l'animo dei vermi che animo non hanno per sapere che, fra qualche giorno, tutto lo sdegno e tutto l'orrore saranno spariti lasciando il posto ad un altro sdegno, ad un altro orrore, quello per le vittime dell'altra sponda, quella dei carnefici, dei palestinesi, di coloro che amano Israele e gli ebrei e che vorrebbero solamente poter convivere pacificamente. Questo pensiero, condiviso negli anni Sessanta-Settanta sia a sinistra sia a destra, sia, in particolare, tra i gruppi extraparlamentari di sinistra, ma anche tra quelli di destra per ovvie ragioni di carattere storico, sta facendo proseliti in una Italia dove la sinistra della Elly Schlein è pronta a difendere gli ebrei solamente se si parla di fascismo-nazismo e se non si tocca l'unico, vero antisemitismo che c'è oggi: quello dei popoli arabi verso gli ebrei e verso Israele.
Vorremmo vedere che cosa avrebbero detto le mamme italiane o anche i papà, se a finire macellate e maciullate fossero state le proprie figli andate ad un concerto per ascoltare musica e mai più tornate. Già, ma queste sono ebree e l'ebreo, da millenni, è un qualcosa - nemmeno un qualcuno - che dà fastidio, che va emarginato nella migliore delle ipotesi, eliminato nei casi estremi. Gli ebrei non sono una razza anzi, fanno razza soltanto per conto loro e, quindi, se muoiono, in fondo, non interessa ad alcuno se non a loro stessi. L'ebreo, lo pensiamo e lo scriviamo, piace, soprattutto, quando è morto o quando è reso impotente nella sua impossibilità di difendersi. Tutte le altre volte è un malvagio. Un capitalista speculatore. Un avido strozzino. Un egoista per antonomasia.
Oriana Fallaci, che aveva compreso tutto da tempo e che non cadeva nel tranello del politicamente corretto https://www.panorama.it/news/dal-mondo/oriana-fallaci-antisemtismo-gaza-hamas , stava dalla parte degli ebrei e dei sionisti per un semplice motivo che gli imbecilli di oggi nemmeno riescono a capire: se cade Israele, unico bastone di democrazia in Medio Oriente, i successivi a cadere siamo e saremo noi poveri dementi e creduloni. I quali, a partire dai progressisti verniciati di rosso-fucsia, credono ancora che l'Islam sia una religione pacifica, conviviale, tollerante e per nulla aggressiva. Stronzate. E lo vediamo ovunque. Se Israele continuerà ad attaccare Hamas e il mondo islamico da cui è odiata a prescindere, migliaia di cellule dormienti in Europa e non solo si risveglieranno e torneranno i tempi degli attentati e delle stragi che qualcuno ha già, purtroppo, dimenticato.
I palestinesi, l'Iran, l'Egitto, la Siria, tutti gli emirati, sopportano la presenza di Israele perché è protetta dagli Stati Uniti e perché è in grado di difendersi da sé, svarioni a parte come quello di sabato. Ma se Israele abbassasse la guardia e si mostrasse tollerante e aperta a chissà quale accordo, col tempo finirebbe per essere distrutta, cancellata, annientata per il semplice motivo che l'ebreo deve morire. Punto e basta. Questo è il dogma degli arabi. L'ebreo in quanto tale non può vivere se non declassato, punito, scacciato, umiliato, perseguitato. E la sua unica salvezza è di non fidarsi di alcuno, di confidare solo su se stesso.
Negli ultimi tempi abbiamo assistito a manifestazioni in piazza contro il governo legittimo decisamente conservatore. Le città di Israele preda di contestazioni senza che nessuno si rendesse conto che proprio la divisione di Israele ha garantito la possibilità di una umiliazione come quella infertagli da Hamas e dall'Iran. Israele è uno di quei Paesi e gli ebrei sono uno, anzi l'unico, di quei popoli che non si possono permettere debolezze, scontri, liti, ribellioni o rivoluzioni di sorta, e non si possono permettere nemmeno di avere, al proprio interno e se anche con qualche ragione, una quinta colonna formata dai soliti progressisti verniciati di rosso e, in particolare, fucsia e arcobaleno che sono, è bene dirlo, la rovina dell'Occidente e di Israele.
Israele può sopravvivere solamente se è unita, nel bene e nel male, nell'odio e nell'amore, unita perché non è ammissibile alcuna divisione pena la sconfitta e la definitiva scomparsa dalla faccia della terra.
Esultavano, invece, i soliti maledetti imbecilli paladini del progresso e del très bien vivre ensemble che ha condotto la Francia alla rovina. Esultavano e gioivano nel vedere i manifestanti sfidare la polizia, occupare le strade, bloccare il Paese e non capivano che questa apparente democrazia stava per scivolare nella tragedia di sabato scorso. Ce n'erano le premesse in ciò che stava avvenendo da mesi. Quando un Paese è diviso, crollano le certezze, si demoliscono le convinzioni, la fede vacilla, prevale l'inedia e il qualunquismo, l'individualismo esasperato e mortificante di ogni identità collettiva.
Israele, ora, si è svegliata. Nuovamente. Come dopo la strage di Settembre Nero nel 1972, così come con la guerra del Kippur. E svegliandosi, ha capito che se non è lei a fare pulizia e a smantellare e disintegrare i propri nemici, non lo faranno certamente le Nazioni Unite o anche gli Stati Uniti pur sempre amici e alleati. Ecco perché Israele non può permettersi il perdono né il rimorso. Tantomeno la pietà. Se vuole sopravvivere nei secoli e non finire come 80 anni fa, deve agire senza indugio contro i propri nemici, bombardando senza esitazioni, uccidendo senza paura, senza lacrime per le rose come avrebbe scritto Mario Tronti, il teorico del movimento operaio e di Classe Operaia.
Avere pietà o anche soltanto provare rimorso per ciò che, Israele, sta legittimamente facendo, sarebbe un errore imperdonabile. Fermarsi a trattare sotto la pressione dei benpensanti occidentali che hanno paura di perdere petrolio e soldi e anche di vedere andare a pezzi lo stile di vita occidentale, significherebbe mettersi nelle mani di chi ha già dimostrato di non essere affidabile.
Ognuno per sé, dio per tutti.