Non abbiamo mai gradito la parola sciopero trovandola inutile e dannosa, ma l'abbiamo sempre rispettata. Oggi la usiamo, forse, in maniera impropria, ma serve, comunque, a chiarire qual è il pensiero della Gazzetta di Lucca che, dopo aver appena appena sfondato, dal 1 agosto al 1 settembre, la soglia incredibile dei 200 mila utenti unici assoluti, sente il bisogno di riaffermare la propria contrarietà a quel mondo al contrario o, come abbiamo da sempre sostenuto noi, alla rovescia che vorrebbero a tutti i costi imporci e farci digerire. Il 7 settembre, sabato, a Lucca sfilerà il Toscana Gay Pride, una sorta di provocazione politica della quale non sentivamo il bisogno e che la comunità Lgbtqrstuvz con la Sinistra alla guida della Regione (sic!) con quel genio della stirpe del governatore Eugenio Giani, sono, al contrario, così contente di aver imposto ad una città senza nemmeno chiedere il permesso. Arroganza, presupponenza, ideologizzazione spinta: c'è di tutto in una scelta che viola a nostro avviso la sensibilità religiosa di una gente, quella lucchese, che a settembre e il 13 in particolare, celebra, con la processione di Santa Croce, un chiaro e manifestato oltreché centenario diritto al rispetto e alla considerazione verso le proprie convinzioni. Del resto, la Sinistra agisce in maniera sporca da sempre rovesciando la frittata: impone e, di fronte alle proteste o anche solo alle rimostranze, accusa di fascismo e omofobia. Tutti in vacanza a Raqqa una settimana all inclusive e viaggio di sola andata: servirebbe a disincentivare questa cieca adesione e anche a far consapevolizzare tutti coloro che hanno occhi e orecchie foderati di prosciutto. Esattamente come, nel secolo scorso, i comunisti italiani si sperticavano in lodi per l'Unione Sovietica senza mai esserci stati perché una volta che ci avevano messo piede non vedevano l'ora di tornare nell'Occidente capitalista. Scomparsi l'Urss e anche il comunismo con la classe operaia, c'era bisogno di nuovi feticci da adorare per portare avanti la campagna ideologica che dalla notte dei tempi ammorba questo continente. E la sinistra li ha individuati nelle nuove categorie dop: omosessuali, transessuali, lesbiche, transgender e chi più ne ha più ne metta.
Senza lasciarsi andare in giudizi di merito, la Gazzetta di Lucca ha fatto una scelta nella figura del suo direttore (ir)responsabile. Non solo non essere presente - ma il sindaco che farà?, farà come Fazzi e sfilerà in testa al gruppo? - preferendo tutt'altri luoghi senza dubbio più consoni alle proprie convinzioni e ai propri desideri, ma anche non seguendo in alcun modo la manifestazione, esattamente come se non si tenesse e non dovesse svolgersi. In sostanza, ignorandola completamente. Quindi, cari amici lettori, chiunque vorrà assistere e vedere la sfilata dei 15 mila aderenti o simpatizzanti Lgbtqrstuvz, non potrà farlo se non andando a spippolare da qualche altra parte. Perderemo dei followers? E chissenefrega, ce lo possiamo permettere, ma esattamente come, a Marina di Carrara, ci rifiutiamo di seguire gli sbarchi del clandestini portati dalle navi Ong in aperta violazione del diritto di uno Stato che così voglia chiamarsi, di sorvegliare e gestire i propri confini oltreché difendere la propria identità, allo stesso modo agiremo verso questa rassegna, per noi, di cattivo, cattivissimo gusto a pochi giorni dalla processione del Volto Santo.