Quando Piero Pacini alza, si fa per dire, la cornetta e chiama per un invito a pranzo o a cena, impossibile rifiutare. Con lui si sta bene, non fa mai discorsi senza senso o senza costrutto, è un grande osservatore di cose lucchesi, ha testa teutonica, ma cuore indubbiamente italiano e parla fluentemente il tedesco essendo madrelingua come la sua splendida consorte Caroline. E' interista e questo è un problema suo, è un grande collezionista di orologi sin da quando era un adolescente e il primo orologio glielo regalò il nonno anche lui gelatiere in Westfalia. E' una delle poche persone che conosciamo che quando apre bocca riesce a tenere fede a quello che dice: puntuale, affidabile, non promette mai se non sa di poter mantenere. Quest'anno lo hanno corteggiato per l'ennesima volta per farlo candidare alle amministrative, ma niente da fare: "La politica - dice - è una cosa troppo seria per farla a scappatempo". Sì, perché, effettivamente, lui di tempo ne ha ben poco, impegnato com'è dai primi di marzo fino a dicembre con la sua gelateria di via Roma e il tempo che gli resta lo passa a girare il globo in compagnia della moglie, tedesca di Norimberga.
Sceglie lui la location e sceglie da Gigi in piazza del Carmine, una mèta impagabile per chi ama la cucina lucchese e la tradizione. Varcare la soglia del locale trasmette calore, bravi Michele e Carmine a saperlo gestire da lustri mantenendolo al massimo della qualità e del prestigio. Con la Buca e la Locanda di Sesto oltre all'antica Locanda dell'Angelo, è il locale più ricco di fascino sotto il profilo storico e ambientale.
Piero Pacini osserva e legge di tutto. Giornali italiani e stranieri tedeschi in primis, a casa guarda la Tv tedesca ed è costantemente al corrente di tutto ciò che accade nell'ex regno di Prussia. Ama l'Italia, ma anche la Germania e non l'ha certamente dimenticata. Anzi. Fino a qualche anno fa gestiva con il fratello un locale storico nella città di origine e faceva su e giù con le nostre latitudini, poi, ha scelto di tornare in Italia a Lucca insieme ai suoi genitori e di quella scelta non si è mai pentito.
Alla corte di Carmine Mariniello, braccio destro e sinistro di Michele Tambellini, ex calciatore professionista che Carmine seguiva nelle trasferte in giro per la penisola essendo suo grande amico, si sta da dio, serviti e riveriti, si mangia e, soprattutto, si beve in compagnia e con l'assistenza di un grande intenditore. Carmine, infatti, è la modestia in persona, ma in pochi sanno che è un sommelier di altissimo rango, profondo conoscitore di uve e vitigni, aziende e prodotti perfino di quelli tedesxchi tipo Riesling Renano, un vitigno che, a suo giudizio, sta crescendo sotto tutti i punti di vista anche per l'innalzamento delle temperature anche in Germania.
Inoltre quest'uomo che parla con un timbro di voce quasi da tenore, ma che è di una cortesia e di una intelligenza smart - in Germania, sostiene Piero si usa la parola Schnell che vuol dire veloce - parla un tedesco meravigliosamente tedesco e quando fa la guida turistica, conosce le cose che spiega a menadito, dotato di grande cultura ama sezionare le parole alla luce di una indiscutibile conoscenza dell'etimologia delle stesse. Sentirlo parlare è un piacere.
Entrambi sono tedeschi quanto basta per essere altrettanto italiani, con uno spirito di sacrificio e una cultura del lavoro che ben pochi nostrani possiedono. Hanno, in comune, molte cose: prima di tutto la consapevolezza che se si vuole ottenere qualcosa è bene capire che, salvo redditi di cittadinanza impensabili in Germania e possibili solo qui con i 5Palle, nessuno ti regala niente e che niente è dovuto per diritto di nascita.
Piero Pacini è di un altro evo. Ieri una coppia di turisti stranieri ha varcato la soglia della sua gelateria e il marito ha domandato un frappè con nocciola e limone. Senza pensarci un attimo Pacini si è rifiutato tra la sorpresa del cliente e la consapevolezza della Caroline che, ormai, lo conosce: "Non potevo commettere questo delitto, impossibile fare un frappè con latte, limone e nocciola, così gli ho ripetuto che non se ne parlava nemmeno. Ovviamente gliel'ho spiegato, la moglie ha compreso subito, lui un po' dopo, ma poi ha capito e si è bevuto un frappè con la crema e mi ha ringraziato".
Questo è il nostro, una persona che essendo libera può permettersi di fare ciò che ritiene meglio e non solo a casa propria. Anche per lui il cliente è sacro, ma... appunto, c'è un ma e questa congiunzione non deve mai fare a cazzotti con le sue convinzioni.
Anche noi, dice Carmine, siamo spiriti liberui del giornalismo e lo spiega ai due figli gemelli che sono appena entrati e che non parlano, come lui, il tedesco, ma lo capiscono e lo stanno studiando. Freigeist ci definisce, spirito libero o libero pensatore e ha ragione, ci riconosciamo nella sua definizione anche perché siamo, effettivamente, al di sopra delle righe anzi, senza righe e nemmeno quadretti.
Per noi pollo al mattone e spinaci, una leggerezza che riempie lo stesso e non appesantisce. Pierino ci guarda meravigliato essendo abituato a prestazioni pantagrueliche. Si va sulla politica, sulle elezioni, Pacini e Mariniello amano chiedere, ma sanno benissimo che viviamo in un mondo dove la mediocrità la fa da padrone in tutti i settori. Ci piace stare in mezzo a questi due perché c'è molto da imparare a parte la lingua che parlano e conoscono e che non riusciremo, ormai, ad apprendere se non in una prossima eventuale esistenza. Sono persone che non si possono addomesticare e che non conoscono se non la voglia di migliorarsi e di saper rinunciare quando la rinuncia è parte stessa degli obiettivi che si desidera raggiungere.