Non sarà una mostra fotografica come le altre. 36 fotografie di 1 metro per 1 metro e 40 centimetri fatte, volutamente, in bianco e nero su sfondo scuro e con una luce molto cruda per mettere in risalto il più possibile la persona, senza filtri per far cogliere i più piccoli particolari. È stata presentata questa mattina, mercoledì 27 marzo nella sala Armeria di Palazzo Ducale, la mostra «È colpa mia» che sarà allestita, in Sala Tobino, a partire dal 29 marzo.
Alla presentazione dell’esposizione, nata dalla necessità di sensibilizzare e contrastare urgentemente la violenza sulle donne, hanno preso parte Maria Teresa Leone, consulente per la Provincia in tema di pari opportunità, i promotori ed organizzatori della mostra, Samuele Cosentino e Paola Marchini, che ne hanno curato anche la progettazione, l’exhibition design Domenico Raimondi ed il fotografo Marco Pignatelli.
“Sarà un percorso buio e molto introspettivo – ci dice Marco Pignatelli, curatore del progetto fotografico – voluto per far passare il messaggio che la mostra vuole trasmettere. L’utilizzo di foto di grandi dimensioni ed in bianco e nero, su sfondo scuro, metterà in risalto particolari che nemmeno il soggetto fotografato potrebbe immaginare di avere”.
La mostra, come tutto l’intero progetto, sono stati voluti e finanziati dal ristorante “Gli Orti di via Elisa” nelle persone dei titolari, Samuele Cosentino e Silvia Pacini che, affiancati da Paola Marchini, hanno voluto dare vita ad un progetto artistico immersivo, visivo e sonoro. Saranno presentati i volti di 36, tra donne e uomini, che hanno voluto “metterci la faccia” per sensibilizzare i visitatori su un argomento delicatissimo e, purtroppo, di grande attualità.
“La mostra nasce dall’urgenza di parlare di questo tema – ci dice Samuele Cosentino – e non abbassare mai la guardia sul problema del contrasto alla piaga della violenza di genere. Aziendalmente abbiamo fatto questa riflessione ed abbiamo deciso di destinare parte del nostro budget, dedicato normalmente a vari tipi di pubblicità, per regalare alla città un evento socio culturale che potesse essere stimolo di discussione e di confronto”. Il percorso visivo sarà affiancato da un suggestivo supporto audio immersivo, realizzato dagli allievi della Jam Accademy sulla base di un progetto di Luigi Agostini. Di fronte alla visione dell’opera di forte impatto, oltre allo stimolo visivo, ci sarà uno stimolo percettivo ulteriore proveniente da 16 punti sonori che caleranno il visitatore in una sorta di bolla sonora che renderanno la visita sicuramente emozionante. Sono state molte le realtà della città che hanno aderito e supportato questa iniziativa, resa possibile grazie anche al patrocinio della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Lucca. Alla presentazione era presente anche Maria Teresa Leone che ha tenuto a sottolineare l’importanza dell’evento ed ha aggiunto: “questa mostra, che abbiamo appoggiato fin dall’inizio, dovrebbe essere permanente, dal momento che il dramma della violenza di genere non può essere all’attenzione di tutti solo in occasione di ricorrenze come l’8 marzo. La nostra provincia ha avuto e sta avendo numeri troppo alti di casi di violenza sulle donne (2 al giorno n.d.r.) e questo impone una riflessione molto importante”. La mostra sarà aperta, con ingresso gratuito, fino al 7 aprile dal martedì al sabato dalle 10 alle 19 e la domenica dalle 16 alle 19.
