Anno XI 
Mercoledì 16 Luglio 2025
- GIORNALE NON VACCINATO
claudio
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Scritto da aldo grandi
Cronaca
27 Agosto 2022

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Un invito a cena a casa dell'assessore Paola Granucci e di suo marito Natale Mancini in quel di Cerasomma. Un invito in bianco senza sapere chi ci sarà a tavola né il numero dei commensali.

Sulla via Vecchia Pisana è buio pesto, appena passato il passaggio a livello di Cerasomma  ancora di più. Siamo al confine con la terra di Pisa. Arriviamo e con noi portiamo, come sempre, una bottiglia di champagne Piper-Heidsieck Prohibition Edition ed un rosato Borgeri (antico nome di Bolgheri) dell'azienda vinicola Giorgio Meletti Cavallari, produttore di elevata esperienza e qualità, enologo, figlio di Piermario ex proprietario della tenuta Grattamacco a Lungagnano di Castagneto Carducci. Ma Natale Mancini riesce a sempre ad anticiparci e, infatti, aperitiviamo con una bottiglia di Maggiolina - Rosato Frizzante Igt Toscana - Agricola Piano B aleatico dell'Elba e, più tardi, durante il pranzo e nonostante il menu sia a base di pesce, resteremo basiti per un vino prodotto da Elena Celli, sorella di Mauro Celli imprenditore del settore cartario e anche lui produttore vinicolo. Ma tempo al tempo.

Chi c'è al convivio organizzato per la sera del 26 agosto? Azz... si comincia con Mario Pardini, sindaco di Lucca, che non vedevamo da qualche settimana. Con lui, Mimmo D'Alessandro, patron del Summer Festival, appena rientrato da Napoli dove, tra l'altro, ha assistito alla partita della sua squadra del cuore e, orgoglioso, mostrerà durante la cena il biglietto acquistato on line per andare ad assistere, domenica, alla sfida con la Fiorentina all'Artemio Franchi. Natale e l'assessore Granucci con la figlia Matilde concludono il cerchio, pochi, ma, indubbiamente buoni e, soprattutto, contenti di ritrovarsi come accadde, già, nel 2020 - stesso posto, stessa gente - senza che, all'epoca, si potesse anche solo lontanamente immaginare quel che sarebbe accaduto poi.

Qualcuno ha criticato aspramente Mimmo D'Alessandro per via di una immagina scattata poco prima del ballottaggio in cui era ritratto in atteggiamento fraterno con il candidato a sindaco Francesco Raspini. Critiche ingiuste anche perché, a quel che vediamo e ci risulta, il rapporto tra Pardini e il fondatore del Lucca Summer Festival non è ottimo, di più. "Il Lucca Summer Festival appartiene a Lucca - ha commentato Pardini - e poiché comprendo bene che un imprenditore deve programmare in anticipo gli eventi che organizza, faremo il possibile e anche l'impossibile se necessario per andare incontro alle esigenze di D'Alessandro che da 23 anni regala emozioni straordinarie a intere generazioni facendo conoscere Lucca nel mondo". 

Musica per le orecchie non solo di Mimmo, ma di tutti noi che al Summer ci teniamo per l'immagine di Lucca anche se, onestamente, più avanza il tempo e più gli artisti che si esibiscono sono, a noi, pressoché sconosciuti. A parte Celine Dion che credevamo arrivasse nel 2023 e che, al contrario, scopriamo, per bocca di Mimmo, arriverà nel 2024. Colpa nostra che non avevamo letto bene i manifesti. Tra i possibili candidati al 2023 si vocifera di un ritorno di Lenny Kravitz e di un probabile accordo con Travis Scott - chi è costui? - conosciuto anche come Cactus Jack, rapper e produttore discografico americano molto in voga tra i giovani.

Tavola apparecchiata in maniera gradevole alla vista, con attenzione e buongusto della serie Paola Granucci non si smentisce mai. La conosciamo da anni, persona riservata che sa stare al suo posto, ma che è anche una acuta osservatrice attenta a non invadere mai il campo altrui, ma capace e molto puntigliosa sul lavoro, una donna che ha una naturale predisposizione alla simpatia e alla trasmissione di entusiasmo ed energia. Il suo è un sorriso spontaneo. Ai fornelli questa volta Natale ha dato il meglio di sé, dopo aver fatto altrettanto contribuendo all'elezione della moglie avendola seguita con il giusto distacco, ma, allo stesso tempo, vicinanza durante la campagna elettorale.

Le acciughe fritte e salsa di maionese fatta in casa con basilico e uova di Cerasomma. Per chi ancora non lo sapesse sia Natale sia Paola sono cresciuti per le strade di questa frazione, l'ultima di Lucca e la prima di... Pisa, un po' come S. Maria del Giudice. Per loro non esiste luogo al mondo e ne hanno visitati molti, migliore e più bello di questo. Questioni di punti di vista.

Ancora un antipasto, le capesante gratinate al forno che, in genere, sulle tavole più o meno imbandite arrivano a numero rigorosamente chiuso mentre qui, invece, ce ne sono in grande quantità. Noi, alla fine e come spesso accade, battiamo tutti di gran lunga: sette, ma come si fa a dire di no? Anche la Matilde, non ancora 18enne, arriva a quattro poi si ferma. 

La conversazione tocca una infinità di punti, dalla politica alla cronaca, al turismo, al futuro di una città che, indubbiamente, dopo dieci anni sta voltando pagina piano piano nonostante a Sinistra non se ne siano ancora resi conto. C'è appena stata l'ordinanza firmata dal sindaco contro i bivacchi e subito l'opposizione l'ha bocciata considerandola inapplicabile e inadeguata: "E' evidente che serve buonsenso nella interpretazione delle norme. Se uno mangia un panino o un gelato mentre sta seduto senza fare azioni o comportarsi irrispettosamente, nessuno lo redarguirà. Ma l'ordinanza è diretta verso quelli che prendono la città e i suoi monumenti come un dormitorio a cielo aperto e questo è inammissibile".

Parole sante pensiamo senza dirlo.

Il discorso scivola sulle aspettative di primavera, quando Mario Pardini ha scelto di correre da solo costringendo i partiti a seguirlo. Noi lo dicevamo da mesi, addirittura, da un anno, in particolare dopo che Mario aveva abbandonato, giustamente, il tavolo del centrodestra. Il suo coraggio e la sua determinazione hanno prodotto il miracolo. Proprio ieri un collega raccontava della sorpresa di trovarsi di fronte un sindaco diverso da come se lo era immaginato, una persona seria, educata, estremamente disponibile e per niente spocchiosa. Confermiamo. Mario Pardini è tutto questo e anche molto di più. Potrà andare lontano.

Si chiacchiera di tutto un po'. E di tutti o quasi, per un altro po'. Sullo sfondo interrompiamo la musica che aleggia sopra le nostre teste diffusa dall'impianto di Natale Mancini e proponiamo un audio di Gennaro Cosmo Parlato, una sua esibizione con Maruzzella, canzone napoletana portata alla ribalta da un certo Renato Carosone. Mimmo D'Alessandro è rimasto colpito dalla bravura e dalla voce di questo artista che ha lavorato con Chiambretti in Tv e scritto canzoni per Mina e altri grandi cantanti. C'è un inedito di Cosmo Parlato che ci trascina tutti e che sarebbe un brano perfetto per un duetto con Enzo Avitabile. Il motivo è coinvolgente, musicalmente ritmato e lo stesso Mimmo D'Alessandro ne subisce il fascino. Napoli, comunque, per lui è il cuore che non smette mai di battere. 

Noi ci divertiamo a punzecchiarlo dicendogli che è una città che fa schifo, ma lui non cade nel tranello e sorride. Ovviamente scherziamo.

Paola è una di quelle persone che la dote non comune di saper ascoltare e, prima di intromettersi-introdursi in una conversazione, vuole conoscerne, almeno, alcuni degli... anfratti. Bella dote per un politico anche se lei è una neofita che, però, si sta applicando con passione e dedizione. Chi meglio di lei assessore al commercio e alle attività produttive? Nessuno. Lei è il commercio e l'imprenditoria personificate.

Colpo di scena: il sindaco non beve vino o, ci sembra, questa sera preferisce la Coca Cola. Ma non era un produttore vinicolo in Argentina? Comunque sia beve anche un mezzo calice di rosso, una bottiglia di Sui Sassi 2018 - Due Mani, appunto l'azienda di Elena Celli e Luca D'Attoma a Castellina Marittima. Ne assaggiamo anche noi e restiamo profondamente basiti: fantastico al palato, un retrogusto che non si fa dimenticare e un nettare che scivola giù con una facilità e semplicità esemplari. Bravo Natale. 

Sindaco e D'Alessandro sono parchi nel cibo, poco, a differenza di noi che, onestamente, siamo di un altro livello. Nemmeno Natale riesce a starci dietro, vinciamo con largo vantaggio e non riusciamo a capire se siamo noi che mangiamo troppo o se sono gli altri che lo fanno poco. Mah, dilemmi esistenziali che sono destinati a non trovare risposta...

Niente secondi piatti, sono previsti due assaggi di primi: si comincia con i ravioli ripieni di branzino ai pomodorini e basilico. Sul nostro versante non si fanno prigionieri, su quello del promoter e del sindaco, invece, ne avanza, addirittura, mezzo vassoio che Natale riporta in cucina tra le nostre proteste accese. 

Improvvisamente accade l'imponderabile. Sulla parete gialla di fronte al tavolo in giardino, compare nella luce della lampada, un bofonchio di dimensioni notevoli e gli astanti si alzano tutti allontanandosi, Mimmo per primo che alcuni giorni fa è stato punto in pieno petto durante una cena all'aperto ed è stato male per diverso tempo.

Afferriamo il nostro tovagliolo, lo pieghiamo e lo scagliamo nonostante i tentativi di fermarci, contro l'insetto che, colpito, ma solo stordito, riesce a recuperare vigore e vola via ritornando subito dopo. Un secondo lancio non fa centro, ma al terzo, con i commensali sempre più convinti di stare lontani e con Natale e Paola che non trovano lo spray, lanciamo il tovagliolo con tutta la nostra forza e precisione e questa volta la belva, si fa per dire, si accascia sempre vivo al suolo, ma la suola della nostra scarpa sinistra non gli dà nemmeno il tempo di azzardare un tentativo di fuga. La cena, così, riprende con l'arrivo di due vassoi contenenti pennette di pasta fresca agli scampi ricetta anni '80. 

Per i più giovani è difficile rammentare la goduria e la sorpresa di noi ragazzi nell'imbattersi, in cucina, con le penne agli scampi o nelle penne alla vodka, piatti tipici di un periodo storico che sembra lontano una vita. Buonissimi quelli preparati da Natale e, infatti, anche qui nessuna pietà mentre Mimmo, ma lo sapevamo, è restìo ad approfondire e Pardini a lasciarsi andare.

Il post cena è bagnato dall'AmarLucca di Guliano Fanucchi e arredato con il gelato della Cremeria Opera di Mirko Tognetti. Evitiamo accuratamente il secondo perché full-up mentre ci dedichiamo al primo con parsimonia. 

Passano i minuti e Pardini saluta per volare a casa dai suoi bimbi e dalla consorte, noi restiamo ancora un po', poi, con D'Alessandro, togliamo le tende. Convivialità e leggerezza sono le parole d'ordine e Natale Mancini chiude alla grande: "Ci vediamo poco magari, ma ogni volta è come se ci fossimo visti il giorno prima". Bravo, questa si chiama amicizia.

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