Puccini e Lucca, Lucca e Puccini. Un binomio indissolubile. Ovunque ci si giri, c'è una traccia del maestro: può essere un ritratto che ti scruta sornione dietro la vetrina di un caffè chiuso, oppure un murales che di sera rallegra le tristi serrande abbassate dei negozi. Tutto qui parla di lui, Giacomo, e della sua musica.
In una Lucca da cartolina, finalmente viva, piena di turisti ai tavoli, senza mascherine o certificati sanitari di sorta, ma con il solo sorriso ad ornargli il volto; in una calda serata di giugno, con una provvidenziale brezza estiva a riscattare l'afosa cappa del giorno; e in una cornice suggestiva, come Piazza Cittadella, incastonata nel cuore della città, ad abbracciare idealmente la casa natale del maestro, effigiato al centro con una statua: è andata in scena "La Bohème", il capolavoro senza tempo del cittadino lucchese più celebre nel mondo.
Secondo appuntamento in programma delle "Cartoline pucciniane", dopo il debutto di giovedì scorso con la "Madama Butterfly", l'opera ha ammaliato il nutrito pubblico regalando una serata da sogno anche per chi, romanticamente affacciato a un balcone, non ha resistito al richiamo della musica.
Sul palco, un pianoforte a coda (Menicagli, elegantissimo, nero con rifiniture in oro) e nient'altro: solo un musicista e quattro interpreti. Niente orchestre né orpelli. Le arie selezionate e i duetti scelti - tratti dall'opera originale - hanno saputo riassumere bene il dramma d'amore di Mimì e Rodolfo, così come le pene di Musetta e Marcello.
Sopra le righe la protagonista, la bravissima soprano, Ilaria Alida Quilico, che, nelle vesti di Mimì, con un raffinato vestito blu turchino, ha restituito fascino e grazia ad un personaggio femminile con pochi eguali nel mondo dell'arte. Splendida la sua voce, dolce e potente, abbinata con gusto alle sue espressioni, degne del grande teatro. Così come degna di nota la prestazione del tenore, Jaebeom Park, che, nei panni dello scanzonato poeta Rodolfo, ha dato prova di tutta la sua profondità tonale. Eccellenti infine le prove del soprano (Musetta), Irene Celle, vestita con un focoso abito scarlatto, e del tenore (Marcello), Chuanqi Xu, tutti allievi dell’Accademia Verdiana del Teatro Regio di Parma.
L'opera, ovviamente, si tiene in piedi grazie alla musica: e allora una menzione a parte merita l'esecuzione impeccabile del pianista, Massimo Morelli, che, come un abile maestro d'orchestra, è riuscito a tenere insieme il tutto stendendo un tappeto musicale di lusso sul quale far sfilare le comparse.
Bravi tutti, insomma. Queste serate ricordano ancora una volta al pubblico il privilegio di vivere in un paese libero che si nutre di bellezza: un fatto da tenere sempre a mente, anche se, tante volte, seduti davanti al teleschermo, si tende a scordarselo.
Foto Alcide
'La Bohème' risuona in una Lucca da... cartolina
Scritto da andrea cosimini
Cultura
17 Giugno 2022
Visite: 1170
- Galleria: