Sopravvivere, per poi ricominciare realmente a vivere. In queste parole il desiderio di tutte quelle attività colpite brutalmente dalla pandemia e che da un anno arrancano con l'acqua alla gola. A farsi carico delle loro speranze quattro titolari di diversi ristoranti divisi sul territorio italiano: Momi, Antonio Alfieri, Biagio Passaro e Umberto Carriera.
Venti giorni fa hanno rialzato le saracinesche dei locali e, insieme a moltissimi altri, cominciato la protesta del IoApro. Oggi sono ancora qui, a combattere civilmente per ricevere risposte che non arrivano. Di arrendersi non ci pensano, anzi: uniti, domani, andranno a Roma davanti Montecitorio a chiedere un dialogo.
"La decisione è stata presa senza indugi, abbiamo preparato un programma dettagliato con delle idee che possano risolvere una volta per tutte questa situazione - incalza Momi, titolare di Tito a Firenze - Speriamo in un confronto, siamo ottimisti e abbiamo ricevuto l'accettazione di un dialogo. Chiediamo una data di riapertura, chiediamo che ci vengano date indicazioni e che poi siano rispettate".
Come è sempre stato dall'inizio di questa battaglia, anche stavolta le parole d'ordine saranno gentilezza e civiltà: "Probabilmente metteremo uno stand nell'attesa di essere ascoltati, non abbiamo nessuna intenzione di sollecitare confusione - continua Momi - Abbiamo sempre protestato gentilmente e anche questa volta sarà così. Saremo noi quattro, con l'appoggio della confederazione Imprese unite per l'Italia, come rappresentanti di oltre 50 mila ristoratori".
Nessun negazionismo, nessuna inciviltà, soltanto la voglia di ricominciare a lavorare in sicurezza. "Così non possiamo continuare, ci sono moltissime piccole-medie imprese che stanno andando in rovina - afferma Antonio Alfieri titolare di diversi ristoranti in Emilia Romagna - Attendiamo che qualcuno ci ascolti. Attediamo di essere presi in considerazione. Il 14 febbraio è la data massima che ci siamo prefissi per un reale cambiamento e che domani esporremo nei dettagli a chi ha le possibilità di dare ossigeno a un sistema economico già al collasso".
Mirare l'obiettivo e non guardarsi indietro, è così che i sostenitori di IoApro lottano. La grinta e la voglia di ricominciare superano di gran lunga la stanchezza e l'inevitabile demoralizzazione. Insieme sono pronti per cominciare la vera e propria "Fase 3".