Non si è fatta attendere la risposta dei concessionari idroelettrici in replica alle esternazioni del sindaco Alessandro Tambellini in merito all'innalzamento delle acque del canale artificiale:
Il progetto ebbe inizio circa 10 anni fa tra una sinergia tra Enti Pubblici e privati il cui obiettivo era quello di dare nuovo lustro ad un’opera monumentale dimenticata qual è il Condotto Pubblico.
La riattivazione degli antichi mulini con tecnologie moderne per la produzione di energia verde, avrebbe dovuto essere solo il primo intervento di riqualificazione del canale; un fiore all’occhiello di un’opera globale che prevedeva, altresì, la successiva realizzazione di una pista ciclopedonale lungo il canale (da chiamarsi “una via dell’acqua e dell’energia”), il rifacimento delle antiche ruote idrauliche nel centro storico, la riapertura di un tratto di canale tombato in corso Garibaldi e molti altri progetti incentrati sul canale.
Ciò di cui forse il Sindaco non è a conoscenza è che per l’ottenimento delle concessioni idroelettriche venne richiesto ai titolari dei mulini di farsi immediato carico dei lavori di una colossale operazione di manutenzione straordinaria al canale costata oltre € 650.000,00 oltre iva, effettuata prima ancora di poter “riaccendere” le turbine.
Lo scopo del progetto originario, unanimamente accettato dagli enti era quello di ridare al canale la propria “linfa vitale”; ovvero donare al Condotto quella stessa portata d’acqua di cui godeva sin dal ‘500. E come emerge dalle foto d’epoca il risultato non ha deluso le aspettative, i livelli e le portate sono addirittura inferiori al passato.
Stupisce altresì la meraviglia del primo cittadino per tutti quei casi in cui qualcuno ha aperto scarichi nel canale o ha costruito cantine laddove c’è interferenza con le acque del canale.
Per quanto concerne il recente cedimento verificato in via dei Fossi non possiamo che condividere quanto affermato dall’ingegnere del comune di Lucca in un’intervista televisiva: “l’intervento previsto è quello di fare un cordolo su micropali per cercare di scaricare il muro del Condotto Pubblico che non è in grado di sopportare la spinta del traffico stradale”.
I cedimenti delle sponde a causa del traffico infatti erano ahimè già ben tristemente noti da prima del ripristino del canale con la differenza che, quando la competenza del canale gravava esclusivamente sulla Provincia di Lucca, la manutenzione era costante.