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Scritto da aldo grandi
S. Ginese
26 Aprile 2024

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In via di San Ginese al numero civico 188, lungo la strada comunale che attraversa il centro abitato di San Ginese di Compito, c'è una trattoria di campagna come è stata denominata che si chiama Paolo e Paola. E' il nome originario che gli avevano dato i vecchi proprietari e che, adesso, da quando, cioè, l'hanno rilevata Gabriele Gatto e la moglie Agnese Giorgetti poco più di due mesi fa, è stato deciso di tenerlo stretto fedeli al grande passato dietro le spalle che aveva il locale. I due coniugi lavorano insieme da sempre, entrambi hanno 49 anni e dal 2014 al 2023 hanno gestito un ristorante che a Lucca ha fatto bingo: Con tanto amore, sulla via dello Stadio dove si trovava, ai vecchi tempi, la gelateria Tori. E proprio con tanto, tantissimo amore Gabriele e Agnese coccolano i clienti della nuova trattoria loro che vivono, del resto, a San Ginese di Compito e che al loro paese sono voluti tornare anche professionalmente stanchi di orari pazzeschi e desiderosi di una vita più libera e lontana da ritmi serrati e stressanti.

Una trattoria di campagna che mantiene le premesse e le promesse, con un menu essenziale, semplice, ma ricco di sapori e di pietanze con un prezzo al pubblico davvero insolito e, almeno per noi che giriamo abbastanza, più unico che raro. Intenzionati a sperimentare quel che vuol dire essere un locale di campagna, stasera non ci siamo fatti intimorire dal brutto tempo e siamo piombati da Paolo e Paola lasciando l'auto nel grande parcheggio di fronte alla chiesa del paese. Due passi a piedi ed eccoci davanti all'ingresso, essenziale, senza fronzoli, ma una volta all'interno si scoprono stanze ampie, pulite, accoglienti e che trasmettono il giusto calore di una osteria di campagna.

Date anche voi una occhiata al menu tenendo conto che il ristorante è aperto dal lunedì al sabato a pranzo per chi, soprattutto, lavora e ad un prezzo fisso davvero invitante, 13 euro e solamente il venerdì sera disponibile ad accogliere commensali che hanno voglia di uscire di casa e trascorrere qualche ora in un ambiente rigorosamente lucchese. 

Come si può non assaggiare i tortelli con ragù? La zuppa alla frantoiana è terminata vista la grande richiesta anche a mezzogiorno, ma non è un problema. I tortelli vanno benissimo per tastare-testare la qualità. 

Poi, un tuffo in cerca di qualcosa di particolare, che dia carattere ai piatti e sostanza al locale: trippa, baccalà in umido coi porri, coniglio in umido, ma in bianco. Sì all'assaggio di tutti e quattro i contorni: fagioli cannellini, peperoni in umido, piselli in bianco ed erba saltata.

Ottimi davvero i tortelli, cosparsi di parmigiano reggiano ancora di più. Forte il sapore del ragù di carne, buono il ripieno, la pasta è leggera e digeribile, nemmeno ci si accorge di mandarli giù. Promosso assolutamente. La trippa sbarca sulla tavola con una grande foglia di alloro simile ad una vela che, tronfia e solitaria, governa il contenuto. Trippa tenera come il burro, appetitosa e affogata nel sugo. Anch'essa cosparsa di grattugiato. Una pietanza top. Il coniglio è quasi timido nel suo proporsi così, in bianco, con qualche pomodorino e un sapore che regala sensazioni di pace, carne morbida, ma senza ombra di dubbio meno grintoso - non meno buono - di una trippa veramente spaziale. Il baccalà con i porri è tanta roba, non troppo acquoso, bensì ritirato il giusto e dal sapore gradevole. Bravi in cucina. 

Quanto ai contorni, gli erbi saltati sono una delizia e tutto il resto va a ruota senza perdere terreno: fagiolini cannellini caldi e squisiti, così come i peperoni in umido e i piselli.

Ci sarebbe spazio anche per altro, ma si opta per il dolce anzi, per i dolci che vengono preparati da mamma Maria, al secolo Maria Agata Santi, pittrice per diletto, cuoca per passione, autrice di un salame al cioccolato che è una prelibatezza e, in particolare, di un tiramisù all'amaretto che è una favola. Una occhiata alla signora ed ecco che tornano in mente gli anni trascorsi alla Nazione di piazza del Giglio. Si, perché Maria Agata Santi ha una espressione indimenticabile, ce la ricordiamo benissimo quando lavorava all'edicola Brancoli-Pantera di via Beccheria e noi che tutte le mattine andavamo a prendere le copie dei giornali da consegnare ai colleghi. Già è piccolo il mondo, figuriamoci Lucca.

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