In un fumetto di Topolino del 1951 apparve per la prima volta quella che un tempo era l'oasi di Bamba Issa, un nome esotico che era tutto un programma. Oggi e già da un bel po' di tempo, il Bambaissa, una sola parola, è il ristorante sulla spiaggia dell'Augustus Beach Hotel di Forte dei Marmi. Sono passati così tanti anni, ma il fascino di questo termine è ancora potente e, soprattutto, invitante se si pensa che a pranzo da inizio stagione è costantemente full-up e che, proprio l'altra sera, ha anche inaugurato le serate estive. Dietro i fornelli, si fa per dire, uno chef di grande esperienza, Edoardo Leo ni, uno che la Versilia la conosce non bene, benissimo. Una cucina attenta a non perdere di vista la novità, ma altrettanto legata alla tradizione del territorio. Con lui una squadra di eccellenza e, al Bambaissa sulla spiaggia del Forte, uno staff di tutto rispetto, a cominciare dalla voce d'autore per la musica dal vivo di Cesare Bertolucci al piano bar. Al suo fianco, nel chiosco bar anch'esso fronte mare, Giuseppe Talerico che ci accoglie dando vita ad un nuovo cocktail denominato, per l'occasione, Aperitivo a Tulum, località balneare messicana sulla costa caraibica. La serata parte poco dopo le 20, gli ospiti della cena vengono dotati di un apposito biglietto per usufruire del parcheggio sul viale senza dover pagare, una decisione originale e intelligente. Sotto l'asfalto della strada c'è il famoso e inimitabile tunnel che porta all'Augustus Beach Club senza dover attraversare la via, questa una scelta fortemente voluta dalla famiglia Agnelli un tempo proprietaria del tutto.
In sala, avvolta dalle vele di stoffa che la rendono simile ad un'oasi nel deserto, ci sono Lorenzo Calissi, maitre del Bambaissa e Giuseppe Florio, restaurant manager. Si parte con un Gran Crudo, che favola!, un'ostrica e un gambero rosso da sturbo, e poi ancora tagliatelle di seppie aromatizzata alla menta e cipolla di Tropea, carpaccio di capasanta con salicornia e uova di salmone, triglia bruciata e pompelmo, tartare di tonno rosso con cetriolo marinato, sashimi di ricciola con insalatina di asparagi e bottarga di caviale. Dopodiché è la volta dei ravioli farciti con scoppolato di Pedona, scampi ed erba cipollina. Un piatto che sprigiona sapori a raffica. Poi è la volta del risotto cacio e pepe con una julienne di seppia e timo limonato. Si va avanti all'infinito lungo un percorso improvvisato, ma gradito. La musica è buona, italiana e melodica. La temperatura è l'ideale, basterebbe sdraiarsi su uno dei lettini e ci mancherebbe pochissimo a crollare dal sonno. La presenza del direttore Umberto Grotti, il coordinatore della direzione generale, è un piacevole intermezzo vista la sua simpatia e gentilezza. Davvero un ambiente esclusivo, questo sì inutile nasconderselo, ma dove la semplicità e la professionalità mettono al bando ogni esagerazione. Una cena assolutamente da consigliare, bagnata, come abbiamo fatto noi, da un ottimo champagne rosé Lallier.
Al Bambaissa si coltivano emozioni e si regalano sogni, le prime prodotte da un panorama fantastico, i secondi dalla serenità che lo stesso induce.