Il Tar della Toscana sentenzia e costringe il comune di Capannori a pagare una cifra di oltre 188 mila euro per una vicenda incredibile di alcuni anni fa legata alla costruzione di un lotto di case popolari a Capannori. A portare sotto i riflettori la questione, che costerà carissimo ai cittadini di Capannori, è stato Paolo Rontani, ex consigliere comunale Udc, che resta un attento osservatore delle vicende legate alla gestione del comune.
"Durante la seduta di consiglio comunale del 18 maggio scorso, si è verificato un episodio che ha dell'incredibile. L'assemblea – scrive Rontani - con la delibera 37, ha approvato, quale debito fuori bilancio, una somma di oltre 188 mila euro, stabilita per pagare in forma di <acquisizione sanante alloggi residenziali pubblici>, dopo che il Tar della Toscana aveva sentenziato nel 2021, il torto pieno verso il comune di Capannori"
"La vicenda ha inizio nel 1978 – prosegue l'ex consigliere comunale - quando l'ente fu autorizzato ad occupare (ma per 5 anni) un'area privata dietro la sede della Polizia Municipale, per la costruzione di alloggi di edilizia residenziale pubblica. Allo scopo, venne rilasciata concessione ad una ditta privata e sorsero sul posto ben 18 alloggi regolarmente occupati ed acquisiti come di legge. Guarda caso però, con lo scorrere del tempo il comune si è dimenticato di regolarizzare la proprietà dell'area...Tuttavia, nel giugno 2015, l'amministrazione di allora, invece di proporre ai proprietari una qualche procedura di accordo, comunicò ai medesimi che ormai l'ente aveva acquisito il tutto a gratis per intervenuta usucapione pubblica".
Non so come e da chi sia nata un a simile idea – chiosa Rontani - dato che il Consiglio di Stato, anche in adunanza plenaria, si è espresso in merito con notevoli perplessità, vista pure la posizione ancor più rigida della Corte di Giustizia Europea, a tutela del diritto di proprietà. Ad ogni modo, il ricorso in opposizione, presentato dai proprietari è stato pienamente vinto con sentenza numero 1471/del 2021. Addirittura, semplificando al massimo la decisione emessa, il Tar ha dato al comune tre tipologie di rimedio urgente per questa occupazione illegittima (abuso?). La prima indica il pieno ripristino dell'area, cioè l'abbattimento degli alloggi costruiti, con le intuibili conseguenze tra costi e ricorsi. La seconda ipotesi è indicata con l'attivazione di una procedura negoziata con i proprietari dei terreni, che avevano diritto a risarcimenti, avendo pure una sentenza così palesemente in loro favore. La terza indicazione indicata dal Tar era quella di effettuare, come infine è stato scelto, di fare una <acquisizione sanante> secondo legge per cui le cose vengono sistemate senza seguito, versando oltre 110 mila euro, quale valore patrimoniale accertato, altri 11 mila euro circa, come valori aggiunti e ben oltre 66 mila euro per gli anni di illegittima occupazione dei terreni. Per un totale dunque, di quasi 188 mila euro, ai quali dovranno essere aggiunte le cui saranno aggiunte le spese legali. Un'importante cifra che tutti noi cittadini ci troveremo a pagare, in conseguenza di leggerezze commesse dall'Ente Comune".
"Non c'è molto da aggiungere a questa commedia amara – chiude il suo comunicato l'esponente Udc - che ferisce l'immagine pubblica come già purtroppo altre vicende, vedi l'Asilo nido di Lammari costruito su un terreno semi-paludoso. Tutto dovrà essere inviato all'attenzione della Procura della Corte dei Conti, staremo a vedere cosa accadrà. Purtroppo, molto spesso la pubblica amministrazione agisce come se le regole di legge che applica ai privati, per lei non valessero. Non sempre se la cava, ma a quale prezzo e pagato da chi?"